Era la fine di settembre, ci trovavamo sull’autostrada che porta a Gravellona Toce quando decidemmo di uscire a Romagnano Sesia. Da qui proseguimmo lasciandoci trasportare dal caso. Non avevamo una meta precisa quel giorno, sapevamo solo di voler andare a farci un giro da qualche parte. Così proseguimmo fin quando incontrammo l’indicazione Masserano e lì decidemmo di andarci. Il comune è gemellato con Montech e per arrivarci dovemmo affrontare, a nostra insaputa, un po’ di curvette, ma tutto in mezzo al verde, mi sembrava di raggiungere un paesino di montagna, ma quando vi giungemmo lo trovammo un luogo tranquillissimo, nonostante l’invasione di “lavori in corso”.
Lasciammo la nostra autovettura in una piazzetta al principio del centro del paese, questa era in pavè rossiccio e bianco ed oltre ad ospitare una fontana a tre piani, inattiva ma ricca di fiori, vi era un grosso edificio biancastro, Palazzo dei Principi, una costruzione lineare e sobria risalente alla fine del Cinquecento che custodisce al suo interno, oltre alle molteplici stanze, un famoso altare. Non solo, una parte di questo edificio è la sede dei carabinieri. Non entrammo a visitare il palazzo ma ritengo che sia interessante entrarvi dalle sole spiegazioni che ricevemmo.
Proseguimmo il cammino calpestando il bel pavè in discesa e passando per le case colorate di tinte pastello tenue e ammirammo in lontananza una bellissima chiesa verde e gialla. Ci avvicinammo sino a giungere nella piazzetta Papa Giovanni XXIII e la osservammo in tutta la sua maestosità. La chiesa si chiama Collegiata Parrocchiale della SS. Annunziata eretta nel 1486. Entrammo per una visita fugace ammirando la sua pianta a croce latina nel suo complesso gotico. Non è visibilissima come chiesa perché rimane inserita tra le case e la strada è stretta, ma fortunatamente la piazzetta ci diede modo di vedere bene la facciata. Anch’essa era molto caratteristica con le sue casette antiche abbellite dai gerani.
Accanto alla chiesa ammirammo un edificio giallognolo con le decorazioni arancioni che richiamavano il colore dei mattoni a vista, questo aveva un arco dal quale si poteva passare sotto e accanto ad esso riprendevano la schiera di case che una a fianco dell’altra ci scortarono sino a Piazza del Mercato. Questa è una antichissima piazza dove, scoprimmo, sorgeva l’edificio della zecca, distrutto poi nel 1799.
Scattammo una serie di foto per poi proseguire il nostro mini viaggio all’insegna della scoperta e passammo per via Beccherie, chiamata così perché anticamente era sede dei beccai, ossia i macellai. La cosa che ci colpì di più fu proprio questa, la storia che si trova in ogni angolo del paese; come per esempio nel borgo antico caratterizzato da portici, che al passarvi sotto ci diede l’impressione di essere in un film di azione – erano larghi, spaziosi e un po’ bui. In più era contraddistinto da vicoli, chiamati “strecce” e ancora da altre chiese, come quella di San Teonesto, risalente al X-XI secolo o ancora la Chiesa di Santo Spirito, costruita nel Seicento. Insomma le cose da ammirare erano veramente tante e noi cercammo di visitarne il più possibile.
Devo ammettere che ci colpì la chiesa di San Teonesto, non solo per le caratteristiche della chiesa in sé, una struttura antica con una bella scalinata davanti all’ingresso, ma proprio per la storia che la rappresentava. Una chiesa occupata dai francescani nel Cinquecento e che a ridosso di essa costruirono un convento.
Ciò che mi rimase più impresso e che ancora trattengo fervido nella memoria, fu la storia che sgorgava da ogni angolo della cittadina. Chiunque si trova nei paraggi non può fare a meno di visitare Masserano.
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