E’ estate. Il cielo è tinto di un tenue azzurro che viene piacevolmente macchiato dalle mutevoli forme che assumono le nubi biancastre, costantemente solleticate dalla fresca brezza che viene da un mare proteso verso l’infinito.
Cammino da solo sulla passeggiata e la quiete momentanea delle acque mi provoca un lieto sorriso: com’è lontano il paesaggio quotidiano da quelle immagini di tempesta che ho visto stampate su qualche cartolina venduta nei chioschi di souvenir… Niente raffiche impazzite di vento; niente onde che scavalcano il muretto di cinta e le ringhiere: solo una tranquilla, magica giornata d’agosto.
Le scarpe di tela macinano chilometri, avanti e indietro, vogliose di aiutare lo sguardo a saziare la fame di incantevoli vedute. Dopo aver gustato le meravigliose tinte violacee che danno il nome a questo splendido tratto di costa calabrese, incastonata in una suggestiva insenatura attorniata da verdeggianti e sinuose colline coltivate a vigneti, arrivo così in piazza del Municipio. Il profilo dello Stromboli, le fattezze dello stretto di Messina e le sfumature aggraziate del Tirreno sono ormai delle visioni marchiate a fuoco nella memoria: è quindi il momento di arricchire l’album dei ricordi con delle nuove immagini.
Il principale slargo cittadino si rivela indubbiamente affascinante. Il verde fogliame delle palme dall’alto fusto bruno che si stendono verso l’etere, dona al quadro circostante una nota intensa di colore. I lastroni rosati che ospitano i passi di turisti e cittadini, difatti, per quanto incastrati in bianche cornici, conferiscono uno spiccato tono di sobrietà cromatica all’insieme.
Continuo sereno la passeggiata guardandomi attorno, attentamente: voglio imprimere nella mente tutto ciò che mi si presenta davanti. Avanzo così tra le numerose panchine formate da vari listelli e vengo catturato dalla vivace apparenza dei fiori ornamentali che riempiono degli enormi vasi di forma circolare, uniti gli uni agli altri, a coppie, da caratteristiche sedute prive di schienale. La gente che vi sosta – prevalentemente anziani – parla di “eroiche” imprese di pesca e della Reggina, la più importante squadra di calcio della Regione. Tra una battuta e l’altra, l’orecchio è letteralmente rapito dai suoni che contraddistinguono la parlata locale, responsabili indiscussi di una musicalità capace di ammaliare.
Dopo una breve sosta, dunque, riprendo il mio tour. Ancora una volta il lato estetico della piazza mi sorprende: i lampioni neri, in ferro battuto, sembrano rivisitare lo stile di un tempo ormai tramontato, al pari delle facciate delle palazzine – dipinte in delicate tinte pastello – che sorgono tutt’attorno.
Il fascino della città è indiscutibile, sebbene non si tratti propriamente di una delle sette meraviglie del mondo. Quel che le trasmette un tocco aggiuntivo di charme, tuttavia, è qualcosa di molto più sottile, di intangibile: l’atmosfera. Si tratta proprio del “clima” nel suo insieme e non mi viene affatto difficile collegare questo aspetto del borgo al fatto che, in epoca moderna, alcuni apprezzati artisti siano nati qui. Tre esempi lampanti riguardano rispettivamente due cantanti ed un calciatore che hanno fatto del proprio irresistibile talento un marchio di fabbrica noto nel mondo: Mia Martini, Loredana Bertè e Benito Carbone.
(Foto di Giuseppe De Marte in licenza GDLF)
Scrivi un commento
Per inviare un commento devi fare il login.