7 Giugno 2008

Una realtà a molte facce che parla a tutte le età: Il Museo Castello dei Burattini

di Marina Greco (Blog Parma. Interviste Musei)

Marta Siri, operatrice del “Castello dei Burattini- Museo Giordano Ferrari”, ci racconta questa fantastica realtà:

gruppo-di-burattini-e-marionette.jpgCome è nato il museo?
Il “Castello dei Burattini- Museo Giordano Ferrari” è nato nel 2002 a seguito di una operazione congiunta tra Comune di Parma, Provincia di Parma, Banco di Sardegna e Istituto Beni Culturali della Regione Emilia Romagna, con l’obiettivo di rendere pubblica la collezione di Giordano Ferrari, burattinaio parmigiano e collezionista di oggetti, manufatti e documenti riguardanti il teatro di animazione.

Qual è il patrimonio che lo caratterizza? manifesto-italo-ferrari-fra-i-selvaggi.jpg
Il Castello dei Burattini possiede migliaia di pezzi: burattini, marionette, ombre, pupazzi, oggetti di scena, fondali teatrali, manifesti, copioni manoscritti, volumi antichi, filmati, documenti costituiti da testimonianze orali, manoscritte, fotografie, articoli;

Cosa attira di più i visitatori?
La particolarità dei materiali esposti: oggetti antichi e belli, provenienti da un mondo ricco di fascino, poco conosciuto e molto “raccontato”: è il mondo del teatro popolare, che ha perduto la sua originaria funzione nel corso del Novecento. Il Museo mostra da vicino questo mondo.

Quale opera o collezione le piace personalmente di più?fondale-accampamento-campogalliani.jpg
La collezione costitutiva del Museo è la collezione G. Ferrari; in seguito a questa si sono aggiunte una serie di donazioni: la collezione di Franco Cristofori, quella di Amilcare Adamoli, i materiali del Gruppo 80, la donazione Don Moroni.
Ogni manufatto-documento racconta attraverso le scelte del collezionista una parte di storia di teatro e di storia del novecento: il Fondo Giordano Ferrari offre certamente il panorama più completo, con marionette e burattini provenienti da tutta Europa, pezzi antichi di primo Ottocento, documenti riguardanti tutte le compagnie esistenti e cessate, i loro manifesti e i copioni teatrali.
La Raccolta Franco Cristofori si caratterizza per l’integrità e la completezza delle marionette e dei burattini, i quali sono accompagnati da un carteggio tra il collezionista e il precedente proprietario che risulta utile per ricostruire la storia del manufatto.fondale-appartenuto-alla-compagnia-rizzoli-di-bologna-1914.jpg
La Donazione Adamoli è costituita da materiali usati dal burattinaio ma non costruiti da questo: Amilcare Adamoli era un ingegnere di mestiere e burattinaio per hobby. I suoi burattini, la baracca, i fondali erano gli strumenti per i suoi spettacoli.
Il Fondo Gruppo 80 è costituito dai pupazzi che divennero le icone della televisione commerciale (alla sua nascita, negli anni ottanta). Sono testimonianza importante di un nuovo linguaggio in uso ad un mezzo potente che utilizza in questa fase manufatti tradizionali.
Nella loro peculiarità tutti questi fondi sono importanti ed affascinanti, occorre considerare che rispondono a curiosità diverse, avendo avuto origini e funzioni differenti: sta qui il valore del patrimonio del Museo, nel suo rappresentare una realtà a molte facce.

italo-ferrari-con-i-suoi-burattini-1920.jpg Qual è la valenza didattica del suo patrimonio? Come e con quali risultati si rivolge agli studenti?
Utilizziamo l’esposizione del Museo per realizzare visite guidate: a seconda della composizione del gruppo il linguaggio cambia.
Per i ragazzi più piccoli si presentano i personaggi e le loro peculiarità di carattere; per i più grandi e gli adulti si introducono i concetti specifici del teatro di animazione, attraverso il percorso espositivo.
Per gli studiosi e gli appassionati si offre l’accesso ai documenti del Centro studi. I progetti didattici vengono offerti alle scuole ogni anno sotto forme diverse: per le scuole elementari e medie le classi visitano il museo, vedono uno spettacolo di burattini, ascoltano una storia e alla fine del percorso ogni ragazzo realizza un burattino, che muove e fa parlare dentro un teatrino; le scuole superiori accedono al patrimonio documentario, con il quale si avviano al rapporto con i documenti di prima mano.
L’attività didattica si pone prioritariamente l’obiettivo di fare conoscere alle scuole l’esistenza del teatro popolare nelle sue forme, il quale ha avuto enorme diffusione tra Otto e Novecento, ed è ancora riproducibile senza tecnologia alcuna, ma solo con gli strumenti del corpo umano: la voce e le mani. I risultati vanno al di là della conoscenza: riprodurre lo spettacolo coinvolge la manualità, impegna la fantasia, dà alla classe un nuovo equilibrio, soprattutto dà al singolo attore la soddisfazione di una grande vittoria, quindi conferma di sé, autostima.

mani-di-pupo-siciliano.jpgCi sono appuntamenti clou e rassegne prestigiose da non perdere?
Il Museo organizza alcuni momenti nel corso dell’anno: tra luglio e agosto la tradizionale “Rassegna internazionale Marionette Burattini”, e la notte di S. Ilario (13 gennaio) “Notte Curiosa” incontro fiume con spettacoli continui in contemporanea, dalle 6 di sera fino a notte inoltrata.
In ottobre il castello dei Burattini partecipa alle “Verdiane”, un mese di iniziative dedicate a Giuseppe Verdi e alle sue opere. Verranno proposti tre spettacoli di burattini-marionette-pupi legati all’opera lirica, ed un approccio didattico “Imparo l’opera” dedicato ai più piccoli.

Quali sono i servizi che offrite ai visitatori?
Visite guidate a richiesta, spettacoli per le scuole e le famiglie, laboratori per la costruzione di burattini, laboratori a tema per il recupero di antiche abilità (tessitura), consultazione di documenti d’archivio attraverso il Centro studi del Museo, mostre temporanee.

fiorellini-canterini-gruppo80.jpgQuale ruolo assolve, dal punto di vista sociale e culturale, nell’ambito territoriale?
Il Museo anche per la sua posizione privilegiata (in centro città, all’interno di uno spazio verde pubblico) è punto di incontro e di sosta per le famiglie e per i turisti. Per gli abitanti della città e dell’area definita “padana” il riconoscimento delle forme di teatro comuni, dei personaggi della propria cultura popolare e di un dialetto riconoscibile, genera un senso di appartenenza costituito dalla identica matrice di cultura immateriale.logo-castello-dei-burattini.jpg

Come immagina il museo da qui a dieci anni?
Tra 10 anni il museo potrà parlare ancora con tutte le fascie d’età, avrà salvato il suo patrimonio dalla dispersione e dalla cattiva conservazione e ne avrà incrementato la consistenza; avrà studiato i materiali che custodisce in archivio e messo questa conoscenza a disposizione di tutti.
Il Museo sarà momento di coordinamento e confronto con le realtà teatrali che in Europa e nel mondo vanno emergendo.

Riferimenti:
Museo - Castello dei Burattini di Parma
Via Melloni, 3/a - Parma
Telefono: 0521-218873

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2 commenti a “Una realtà a molte facce che parla a tutte le età: Il Museo Castello dei Burattini”

  1. Andrea Vallini scrive:

    Non lo conoscevo, ma mi sembra molto interessante. Anch’io mi occupo di teatro e di burattini, mi sembrano una forma espressiva interessante e creativa, purtroppo poco conosciuta. Nel nostro laboratorio prepariamo diversi oggetti su questo tema: burattini scolpiti, teatrini da camera, marionette, sculture in legno. Mi piacerebbe poter collaborare e anche scambiarci idee e progetti. (www.ilteatrinodeiranocchi.com)

  2. Marina Greco scrive:

    Ciao Andrea,
    sono felice che il museo ti abbia appassionato!
    è una realtà davvero interessante e creativa, come la tua attività!
    Sai che stiamo intervistando anche gli artigiani?
    Potrebbe interessarti?

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