16 Gennaio 2009

Il sacro fuoco dell’Alta Val Torre

di Marcello Di Sarno (Blog Tarcento. Interviste Sindaci)

Il Sindaco di Tarcento Roberto Pinosa intervistato per Comuni-Italiani.it

Tarcento e le tradizioni. Perché è chiamata anche la “terra del fuoco”?
Per la forte simbolicità di questo elemento nella nostra manifestazione natalizia più suggestiva: Il Palio dei Pignarulas. di cui si è da poco celebrata l’81esima edizione.
E’ legata alle celebrazioni dell’Epifania ed è suddivisa in tre fasi. La prima è quella della gara dei carri infuocati che vede sfidarsi le dodici frazioni del paese; di grande effetto scenico è vedere il fuoco crescere per il vento e sprizzare faville lungo la sua scia. Poi segue la parte di maggior valore storico, con una sfilata in costume trecentesco di oltre 300 figuranti - tra alabardieri, giocolieri, etc. - che rappresenta il matrimonio dell’allora signore di Tarcento, celebrato nel Castello di Coja. Sempre a Coja, la frazione che dalla collina domina il comune, si tiene la fase conclusiva e focale del palio, con l’accensione del “pigrarul grant” , ossia del falò più grande che dà il segnale a quelli più piccoli delle frazioni circostanti.

Cosa simboleggia questo rito epifanico?
La sua forte valenza simbolica è legata allo storico personaggio del Vecchio Venerando che - come la Pizia dell’Oracolo di Delfi - fa il vaticinio sull’anno appena iniziato, a seconda della direzione del fumo. In ciò si fa appello a un antico detto friulano, che in italiano suona grossomodo così: “Se il fumo va a est, l’annata è buona prendi il sacco e vai al mercato “ cioè l’annata è buona, “se il fumo va al tramonto, verso ovest, prendi il sacco e vai per il mondo” nel senso che qui non troverai sufficiente lavoro per campare.

Roberto Pinosa

L’Epifania per la città segna anche l’appuntamento con quelli che possiamo definire gli “Oscar del Friuli”.
Il Premio Epifania, infatti, è assurto ormai a una sorta di “cavalierato del Friuli”, racchiude in sè la quintessenza della friulanità. Ci giungono numerose richieste di candidature e anche per questo abbiamo deciso da qualche anno di attribuirne due. E’ un riconoscimento per coloro che hanno tenuto alto il nome del Friuli nel mondo con la loro attività professionale. Quest’anno, per la 54sima edizione, il premio è andato alla Società filologica friulana che nel 2009 compirà 90 anni di attività, fatta di pubblicazioni, di ricerche, di iniziative culturali volte alla salvaguardia e alla diffusione del friulano; e all’atleta Chiara Cainero, medaglia d’oro nel tiro al volo, specialità skeet, alle ultime Olimpiadi di Pechino.
In passato il riconoscimento è stato attribuito tra gli altri al nobel per la fisica Carlo Rubbia, al presidente dell’Udinese calcio Giampaolo Pozzo, alla storica famiglia Nonino produttori dell’omonima grappa.

Non manca molto al Carnevale, altro evento atteso dalle vostre parti. Perché?
Senza dubbio. Anche Tarcento è interessata dall’antica tradizione del Carnevale radicata in molti comuni delle Alpi Orientali. Tuttavia c’è un elemento identitario che contraddistingue il nostro rispetto agli altri: i Tomats, le maschere lignee, che in passato venivano intarsiate dai contadini durante le pausa del lavoro dei campi. Oggi quest’arte tramandatisi di padre in figlio, sopravvive grazie ad alcuni artigiani che le espongono in occasione di eventi e mostre.

Il Festival dei Cuori: quando la cultura popolare parla un linguaggio universale.
E’ una rassegna di folklore internazionale che si svolge qui, nel mese di agosto, da circaquarant’anni e che richiama turisti da ogni parte della regione. Alla scorsa edizione abbiamo registrato 2000 visitatori, con partecipanti provenienti dalla Cina, dall’Argentina, dalla nuova Zelanda.
Pensi che qui si sono ritrovati fianco a fianco e in totale armonia russi e georgiani, mentre le due rispettive nazioni si facevano la guerra. Tutti uniti nell’allegria della danza e soprattutto nella riscoperta delle proprie radici culturali.

Tarcento in prima linea nella dialogo interculturale e nella difesa dei diritti dei bambini.
Siamo orgogliosi di ospitare il Centro per le adozioni internazionali, che in decenni di attività, lottando contro le lungaggini della burocrazia e le legislazioni diverse da stato a stato, è riuscito a portare in porto tantissime adozioni. All’interno opera una struttura qualificata in contatto quotidiano con i paesi stranieri, mediando tra i bambini e le famiglie in cerca di adozioni. Non è un caso che sia nata qui, dove l’attenzione alle categorie deboli e ai meno fortunati permea il comune sentire dei tarcentini.

Il suo personale ricordo del terremoto del Friuli del 1976.
La casa dove vivevo con i miei genitori fu colpita dal sisma, come del resto la maggior parte dell’abitato. Ricordo gli 8 morti di Tarcento, tutti appartenenti alla stessa famiglia e le ancor più gravi perdite di altri comuni, come Gemona. Soltanto grazie alla nostra capacità di ricominciare e agli aiuti provenienti da tutta Italia, dalla Germania e dall’Austria è stato possibile completare la ricostruzione in 10 anni. Da allora, ad ogni commemorazione dell’evento, è invalso il detto locale, che qui traduco: “Il Friuli ringrazia e non dimentica”.

Oggi quali sono i ritmi di vita della cittadina nota come la “perla del Friuli”?
Le cito una piccola inchiesta condotta sulla realtà imprenditoriale locale dal “Sole 24 ore” nel febbraio 2008. In esso si sottolineava come ci fosse una grande richiesta da parte delle aziende a investire sul nostro territorio e sui fattori che determinavano questa tendenza. In primis per la logistica: la felice localizzazione rispetto agli assi stradali principali e ai traffici commerciali fra Prealpi e pianura.
In secondo luogo per la rapidità e la validità di risposta della burocrazia cittadina, cui va associato il ruolo secondario svolto dal settore pubblico nell’economia, tutto a vantaggio della libera iniziativa. Abbiamo 721 aziende, tutte floride che non sono state toccate dalla crisi e molte ci chiedono di poter aprire qui.
In ultimo va considerato il costo della vita medio-basso, in particolare dei prezzi contenuti degli appartamenti che spingono sempre più famiglie a trasferirsi qui.
Prevale in generale una visione aziendalistica della macchina amministrativa, nella misura in cui questa deve sempre rispondere a criteri di efficienza e immediatezza. Ottica da me acquisita nella mia lunga esperienza quale dirigente d’azienda e applicata all’attività amministrativa.

Progetti sul fronte turistico?
Stiamo operando con piccoli interventi, ma funzionali al rilancio del settore. Abbiamo introdotto i mercatini natalizi; realizzato ex novo una pista sul ghiaccio, l’unica del Friuli al coperto, su cui si svolge una manifestazione Sglicià di gust a Tarcint; introdotto l’October fest tarcentino, grazie al gemellaggio con la città bavarese di Unterföhring.
Previsti interventi di tutela ambientale, tra cui un impianto a bio masse in una caserma dismessa e un’ecopiazzola. Più altri interventi di risistemazione dell’assetto stradale.

Su cosa poggia l’appeal turistico di Tarcento?
Sulla sconfinata bellezza del suo paesaggio. Siamo la porta d’accesso di una delle più belle valli friulane: l’Alta Val Torre preziosa per le sue cavità carsiche tra cui la Grotta Nuova di Villanova. Da qui si raggiungono punti panoramici di enorme interesse come il Monte Chiampeon, che di questi tempi offre un fenomenale colpo d’occhio sulla cornice innevata delle Prealpi Carniche. La natura incontaminata dei luoghi del torrente Torre, con le cascate, la zona degli antichi Mulini, i ponti.
Il fascino storico dei nostri borghi distribuiti in frazioni come Sedilis, famosa per i vitigni e le antiche osterie, e Coja, posta sulla sollina e dove si possono ammirare i resti del castello medievale dei Machland - dinastia al potere nel XII secolo - e il seicentesco Palazzo Frangipane. Quest’ultimo è sede della “Repubblica delle arti”, una mostra permanente di artisti tarcentini di ieri e di oggi.

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