19 Settembre 2008

Lo spettacolo perenne dei Serrai di Sottoguda

di Andrea Bonfiglio (Blog Rocca Pietore. Itinerari Turistici)

Gola di SerraiLa maestosa bellezza delle dolomiti è cosa nota al mondo ormai da secoli. Il loro rinomato splendore è associato, nell’immaginario collettivo, soprattutto al periodo invernale, fase dell’anno in cui il paesaggio montano è caratterizzato dall’abbondante presenza di candida neve e dalla suggestiva cornice dei ghiacciai.

La magia delle sfumature di bianco – colore preponderante della stagione fredda – che si contrappone per incanto all’intensità di un cielo a tratti azzurro ed a tratti grigio, rappresenta tuttavia un banale luogo comune che rischia di negare a molti visitatori la gioia di godere di un altro genere di panorama. Fortunatamente, però, negli ultimi anni un crescente numero di turisti ha iniziato ad avventurarsi tra queste magnifiche vette dell’Italia settentrionale anche durante l’estate e la primavera, potendo di conseguenza apprezzarne un fascino semisconosciuto.

I Serrai di Sottoguda, suggestive gole che sorgono tra l’omonima frazione e quella di Malga Ciapela, nel territorio di Rocca Pietore, costituiscono l’emblema di questa situazione. Noti prevalentemente agli scalatori ed a quanti potrebbero essere definiti come “uomini del gelo”, questi capolavori letteralmente scolpiti – è proprio il caso di dirlo! – da Madre Natura iniziano ad ottenere l’apprezzamento degli amanti della natura in genere, votati più alle rilassanti passeggiate che alle scalate estreme.

Il percorso, lungo all’incirca due chilometri, inizia a valle – salvo che, trovandosi a provenire in auto dal versante opposto, non si voglia partire dalla cima – alla presenza di un cartello ligneo prettamente turistico che ne annuncia il “via”. Già all’imbocco della strada scavata tra due imponenti pareti di roccia scura si è colti da un’intensa emozione. La vista dell’acqua che sgorga naturalmente dalla pietra, originando cascate lunghe perfino alcune decine di metri, rappresenta poi il valore aggiunto che rende il posto un vero e proprio spettacolo naturale.

Il cammino prosegue “obbligato”, attraverso una serie di dolci tornanti alle cui spalle, di volta in volta, si rivela una veduta sempre incantevole.
“Perché scomodarsi a raggiungere l’Arizona quando il Grand Canyon ce l’abbiamo noi, in Italia?” sentenzia orgogliosamente qualcuno tra la folla, in preda ad un giustificato entusiasmo. A ben vedere, onestamente, non è proprio la stessa cosa, ma come dargli torto? Lo charme, in fondo, è il medesimo.

Tra gli “incontri” che si possono fare durante il tragitto spiccano quelli con una graziosa chiesetta e una statua della Madonna (la Vergine dei Serrai) collocata in una nicchia tra la roccia, dove sorge una sorta di piccolo santuario. Qui i devoti non si lasciano scappare l’occasione di lasciare dei fiori, un rosario o un’immagine sacra ed al contempo di recitare una preghiera in memoria di quanti – come si legge su d’una targhetta ivi esposta – sono stati presi per sempre dalla montagna.

Non mancano nemmeno le opportunità di svago per i più piccoli, che durante l’intero percorso hanno la possibilità di conoscere varie storielle e leggende attraverso una nutrita schiera di personaggi inanimati posizionati qua e là ai bordi della strada.

Un itinerario, dunque, che appare perfetto – in ogni stagione! – per chiunque: uomini, donne e bambini; alpinisti e podisti; coppie, single e allegre famigliole…

(Foto di GDelhey in Licenza Creative Commons)

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