3 Settembre 2008

Lo sguardo più a Oriente dell’Italia

di Marcello Di Sarno (Blog Otranto. Interviste Sindaci)

Il sindaco di Otranto Luciano Cariddi intervistato per Comuni-Italiani.it

Come si presenta Otranto a chi oggi la vive quotidianamente?
Otranto si presenta come una città piccola, considerati i suoi circa 5.000 abitanti effettivi, ma ricca di storia e cultura, con i suoi paesaggi mozzafiato, con il suo mare cristallino. E’ una città tranquilla, a misura d’uomo. Offre una qualità della vita abbastanza buona, fatta esclusione per il periodo di alta stagione, nei mesi estivi, in cui il notevole flusso turistico mette in Luciano Cariddidifficoltà l’organizzazione cittadina dal punto di vista della viabilità, quiete pubblica e servizi di pulizia.

Tre validi motivi per visitarla?
La nostra città offre tanto ai visitatori che ogni anno la scelgono come meta per le proprie vacanze. Etnie differenti, in passato, hanno vissuto qui, lasciando indelebili tracce nella sua storia, nella cultura e nel folclore. L’architettura e l’arte testimoniano questo passaggio.
Da visitare la splendida Cattedrale, iniziata nel 1080 sotto il pontificato di Gregorio VII, e ultimata e consacrata il 1° agosto del 1088, sotto Urbano II. La Cattedrale è la sintesi di stili differenti come quello paleocristiano, quello bizantino e quello romanico, tutti perfettamente fusi. Al suo interno il maestoso mosaico pavimentale commissionato nel 1163 dall’arcivescovo di Otranto Gionata ed eseguito dal monaco Pantaleone, preside della facoltà di pittura dell’Università di Casole.
Otranto offre tanto anche da un punto di vista paesaggistico-naturalistico. La costa che si estende da nord a sud vanta panorami differenti e suggestivi. Dalle alte scogliere a sud, alle spiagge di Alimini a nord. La zona di Alimini, poi, è anche caratterizzata dalla presenza di due laghi e da vaste zone pinetate.
Ultimo, ma non ultimo, motivo per visitare Otranto è rappresentato dal suo bagaglio culturale e dalle tante tradizioni che ancora sussistono.

Chi o cosa, secondo lei, ha plasmato l’identità degli otrantini?
Certamente la storia di questa città ha plasmato l’identità dei suoi abitanti, rendendoli ciò che sono oggi. Mi riferisco, in particolar modo, ai fatti accaduti nel lontano 1480, quando i turchi giunsero ad Otranto, la saccheggiarono e la conquistarono, uccidendo circa ottocento uomini che noi tuttora celebriamo in una grande festa il 13 e 14 agosto. Quegli eventi segnarono profondamente la vita degli otrantini, lasciando una traccia indelebile anche nelle future generazioni.

Per quale aspetto della sua città e della sua gente va personalmente fiero, da cittadino prima ancora che da uomo delle istituzioni?
Ciò che mi rende veramente fiero è la solidarietà e l’accoglienza che gli otrantini dimostrano al forestiero. Mi riferisco ai turisti, ma anche a fatti avvenuti qualche anno fa che molto bene possono testimoniare questo concetto.
Tra il febbraio e il marzo del 1991, infatti, imbarcazioni cariche di profughi albanesi hanno fatto capolino all’orizzonte. Scappavano da una triste realtà, con la speranza di trovare, nel territorio italiano, la tanto agognata “America”. Gli otrantini, in quell’occasione, non si sono risparmiati ed hanno accolto gli esuli con affetto e con l’ospitalità che li contraddistingue.

Tra progetti da portare a termine e traguardi ambiziosi da perseguire, come vede il futuro di Otranto?
Otranto è una città che è riuscita a trovare un suo giusto equilibrio. I progetti per il futuro sono fondamentalmente indirizzati a migliorare la qualità della vita, anche e soprattutto nel periodo estivo.
Si dovrà, pertanto, puntare su due diverse tipologie di investimento: da un lato, la crescita culturale della comunità, che deve acquisire sempre maggiore consapevolezza e responsabilità nei confronti di un patrimonio ereditato; dall’altro, un investimento che deve essere indirizzato verso una maggiore infrastrutturazione che consenta di riqualificare alcuni spazi cittadini, ma soprattutto migliorare la viabilità veicolare e quindi la mobilità cittadina in genere.

Una domanda che vorrebbe sentirsi rivolgere sulla sua città e la risposta che darebbe.
La domanda che vorrei sentirmi rivolgere è “come vedi Otranto tra 10 anni?”.
La risposta: una città dell’accoglienza in cui sia piacevole vivere quotidianamente e trascorrere qualche giorno di vacanza.

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1 commento a “Lo sguardo più a Oriente dell’Italia”

  1. salinger scrive:

    quale amante di Otranto, nonchè redattore del portale cittadino [url]www.otrantopoint.com[/url], non posso che condividere molto di ciò che il sindaco ha dichiarato. Debbo inoltre rivolgere dei ringraziamenti per la passione che mette nel suo operato, si nota che la sua impostazione amministrativa è fortemente orientata a far crescere la città. Solo una piccola aggiunta per gli utenti del forum, visitate Otranto lo merita e lo meritate voi.

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