11 Ottobre 2008

Una terra giovane dalla chioma d’oro

di Marcello Di Sarno (Blog Stornarella. Interviste Sindaci)

Il Sindaco di Stornarella Vito Monaco intervistato per Comuni-Italiani.it

Vito Monaco

Vito Monaco

Come si presenta Stornarella a chi oggi la vive quotidianamente?
Stornarella si presenta come un agglomerato urbano compatto, posto sulla collina che si estende tra Ascoli Satriano e il Tavoliere, circondata da una macchia dorata, disegnata dalle distese di grano duro.
Quest’ultimo rappresenta l’elemento cardine della nostra economia, basata all’80% sull’attività agricola. Le altre due colture più diffuse sono i vitigni e gli uliveti.
La vicinanza di Melfi e dell’industria automobilistica offre dal punto di vista occupazionale una valida alternativa all’attività agricola.
Siamo un comune abbastanza giovane, dunque l’assetto urbanistico ha un disegno moderno, così com’è di origine recente l’edilizia. Siamo 5 mila residenti ma negli ultimi anni si sono avuti flussi immigratori di notevole portata, in particolare dalla Romania, dalla Bulgaria e dal Nord Africa. Questo ha comportato numerosi disagi sul piano sociale e su quello della sicurezza. La maggior parte di queste persone, vuoi per ragioni culturali vuoi per una forma di diffidenza verso il prossimo, non ama integrarsi e preferisce fare gruppo a sé.
Devo riconoscere tuttavia che da quando sono sindaco non si sono mai verificati episodi di conflittualità sociale.
Esiste un problema di sicurezza e di legalità, ma basterebbe un piccolo sforzo da parte delle istituzioni e un po’ di buon senso da parte di chi li recluta per la manodopera nei campi e nel settore edilizio.

Tre validi motivi per visitarla?
Sicuramente per le sue emergenze storico-naturalistiche. Siamo sì un comune giovane, ma non ci mancano siti d’interesse artistico, come per esempio la Chiesa dedicata a Maria SS. Della Stella: una piccola cappella realizzata dai Gesuiti del Collegio romano, risalente al 1600 e riconsegnata al suo originario splendore grazie all’opera di restauro terminata nel 2000. Fiore all’occhiello della chiesa è il dipinto “Madonna con il bambino” attributo ad Antonio Marotta e datato 1614.
La qualità dei prodotti, su tutti grano, vino e olio, che si possono degustare e acquistare nelle industrie conserviere e cantine sparse sul territorio.
In ultimo un calendario di eventi che richiamano ogni anno numerosi emigranti che vivono per lo più nel nord Italia e in Svizzera. Un grande appuntamento è stata la “Notte bianca” dell’agosto scorso, per la quale abbiamo avuto Marco Masini in concerto.

La storia di Stornarella  è iniziata il 1° maggio di  di 200 anni fa, Cos’è accaduto?
Il 1 maggio del 1808 è stato celebrato il primo consiglio comunale di Stornarella, salutato come atto ufficiale della nascita del comune.
Un risultato che si venne a creare dopo un braccio di ferro con altre realtà. In breve il nostro comune insieme con Orta Nova, Ordona, Stornara e Carapelle facevano parte dei  possedimenti della Compagnia dei Gesuiti. Dopo la cacciata di questi ultimi furono trasformati in dipartimenti denominati “Cinque Reali Siti”, tra cui il re Giuseppe Bonaparte era intenzionato ad elevarne due a rango di Università (forma antesignana del Comune).
Il 17giugno 1806, Stornarella avanzava la sua candidatura, arrivando a coronare il successo esattamente due anni dopo.

Il 2008 è l’anno del bicentenario. Come avete celebrato questo evento e che riflessi avrà nella crescita futura del comune?
Per l’alto significato dell’evento abbiamo voluto che i festeggiamenti costituissero un’occasione di celebrazione e insieme di riflessione, a carattere prevalentemente storico-culturale, accompagnate anche da celebrazioni e festeggiamenti ufficiali, esposizioni mostre, itinerari, convegni, giornate di studio, progetti, pubblicazioni, iniziative scolastiche, concerti e spettacoli.
Il programma è stato sviluppato su tre direttive:
-    momenti di sensibilizzazione, focalizzati sulla ristampa di testi storici e su incontri a tema e mostre fotografiche che hanno ricostruito le varie fasi della nostra civiltà contadina;
-    azioni di marketing territoriale con momenti di festa e iniziative di promozione del patrimonio culturale e agroalimentare locale;
-    attività culturali, tra cui l’ideazione di una medaglia a ricordo dell’evento e l’indizione di un concorso di idee per progetti di riqualificazione della città e per l’individuazione di una “bandiera del comune”.
Un evento che ha fornito spunti interessanti per articolare strategie ed interventi, efficaci ed incisivi che, partendo da questa ricorrenza, daranno, nei prossimi anni, buone opportunità di sviluppo.

Per quale aspetto del suo Comune e della sua gente Vito Monaco, da cittadino prima ancora che da sindaco, va fiero?
Dello spirito di adattamento e di sacrificio che connota il nostro vissuto quotidiano e, a tal riguardo, l’amministrazione che ho l’onore di guidare non è da meno. Pensi che tutti gli assessori hanno rinunciato allo stipendio e io percepisco la metà della mia indennità di sindaco. Non abbiamo l’auto blu e i cellulari istituzionali e in generale la nostra azione di governo è improntata al massimo rigore in fatto di spese. Questo mi ha consentito, dal momento che sono a fine mandato, di consegnare al mio successore un bilancio comunale in attivo.
Le conseguenze di questa politica hanno riflessi positivi sul piano dei tributi. L’Ici è al 5%, tra le percentuali più basse in assoluto, e per costruire qui da noi si spende la cifra irrisoria di 4,50 euro al metro quadro.

Tra progetti da portare a termine e traguardi ambiziosi da perseguire, come vede il domani del suo comune?
Ciò che mi ero prefissato di realizzare è stato portato a termine e anche di più: la costruzione di una nuova scuola; l’apertura di una villa comunale, di cui il comune era sprovvisto; l’avvio dei lavori per la piscina comunale, altra infrastruttura che migliorerà il livello di vita dei residenti, in particolare dei giovani; l’accelerazione del progetto di realizzazione di un parco eolico, fonte di energia su cui si è deciso fortemente di investire.
Un menzione particolare la merita il “Progetto Primavera” che ha istituito all’interno della struttura della scuola dell’infanzia, una sezione primavera destinata ai bambini tra i 24 e i 36 mesi, rispondendo da un lato all’esigenza di integrare i figli degli immigrati, dall’altro di offrire un servizio educativo rispondente a criteri di qualità ed economicità.

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