22 Novembre 2008

L’abbazia di San Clemente a Casauria, attraverso la tradizione pastorale e i versi d’annunziani

di Valeria Gatopoulos (Blog Castiglione a Casauria. Alla Scoperta della nostra Italia)

Chiunque abbia visitato l’abbazia di San Clemente a Casauria sarà d’accordo con le parole di Gabriele D’Annunzio che descriveva questo luogo come un luogo solitario pieno di memorie antichissime. Tanta è l’emozione che trapela dalla sua monumentalità che il poeta pescarese avrebbe voluto seppellire sua madre qui.

Ricordo ancora la mia prima visita all’abbazia, avevo nove anni, la maestra ci aveva coinvolti in un progetto sulle chiese antiche nella provincia di Pescara, da allora non ho mai dimenticato questo luogo, il suo fascino, la sua cultura, la sua storia, ancora oggi saprei dirvi l’esatta collocazione dei monumenti al suo interno.

L’abbazia è nata nel 871 d. C, pensate un po’ che ad edificarla fu Ludovico II, pronipote di Carlo Magno. La posizione che essa occupa ha un significato fortemente simbolico, nei tempi più antichi infatti, attraverso l’insula casauriense, passavano i pastori che migravano nelle terre pugliesi, ed in questo clima così rustico e pastorale, sembrano riecheggiare ancora i versi della poesia d’annunziana: Settembre… Le vestigia degli antichi padri, il fiume silente, i pastori, la greggia.

San Clemente è anche questo, oggi la tecnologia ha spazzato via quelle strade battute. Oggi accanto al cancello principale c’è una fermata dell’autobus. Eppure, proprio quella raffinatezza, proprio quell’equilibrio pacato della struttura, rende l’atmosfera ancora vicina a quegli antichi valori, a quell’antico mondo.

Quello che noi vediamo oggi è frutto di numerose ricostruzioni e modifiche. Dopo la distruzione ad opera dei Saraceni, l’abbazia riprese forma grazie all’abate Leonate negli anni tra il 1176 e 1182. Non bisogna stupirsi infatti della commistione di diversi stili, che un buon occhio critico non manca di notare.

Si accede all’abbazia mediante un lungo viale alberato, che è il primo a distogliere l’attenzione dei visitatori, specie dei bambini che sfuggiranno dalla vostre mani per correre all’ombra degli alti alberi. Il viale in pietra conduce alla facciata anteriore, composta da tre arcate e da piccole finestre e da basso e altorilievi scultorei, raffiguranti santi e elementi biblici, ripresi anche sul cornicione del grande portale centrale in legno. Figure umane e figure animali che rimandano alla simbologia medievale dei bestiari. Già da un primo impatto si nota che le finestre in alto hanno una cornice diversa, frutto delle ricostruzioni, appunto.

L’ingresso alla struttura può avvenire mediante tre portali, uno centrale più grande e due laterali più piccoli. I portali laterali, sono sormontati da due semilunette scultoree, l’una raffigurante San Michele, l’altra la Madonna e il Cristo appena nato.

Tuttavia, come affermano tutti i visitatori, l’attenzione si proietta sul portale centrale, specialmente sulle formelle quadrangolari in legno, le decorazioni che prendono corpo e forma, vi tenteranno a tal punto che le vostre mani si ritroveranno a percorrere i disegni in rilievo.

Tralasciando la maestosità della semilunetta e delle statue del portale centrale, voglio orientarvi all’interno. La vostra vista sarà proiettata verso l’altare centrale, costruito si pensa in un secondo momento. Accostandovi a questo e guardando all’interno del baldacchino che lo sormonta, resterete estasiati dal cielo stellato, ivi dipinto, tante stelle d’oro che spiccano su uno sfondo blu notte.

Ma ciò che probabilmente attrarrà maggiormente la vostra curiosità sarà la cripta, costruita pare con materiali di riciclo e adibita ad una sorta di fossa comune a seguito di un terremoto che causò numerosi morti, non preoccupatevi, ora la cripta è vuota, e purtroppo qualche vandalo si diverte a storpiarla con disegni e murales. L’abbazia, quale luogo silenzioso e sacro ha mantenuto durante la sua storia la peculiarità d’ospitare reliquie e spoglie di uomini illustri. Ciò è dimostrato dal sarcofago che si trova addossato alla parete della navata sinistra, dall’urna funeraria che illo tempore conteneva i resti di San Clemente, ormai profanati, e dai corpi ritrovati sepolti nel giardino retrostante l’abbazia.

Non voglio dilungarmi nel descrivere i monumenti e i vari elementi architettonici, altrimenti vi toglierei il gusto e la voglia di visitare questo luogo. Vi consiglio vivamente di passare qualche ora in questo luogo santo, sia che siate amanti dell’arte, sia che siate amanti della vita ad aria aperta, potrete spendere la giornata a fare fotografie o fare un picnic nello spazio verde che circonda la struttura.

(Foto di Giovanni Lattanzi, per gentile concessione)

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4 commenti a “L’abbazia di San Clemente a Casauria, attraverso la tradizione pastorale e i versi d’annunziani”

  1. crearesogni scrive:

    Una curiosità legata alla storia dell’abbazia prima della consacrazione alla SS. Trinità (solo in un secondo tempo fu consacrata a San Clemente) da parte dell’imperatore Ludovico II: nei pressi dell’attuale chiesa basilicale (che sola sopravvive del complesso che invece in epoca normanna - XII secolo - doveva essere molto più esteso) in epoca tardo-antica esisteva la chiesetta dedicata a S. Quirico, le cui evidenze archeologiche, a quanto ne so, non sono ancora emerse.

  2. Valeria Gatopoulos scrive:

    Quello che ha detto è giusto, ho cercato altre notizie e ho ritrovato la data di edificazione nel 871 appunto, anno in cui è stata, come giustamente precisato, dedicata alla SS. Trinità. Tuttavia, già dall’anno successivo, nel 872 quindi, fu consacrata a San Clemente. -La cosa è documentata anche sull’architrave, dove viene rappresentato il trasporto delle reliquie nell’Abbazia-
    Per quanto riguarda la chiesa di San Quirico essa sorgeva già prima che San Clemente venisse edificata, e precisamente in quell’area che prima era dedicata ad un tempio di Giove.
    Il complesso in epoca normanna pare fosse stato distrutto quasi in toto e si pensa (ho appena effettuato ulteriori ricerche) che ci fosse un monastero benedettino che dopo il saccheggio e la distruzione ad opera dei normanni e dei saraceni, fu ricostruito dall’abate Leonate e nuovamente distrutto dal terremoto avvenuto un secolo e mezzo dopo, il secondo restauro è dedicato solo a metà della struttura, il resto è andato perduto.
    Grazie mille per le informazioni =)

  3. crearesogni scrive:

    Le Sue informazioni storiche ed architettoniche sono precise, puntuali e rivelano un profondo interesse per il monumento.
    Studio da anni l’abbazia di San Clemente, attraverso soprattutto la lettura e l’interpretazione del Chronicon, per cui avrei piacere, se per Lei va bene, confrontarci sulla storia e scambiarci informazioni.
    Per me e la mia società sarebbe senz’altro un ottimo modo per arricchire le nostre conoscenze e parlare con qualcun altro di ciò che ci appassiona.

  4. Valeria Gatopoulos scrive:

    Buongiorno, le rispondo solo ora, mi scusi.
    Le spiego, io sono una studentessa universitaria, le conoscenze che ho sono limitate per lo più a ricerche personali. Se vuole però potrei collaborare con Lei e fare delle ricerche mirate, limitate al tempo che ho.
    Mi faccia sapere, nel frattempo La ringrazio e Le auguro buona giornata.

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