31 Gennaio 2012

Una città divisa a metà!

di Elena Cuomo (Blog Pizzighettone. Alla Scoperta della nostra Italia)

Ho sempre pensato che una parte di mare potesse separare due terre e creare continenti o stati diversi. E invece stavolta ho trovato un paese diviso in due… ma da un fiume. Due parti separate ma unite dalla stessa storia, cultura ed economia!

Pizzighettone

Pizzighettone

Un borgo del nord Italia, a metà tra un’antica roccaforte ed un’attuale località culturale: Pizzighettone.

Una città a cavallo tra due sponde, o meglio “tagliata” in due dal fiume Adda. Ed è proprio nel centro storico che Pizzighettone si dirama in due versanti differenti, da un lato la riva Est, dove si propaga il cuore pulsante delle abitazioni vere e proprie dei cittadini; dall’altro, la riva Ovest, ossia la borgata di Gera.

La presenza così imponente del fiume determina l’andamento economico e gastronomico della zona. Paese agricolo, per la maggior parte, vanta ancora alcune zone palustri, di origine molto antica, che si sono conservate proprio per la continua presenza del fiume che consente terreni sempre umidi e la presenza di piccole foreste. Il mais e il formaggio sono le principali colture del paese.

Ma Pizzighettone vive e si nutre anche di cucina che mostra ai turisti durante la manifestazione enogastronomica di fine ottobre/inizio novembre. Bancarelle e zone adibite agli assaggi sono organizzati lungo le strade della città. Formaggio di Grana, chiamato raspadüra e sfizietti vari, con sapori e gusti caratteristici, ma il piatto più  ambito resta l’insostituibile “Fasulìn de l’öc cun le cùdeghe“, tipica pietanza diffusa tra Lodi e Cremona, che si cucina con le mescolanze di fagioli e cotiche di maiale, un mix all’udito quasi disgustoso ma che raramente ha, poi, deluso il palato dei suoi “clienti”.

È una città molto antica, che conserva ancora i resti della civiltà celtica, modificati, pian piano dalle successive popolazioni, fino ad arrivare ad essere una roccaforte e un luogo strategico di passaggio, proprio perché a cavallo del fiume Adda. Divenne un vero e proprio  baluardo contro i nemici, utilizzato e “sfruttato” dalle più grandi famiglie nobili italiane, dai Visconti agli Sforza, dai sovrani di Spagna ai Borbone e ai Savoia, fino ad arrivare all’Unità d’Italia.

Torre del guado

Torre del Guado

Questo passaggio di potere, ma soprattutto queste costruzioni, all’apparenza utili soltanto per la difesa, sono ancora oggi visibili nel paese e costituiscono gli emblemi culturali e architettonici di questa località ancora a troppi sconosciuta.

Tra le curiosità che abbracciano la storia di Pizzighettone c’è la prigionia del Re di Francia Francesco I di Valois, portato qui in seguito alla sconfitta di Mirabello e nascosto fra le mura della torre detta “del Guado“, ancora oggi una delle bellezze artistiche cittadine, insieme ai resti delle antiche mura di cinta, un vanto per tutta la regione Lombardia.

Pizzighettone è una semplice località, a metà tra un luogo antico e la modernità dei giorni nostri. L’economia agraria si contrappone alle industrie di gomma per pneumatici, le nuove costruzioni fanno da contralto alle piccole case di una volta.

Due sponde, due mondi, due prospettive diverse per abbracciare un paese unito: l’approccio storico/culturale e quello attuale!

(Foto 1 di Friedrichstrasse in Pubblico Dominio; foto 2 di Giorces in licenza Creative Commons)

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