“Il primo de’ patrioti italiani è morto”. Così recita l’incipit commosso del Corriere della Sera del 3-4 giugno del 1882.
Dal mattino alla sera del 2 giugno Caprera, l’Italia e il Mondo intero trattennero il respiro sotto l’incalzare di dispacci d’agenzia e voci ufficiose che, con il passare delle ore, riducevano al lumicino le speranze di veder ristabilito il gen. Giuseppe Garibaldi.
Raccolta in quelle tragiche ore attorno alla splendida casa, che lo stesso aveva costruito con le sue mani ispirandosi ai famosi “stazzi” galluresi, la comunità del piccolo isolotto dell’arcipelago della Maddalena. Quella Caprera scelta come ultima serena dimora e che da selvaggia terra di pastori aveva trasformato in un laboratorio pionieristico per la sperimentazione di nuove tecniche agrarie. Su di essa erano puntati gli occhi del Mondo.
A scatenare lo sgomento generale fu un primo dispaccio dell’agenzia Stefani:
“Maddalena, 2 giugno – Lo stato del generale è gravissimo”.
Di qui la notizia raggiunse la Camera dei Deputati allora presieduta da Domenico Farini e che, come riportato dal Corriere, si apprestava a discutere due disegni di legge proposti da Francesco Crispi, uno sull’indennità dei deputati, l’altro sulle incompatibilità parlamentari.
In apertura di seduta il presidente del Consiglio Agostino De Pretis riferisce “che la salute del generale si è nuovamente alterata per un assalto di catarro bronchiale ma no v’è nulla d’allarmante”. Di lì a poco la situazione precipita fino all’irrimediabile.
Tocca ancora alla storica agenzia italiana, la Stefani appunto, annunciare il tragico evento e ricostruire gli ultimi istanti di vita dell’Eroe dei due mondi:
“Roma, 2 giugno – Dall’isola della Maddalena giunge al Governo la dolorosa notizia che il generale Garibaldi mancò di vita alle ore 6 e mezzo pom. d’oggi”.
“Maddalena, 2 giugno – Nelle ultime ore Garibaldi chiese ripetutamente se il vapore con il dottore Albanese fosse in vista. Il medico rispose di no. Il malato parve afflitto del ritardo, chiese di Manlio (il figlio n.d.R.) e poco dopo spirò. Sembra addormentato. Il generale indossa un puncho bianco con una papalina di velluto. Fanno servizio di onori un picchetto con un ufficiale della Cariddi”.
Non meno commosso il tono degli amici d’oltreoceano. Così apre il glorioso “New York Times”:
“La morte del Generale Garibaldi; l’opera di una vita dell’anziano patriota italiano”
“ROME, June 2.- Quest’oggi era stato annunciato che il Gen Garibaldi giaceva gravemente ammalato di bronchite, nella sua dimora sull’isola di Caprera. Tutti i suoi familiari, residenti tra Roma e Genova, erano stati convocati in gran fretta, ma erano appena partiti per essere al suo capezzale, quando è arrivata la notizia che il generale Garibaldi era spirato. La morte è sopraggiunta alle 6,30 della sera precedente”.
Oggi Caprera, parte del Comune de La Maddalena, è una tappa di enorme valore storico nei circuiti internazionali del turismo culturale. Ciò è stato possibile grazie ai preziosi cimeli, ai documenti e alle numerose testimonianze lasciate dal glorioso combattente alla sua cara isola e che oggi costituiscono il corpus del Museo garibaldino. Quest’ultimo, tra i più visitati in Italia, è, insieme alla casa, alla tomba dell’eroe e della sua mitica cavalla Marsala e alla zona circostante (dichiarati monumento nazionale con la legge n. 503 del 1907), preso d’assalto durante tutto l’anno da migliaia di turisti. Ma non solo.
E’ consuetudine da parte di molti presidenti della Repubblica italiana venirci a soggiornare e a omaggiare i luoghi garibaldini”. Tra questi c’è l’attuale capo di Stato Giorgio Napolitano che nell’agosto di quest’anno ha attribuito alla città un importante riconoscimento. La notizia è ripresa da “L’Unione Sarda” del 20 agosto 2008:
“Una permanenza strettamente privata che si è invece trasformata in una ininterrotta serie di incontri istituzionali e dichiarazioni istituzionali. A partire dalla conferma per il G8, autorevolissima, che sgombra il campo da possibili dirottamenti verso altre sedi italiane, all’annunciata visita ufficiale in occasione del 150º anniversario dell’Unità d’Italia (nel giugno del 2011, in occasione della ricorrenza della morte dell’eroe dei due mondi, Giuseppe Garibaldi), con l’inserimento della Maddalena e di Caprera nel programma ufficiale delle celebrazioni nazionali”.
6 commenti a “E’ morto Giuseppe Garibaldi”
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Fantastico… un tuffo nella storia..bellissimo..
Che dire, non ho parole! Bello anche il collegamento con l’articolo su Napolitano.
Grazie Sofia e Leonardo,
le vostre parole sono ancor più gradite tenendo presente che si tratta di un primo esperimento per la nuova sezione di articoli.
Devo riconoscere che è un lavoro delicato, visto che si ha a che fare con documenti storici con nessun margine lasciato all’inventiva, ma di gran lunga affascinante per la possibilità di consultare pubblicazioni antichissime e di vivere le emozioni dirette di un evento storico, nel mio caso di portata mondiale.
Ovviamente ciò è molto più facile quando si scelgono grandi città o fatti di portata nazionale, più complicato sarà affrontare le vicende di piccoli comuni.
Ma rappresenta soltanto un’altra sfida che assieme a voi possiamo vincere.
Grazie ancora e buon lavoro
Ben fatto! Ora ci aspettiamo tutti molte altre numerose schegge, dello stesso livello qualitativo!
Anche a me è piaciuto molto
Grazie mille Sara,

ma come ha detto Massimo adesso bisogna ingranare la marcia e sono convinto che possiamo fare anche meglio.