27 Novembre 2008

Il suggestivo paese di Pietracupa, la terrazza sul Molise

di Sofia Riccaboni (Blog Pietracupa. Alla Scoperta della nostra Italia)

Il nome della città di Pietracupa richiama un luogo buio, un paesino di montagna chiuso in una stretta vallata. In realtà, questo borgo in provincia di Campobasso, è esattamente l’opposto: poche case, per la maggior parte bianche o chiare, arroccate ai piedi di un piccolo monte, sovrastato da una roccia.
Nei giorni sereni, un panorama mozzafiato permette di arrivare con lo sguardo sino alla città di Campobasso tanto aperta è questa zona, un vero balcone sul Molise.

Solo 300 anime e un folletto - che la leggenda vuole servisse a intimorire i ragazzini e a farli rientrare a casa prima che facesse buio - restano ora a dare vita a questo suggestivo e particolare agglomerato di case, intervallate da strette viuzze, scalinate che si inerpicano tra una stradina e l’altra e una chiesa che, dall’alto, controlla il paese e la sua vita.

Risalente al 1600, sembra uscire direttamente dalla roccia che si intravede alle spalle della sua facciata. E da dietro la roccia, il campanile. Il tutto sembra un unico complesso, una chiesa dall’architettura atipica, strappata alla montagna o che questa sta cercando di ingurgitare e nascondere.

Qui tutto si muove ed esiste da e per lei: la roccia, la montagna, la Morgia, Pietracupa.
Ecco l’origine del nome di questo particolare posto: “cupa” non indica infatti una zona buia, ma deriva dal latino “botte”, luogo concavo, vuoto, come una grotta. Ed è infatti questa la parte più suggestiva e originale del paese.

Poi c’è la Morgia: una montagna fatta di grotte e anfratti che da sempre vede e vive gli eventi di questa località. Un tempo questi antri erano utilizzati dalla popolazione locale per sfuggire agli assalti dei bulgari e dei saraceni. Poi furono sede del locale tribunale dell’Inquisizione, ancora nascondiglio per i briganti a fine Settecento e poi, probabilmente, riparo per i partigiani.

Oggi in una delle sale più grandi, scavate dal tempo e dall’uomo, c’è la Cripta Rupestre: un suggestivo luogo di preghiera che, con le sue mura nude, di pietra, proteggono dal mondo esterno e conservano l’atmosfera antica, tipica delle prime comunità religiose che qui si riunivano. Le panche sono disposte in modo circolare e l’altare tondo è stato ricavato da una vecchia macina da mulino.

Qui il silenzio avvicina a Dio e l’eco rende più intensa la preghiera; a vegliare su tutto un crocifisso in legno, senza braccia, sospeso sull’altare con delle catene in ferro, quasi a ricordare il momento della crocifissione in sé. Risale al 1500 e fu recuperato tra i rifiuti pronti per essere buttati via.

Momento suggestivo per visitare il paese è nella notte della vigilia di Natale, quando vengono accese fiaccole alte fino a tre metri: servono a riscaldare Gesù che nasce e a scacciare, per un attimo, con la luce il suo nome oscuro.

(Foto gentilmente concesse dal comune di Pietracupa)

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3 commenti a “Il suggestivo paese di Pietracupa, la terrazza sul Molise”

  1. Adelmo scrive:

    Sono una storica, che ha studiato a fondo il paese di Pietracupa. Devo, pertanto, correggere alcune notizie sul paese che non so da dove siano state ricavate, e che non sono attendibili. Le grotte scavate nella Morgia non ospitarono mai un “tribunale dell’Inquisizione” (che nel Regno di Napoli non fu mai attivo) ma un tribunale feudale, non ospitarono briganti, che avevano il loro covo nella Morgia di Pietravalle, ai confini fra l’agro di Pietracupa e quello di Salcito, non ospitarono partigiani (la Resistenza non ebbe tempo di svilupparsi in queste zone e i partigiani non si sarebbero mai nascosti in un centro abitato) ma furono un unico grande ricovero per tutta la popolazione quando il paese si trovò sulla linea del fronte fra i Tedeschi e le truppe avanzanti degli Alleati. Altre sono le storie suggestive che si sarebbero potute raccontare su questo straordinario luogo, ma parlano della gente che ha cercato di resistere, questo sì, alla prepotenza della storia.
    Aurora Delmonaco

  2. Massimo Di Bello scrive:

    Ciao Aurora,
    Grazie per le tue precisazioni! :-)

  3. Renato Porchetta scrive:

    State College 4/8/2011
    Caro Adelmo,
    la storia e’ l’evento da cui proveniamo e senza il suo succedersi non potremmo avere adesso coscienza di noi stessi nel tempo presente.
    Coscienza non solo del presente in senso in generale ma anche coscienza del nostro essere significativo individuale.

    Se la storia fosse solo ricercata e promulgata come fine a se stessa, anche se, nella sua inamovibile verita’ certa, e che se, la si potesse godere di questa sua certezza di fatti realmente accaduti, inalienabili e certificati, questa lussuria “storica” pericolosamente goduta nella sua decadenza diventerebbe, per il piacere di essa, una decadenza con fine ultimo nella decadenza stessa. A meraviglia rigida che ipnotizza in come in un meraviglioso incanto ma senza che questa fissita’ lucente abbagliandoci permetta avanzamento alcuno.
    Questo e’ uno dei casi che nonostante la bellezza indicano che in assenza di cio’ che promuove una continuita’ intellettuale nel suo significarsi, c’e’ la cessazione nell’uomo e in ogni intelligenza vivente che godendo di una fama passata ma rendendo cieca la coscienza del presente impedisce il suo accrescersi intellettivo e spirituale.
    Nel nostro caso in cui l’interesse si fermerebbe solo alla storia di Pietracupa la continuita’ della vita “pietracupese’ non avrebbe motivo di avanzare perche’ fallendo nel presente si tenderebbe solo ad emulare la storia.
    Non deve essere cos’i’.
    La storia dovrebbe ispirare l’avanzamento e non rimanere irriggidita nella sua bellezza. Un interesse di storia “fine a se stesso” rimarrebe li’, fermo, inerme senza una inerzia
    di moto “juris edificanti” e morta come e’ la storia stessa e morente come lo spirito degli interessati ad elementi storici che privano l’inerzia a vincere la morte onde determinare la vita che andrebbe oltre la storia medesima per rinascere con forza immensamente vivifica.
    Sono d’accordo su un fatto che un luogo straordinario per essere citato come “l’uogo staordinario” deve necessariamente anche dare origine a persone straordinarie che creano fatti certi che escono dalla fenomenologia della normalità.
    Reclamare che un luogo possa essere eccezionale solo per motivi storici o di posizione geografica e’ futile e inutile. Dunque citando Pietracupa bisogna anche indicare la straordinarieta’ dell’umano essere che ha nascita o origine del sito pietracupese. Da intendersi come un luogo capace a far nascere persone straordinarie la cui contribuzione a Pietracupa stessa e al mondo non sia limitata dall’illusione teologica, come spesso avviene nel tentativo di reclamizzare il turismo di Pietracupa puntando su una illusione che la Bettlemme del Molise (Pietracupa) faccia apparire improvvisamente dal cielo “magicamente” un insestistente Babbo Natale.
    Dunque Pietracupa, ebbene si’ ! e’ straordinaria ma questa eccezionalita’ e’ vista come il Cristo-Santa-Claus-Babbo-Natale presentato nelle grotte della roccia della Morgia a titolo di propaganda turistico-religioso.
    Questa straordinaterita’ che tento di indicare e’ di fatto. E’ piu’ nascosta e non reclamizzata perche’ non ne’ storica e ne’ palisamente “religiosa” ma essa e piu’ attuale nell’immediatezza del presente. Bisogna cercarla per poterne fare esperienza.
    La bellezza di Pietracupa, la sua bellezza e’ stata accumulata ed eretta storicamente e stoicamente dai suoi abitanti presenti e passati e forse per questo si arriva pero’ anche ad auto-presentarsi come un luogo non religioso e ne’ profondamente culturale ma offerto nella pubblicita’ commerciale come luogo magico e stregato.
    Questo tipo di presentazione e’ da evitare perche’ illusorio e pericoloso nella stregoneria mortifera e suicidale.
    In molti casi Pietracupa puo’ senz’altro essere vista erroneamente para-normale: questo discuterne questo aspetto pero’ ci porterebbe un po’ lontani dalla premessa iniziale che era quella l’intenzione di trovare alcuni pietracupesi eccezionali. Eccezionali nella loro natura di essere individui straordinari per obbiettivi raggiunti o da raggiungere e non nella possibile “parentela” o “convivenza” con streghe, maghi e magia.
    Renato Porchetta
    Penn State University
    University Park
    Pennsylvania

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