14 Febbraio 2009

L’altopiano di Ampsicora, il ribelle

di Monia Melis (Blog Cuglieri. Alla Scoperta della nostra Italia)

Il battistero paleocristiano di Senafer

Il battistero paleocristiano di Senafer

I cartaginesi arrivarono sull’altipiano di Campu e’ Corra verso la fine del VI secolo a. C. e vi fondarono il centro di Cornus e la zona fu abitata dai nuragici.
Siamo sulla costa occidentale della Sardegna, a nord di Oristano, un territorio che rientra oggi nel comune di Cuglieri.

È una zona ricca di storia e protagonista di una delle pagine più affascinanti della storia isolana: quella della rivolta sardo punica, poi soffocata, contro la colonizzazione romana.
Plinio il Vecchio
riporta che i combattenti, dopo la prima disfatta, si rifugiarono proprio nel territorio di Cornus.
Questa area nel 215 a. C. fu infatti il teatro della ribellione dei sardi in favore dei cartaginesi contro il dominio romano, periodo che coincide con la seconda guerra tra Roma e Cartagine. Protagonisti delle battaglie tra Cornus e il Campidano, furono Ampsicora e suo figlio Josto, probabilmente nobili sardi punicizzati che si suicidarono dopo la sconfitta.
Del guerriero Ampsicora, figura leggendaria si conosce poco e quelle poche notizie di cui disponiamo si riferiscono alle testimonianze dei nemici romani. Il suo personaggio e la sua storia testimoniano la convivenza non sempre pacifica e la successiva integrazione tra i sardi e i punici in Sardegna.

I resti della roccaforte Cornus sono ancora visibili, anche se il sito archeologico è stato quasi abbandonato dopo varie campagne di scavo. Un vero peccato per l’importanza di questo angolo, che è stato addirittura chiuso nel 2002 a causa dell’incuria ed in seguito a numerosi casi di danneggiamento.
In epoca medioevale Cornus era formata dall’acropoli cinta di mura e di torri ubicata sulla collina di Corchinas e l’area religiosa sorta dopo il IV secolo nell’area di Columbaris a seguito della creazione di una zona funeraria.

A nord della città vi sono poi le tracce di un centro religioso importante per tutta l’isola: la sede episcopale di Senafer, della ecclesia Cornensis.
Il toponimo Senafer ha diverse interpretazioni, tra le tante quella di “porto africano”, da collegare all’arrivo dei vescovi esiliati dall’Africa in Sardegna per non essersi convertiti alla dottrina ariana.
In questa zona gli scavi archeologici condotti dagli anni ’50 agli anni ‘90 hanno portato alla luce tre basiliche ed in zona è stata ritrovata anche una necropoli, utilizzata già prima dell’insediamento religioso.

La cosiddetta basilica Maggiore, di cui è ancora visibile al centro della navata il resto dell’altare, era la più grande ed aveva anche una funzione episcopale. La seconda basilica, comunicante con la prima e con una forma simile ma inversa, era invece un battistero, uno dei cinque casi certi di tutta la  Sardegna. Qui il fonte battesimale è al centro dell’edificio, di forma poligonale all’esterno e cruciforme all’interno. Si suppone che in origine fosse ricoperta da un baldacchino sorretto da sei colonne di marmo ancora in piedi nella loro posizione originale negli anni ’70. Purtroppo, a causa di alcune azioni vandaliche, oggi delle belle colonne rimane ben poco. La terza basilica è la più antica, arcaica, e risale alla seconda metà del IV secolo. Nell’edificio venivano sepolti i personaggi illustri, di cui ritroviamo, nel lato est della basilica, molti sarcofagi. Nei pressi della basilica, detta battesimale, sorgevano poi altri edifici connessi all’attività episcopale.

Questa zona è ricca di reperti archeologici, dai cartaginesi ai romani, fino a vescovi africani. Cuglieri, il paese che ospita questi siti, si distende su un’altura, con alle spalle le montagne del Montiferru e si affaccia sul mare a poca distanza, tra spiagge sabbiose e scogliere a tratti selvagge.

Tra le più belle, ricordiamo la spiaggia de S’archittu, in cui campeggia un arco di calcare bianco alto nove metri e, davanti alle acque poco profonde di un blu intenso, anche qualche piccolo isolotto.

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