Nel piccolo borgo lombardo di Cassina de’ Pecchi vive Stefano Borghi, raffinato autore dallo spiccato talento, che risulta secondo soltanto ad una sincera e genuina modestia.
Che tipo di scrittore è Stefano Borghi?
Credo sia improprio definirmi, scrittore. Sono un comune impiegato che ha da sempre la passione per la scrittura e cerco, attraverso l’esercizio, di migliorarmi.
Solo da cinque anni e in seguito alla spinta di amici ho preso a confrontarmi attraverso concorsi letterari che si trovano un po’ ovunque in Italia.
Confesso che i risultati che ho ottenuto mi hanno sorpreso; ho avuto la fortuna di risultare tra i primi tre classificati un centinaio di volte e ho trovato alcune case editrici, disposte a pubblicare i miei brani, senza onere alcuno, cosa che non succede spesso, infatti sono consuete le richieste di contributo a coloro che tentano di mettere su carta le proprie idee.
Con la mia coautrice, Gaia Conventi ho pubblicato per la casa editrice Edigiò, due volumi di racconti gialli: “Sulfureo” e “Chiaro di Lama”.
Tra qualche mese ne uscirà un terzo dal titolo: I deliziosi delitti di Littletown.
Ho anche alcune pubblicazioni a titolo personale, l’ultima dal titolo “Voli interrotti, storie di bambini e delle loro difficili vite”.
Ho pronte una serie di storie per ragazzi e alcune favole a cui sto ancora lavorando, e verranno pubblicate verso giugno 2009.
Come si vive - da scrittore - a Cassina de’ Pecchi?
Nel paese in cui vivo purtroppo non esiste neppure una libreria vera e propria, ma solo cartolibrerie.
L’amministrazione comunale tuttavia è riuscita a creare, recuperando vecchie cascine diroccate, una struttura denominata “Polo culturale” molto apprezzata dalla cittadinanza.
Qui per ora hanno trovato posto la nuova biblioteca, un teatro, la scuola di musica, e delle aule dove si tengono corsi di ogni tipo. Hanno anche organizzato un concorso letterario! Comunque il Polo è una struttura molto bella che deve ancora esprimere tutta la sua potenzialità.
I suoi scritti sono particolarmente apprezzati per lo spiccato realismo delle descrizioni. Se in un suo romanzo dovesse rappresentare la città, cosa scriverebbe?
A dire il vero non ho mai pensato di ambientare un brano nel luogo dove vivo, potrebbe essere un’idea. Apparentemente sembra il classico paese tranquillo, dove non succede mai nulla, l’ideale per un giallo.
A parte tutto, Cassina è davvero quieto come centro, vivibile, a dimensione d’uomo ma non isolata.
Con la Metropolitana si arriva a Milano centro in circa trenta minuti, con la macchina andando nella direzione opposta sempre a mezz’ora di strada ci sono le montagne bergamasche.
Qual è, a suo dire, il simbolo della città?
Il “Polo culturale” è senza dubbio molto importante per Cassina, anche se è una realizzazione recente. Inoltre il paese è attraversato dal Naviglio della Martesana che è affiancato da un percorso ciclabile e pedonale che si collega con i paesi adiacenti.
Nelle belle giornate è impressionante il numero di ciclisti e podisti che lo affollano.
Ma ci sono anche tanti anziani o famiglie che passeggiano con i bambini.
Le aree verdi non mancano certo.
Se un turista, spinto da un sano appetito culturale, le chiedesse un suggerimento per un itinerario cittadino, lei dove lo indirizzerebbe?
A dire il vero Cassina non ha monumenti di particolare interesse storico, più che un posto da visitare è un posto dove vivere.
Un evento folcloristico cittadino cui vale la pena assistere?
Un evento folkloristico che richiama moltissima gente si tiene ogni anno, nel mese di giugno, nella frazione di Sant’Agata,
E’ il Du de Country. Una manifestazione equestre molto nota da queste parti, con diverse attrazioni anche per i più piccoli.
Considerando il passato ed il presente di Cassina de’ Pecchi, come ne immagina il futuro?
Non so immaginare il futuro di questa cittadina, ho la speranza che non diventi il classico paese di periferia metropolitana, devastato dall’urbanistica.
Questo me lo auguro davvero.
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