Intervistiamo su Orta San Giulio Elena Gandini, guida turistica abilitata della provincia di Novara:
Essere guida turistica, per lo stretto legame con la gente e il territorio, è quasi una vocazione. Quando ha capito che voleva essere una guida turistica?
Ho scelto di fare la guida turistica perché fin da bambina sono stata affascinata dall’arte, in tutte le sue espressioni; crescendo, poi, ho maturato esperienze lavorative che mi hanno permesso di conoscere popoli e culture diverse, alimentando la mia predisposizione ai contatti umani e alla comunicazione verbale. Quindi, quale lavoro poteva calzarmi meglio, amando l’arte e volendola comunicare? La guida turistica… appunto.
Cosa le piace di più nel suo lavoro?
Del mio lavoro mi piace tutto: dall’emozione che provo ogni volta che incontro un nuovo gruppo, alla passione che cerco di trasmettere quando spiego, dalla cordialità che ricevo alla consapevolezza di svolgere un servizio di utilità sociale.
Come caratterizza il suo servizio di guida?
A mio parere, per una buona riuscita della visita, trovo essenziale predispormi verso il gruppo senza atteggiamenti distaccati, cercando di creare quel giusto “feeling” che mi permette di ottimizzare l’esposizione, esercitandola con professionalità ma in modo del tutto naturale.
Altro punto forza è senz’altro la preparazione: questo lavoro implica uno studio continuo e un aggiornamento costante.
Ci parli di Orta San Giulio.
Del Lago d’Orta si può parlare come di una perla incastonata in quella zona a nord del Piemonte chiamata Cusio, a due passi dal Lago Maggiore.
Meno conosciuto, il piccolo lago d’Orta (poco più di 18 kmq di superficie delle acque) si rivela, da subito, un luogo incantato, senza tempo, dove la bellezza paesaggistica viene esaltata dal patrimonio artistico delle principali chiese e dalle lussuose dimore storiche, che si diramano verso il lago con terrazzamenti e giardini secolari.
Il borgo d’Orta, considerato uno dei più belli d’Italia, vanta una piazza centrale disposta come un salotto, rivolta verso l’isola di San Giulio.
Piccoli palazzi e casette addossate le une alle altre sono sorrette da porticati, che corrono su tre lati della piazza, lasciando libero il quarto, dove sono disposti giardinetti curati, in direzione del lago.
Proprio da lì, partono i tipici battelli che fanno da spola tra il Borgo e l’Isola.
Sul lato sud del paesino domina dal 1582 il Palazzo della Comunità, antica sede comunale e Palazzo di Giustizia, arricchito su due lati da affreschi di stemmi vescovili, simboli del potere che i vescovi esercitarono per secoli sulla Riviera d’Orta e sull’Isola di San Giulio.
Di fronte, si apre una scalinata chiamata Salita della Motta, lungo la quale troviamo una piccola casetta, detta “dei nani” per le minuscole finestrelle che la caratterizzano.
In cima alla salita, la Chiesa Parrocchiale è dedicata alla Madonna, e conserva all’interno una pregevole tela del Procaccini, raffigurante San Carlo Borromeo in processione a Milano.
Infine, doverosa è la visita all’isola di San Giulio, che la tradizione vuole cristianizzata da San Giulio nel 390 d.C dopo aver cacciato i demoni e i serpenti che la infestavano. All’episodio è legata la costruzione della centesima chiesa, di cui oggi non resta più nulla.
Da visitare l’attuale Basilica in stile romanico, risalente all’VIII secolo; al suo interno troviamo pregevoli affreschi del XV e XVI secolo. Il capolavoro per eccellenza però è l’ambone, una delle sculture romaniche più significative del nord Italia.
L’isola denominata “del silenzio”, accoglie i suoi visitatori in un’atmosfera pacata e surreale, dove tutto ruota intorno all’edificio più imponente: l’Abbazia Mater Ecclesiae, un convento di suore di clausura benedettine, ex seminario, sorto sulle rovine di un antico castello.
Sulla piazzetta antistante l’imbarcadero, si gode di un panorama unico: alzando gli occhi verso il promontorio che sovrasta Orta è possibile ammirare alcune delle venti cappelle del Sacro Monte, un immenso patrimonio artistico, dedicato alla vita di San Francesco d’Assisi.
Un vero peccato non visitarlo!
In che periodo dell’anno ci consiglia di visitare questa zona?
Come per la maggior parte dei laghi prealpini, il periodo migliore per una visita va da aprile ad ottobre, anche se è in primavera che la natura si esprime al massimo con bellissime fioriture di camelie, azalee, oleandri, rododendri e glicini. Inoltre, in questo periodo si tiene un’importante manifestazione denominata “Orta in fiore”, che prevede per ogni anno un arredo floreale a tema.
Quindi il posto giusto per una vacanza di assoluto relax?
Sicuramente. I turisti sono incuriositi dalle peculiarità di questo luogo rappresentate da viottoli con scorci bellissimi, da negozi di prodotti tipici con degustazione in strada, dal contenimento dello sviluppo urbanistico che preserva il Borgo antico. La cordialità dei cittadini ortensi, che abbracciano la politica dell’accoglienza, attira ogni turista amante della semplicità e della natura.
Con sempre maggior frequenza ci fanno visita anche scolaresche e gruppi legati al turismo culturale, che vengono in zona alla scoperta delle bellezze di questi luoghi lontani dal caos delle città.
Si ricorda un episodio curioso capitato durante un giro in zona?
Durante una visita guidata sull’isola di San Giulio mi è capitato di mostrare al gruppo un particolare campanello a forma di serpente, a ricordo della leggenda che voleva l’isola infestata dal male prima dell’arrivo di San Giulio. Distrattamente, ho bussato senza accorgermi e all’improvviso è venuta ad aprirci la gentilissima proprietaria che, per niente scocciata, ci ha invitato ad entrare. Che esempio di civiltà da ricordare e che figuraccia da dimenticare!
Riferimenti:
www.lagodortaguida.it
(Foto per gentile concessione di Elena Gandini)
Scrivi un commento
Per inviare un commento devi fare il login.