31 Maggio 2011

La natura… in città

di Elena Cuomo (Blog Rivignano. Racconti di Viaggio)

Piazza IV Novembre

Piazza IV Novembre

Sembrava che il cielo volesse restare plumbeo e invece riuscì a regalarci un bellissimo pomeriggio di sole. “Cosa facciamo?” Chiese mio cugino Massimo. Eravamo in vacanza per Pasqua a Talmassons, in provincia di Udine e per non annoiarci cercavamo ogni giorno di inventarci qualcosa di divertente. Ma dopo aver collaudato tutti i giochi da tavola e quelli con carta e penna era arrivato il momento di dedicarci alle attività all’aperto.

Decidemmo di dirigerci verso Villa Manin, a Codroipo, dove c’era un’esposizione di opere friulane di arte contemporanea, dagli anni ‘60 ad oggi. Ma si sa, non a tutti piace questa nuova forma artistica e mia cugina propose di spostarci per andare a mangiare un gelato. Meta successiva: Rivignano.

Non molto diverso dagli altri paesini lì intorno, ma sicuramente più vivo e più “colorato”. Esatto, colorato, perché le case di Rivignano sono basse, al massimo di due piani, e colorate, con tonalità che vanno dal giallo al rosa e con tetti spioventi e tegole rosso scuro.

Ci sono due tipi di abitazioni, un pò come da noi, solo che qui le differenze non sono tra provincia e città, ma tra la zona più “centrale” e quella più “interna“. Le case che si trovano nella “inner city” sono più in stile “campagna” e hanno tutte un giardinetto, un garage e un proprio cancello che le separa dalle altre di fianco. Una pò come lo stile inglese, case indipendenti nella stessa strada, la zona delle “Desperate Housewives” di noi altri.

Parrocchia di San Lorenzo Martire

Parrocchia di San Lorenzo Martire

La parte più al centro, invece, si presenta al turista un pò più accogliente. Piazza IV Novembre è la piazza principale. Sanpietrini su una parte della strada e asfalto sull’altra. Al centro i giardinetti con le panchine e ai lati negozi, banche e bar. Quale migliore location per fermarsi e mangiare un gelato!

Il bar dell’angolo sembrava essere quello più accogliente, con i suoi tavolini all’esterno coperti da un tendone. Coppe di ogni tipo e gusto erano sul listino, ma noi optammo per qualcosa di poco elaborato con i classici gusti. L’aria si era riscaldata e le nuvole erano sparite… assaporammo il nostro gelato in tranquillità. Le auto non erano tante, i pedoni attraversavano le strade facilmente e il traffico non impediva l’ascolto dei suoni della natura.

Dopo aver pagato ci alzammo e proseguimmo la nostra passeggiata. Sul lato destro del marciapiede del bar c’era, imponente, la Parrocchia di San Lorenzo Martire. Per essere una parrocchia di un piccolo paese era grande, austera, con un campanile relativamente alto. Lo stile gotico primeggiava: cuspidi, archi e statue abbellivano la chiesa che si presentava ai credenti con un ampio spazio antistante. Qualche foto, una piccola preghiera e proseguimmo.

Campanile della Parricchia

Campanile della Parrocchia

Strade pulite, pochi negozi e biciclette. Sembrava quasi di non essere in Italia, forse però ero io ad essere troppo legata alla fragorosa e senza tempo vita di città.

Tra una chiacchiera e l’altra il tempo era passato… si erano fatte le 19 e le botteghe iniziavano a chiudere. Lì anche gli orari sono diversi! Tornammo a casa e cenammo anche noi come gli altri, presto. Restavano i sapori, gli odori, i rumori… qualcosa di diverso rispetto allo smog che noi respiriamo in città. Forse è il caso di apprezzare le piccole cose, quelle semplici, quelle che a volte dimentico nel caos della mia vita.

Di ritorno a Napoli tutto è tornato come prima, ma sicuramente conservo ancora gelosamente il ricordo di un delizioso gelato e gli odori di un paese ancora inviolato.

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