Il Sindaco di Cursi Edoardo Santoro intervistato per Comuni-Italiani.it
Dove sono riconoscibili le radici storico-culturali di Cursi?
Le radici storico-culturali affondano principalmente nel “Territorio della cave”, un’area piuttosto estesa che ha visto svilupparsi, sin dal XV secolo, l’attività di estrazione e lavorazione della pietra leccese, il materiale lapideo che ha senz’altro favorito lo sviluppo socio-economico del paese, ma che per intere generazioni ha rappresentato anche momento di grandi fatiche e sofferenze.
Attraverso manifestazioni e spettacoli nella cave dismesse, una volta centri di lavoro incessante e che oggi si prestano ad essere riutilizzate a scopi diversi, in questi ultimi anni si è cercato di rafforzare il legame che ha sempre tenuto uniti i cittadini di Cursi alla propria terra e di favorire nuovi processi di sviluppo e ricerca.
A questa tradizione delle “cave” si legano anche i principali avvenimenti della cultura cursiota?
Certamente. Quelli che hanno maggiormente richiamato le radici storico-culturali di Cursi si legano con forza alla rassegna dei “Territori di Pietra”, fortemente voluta e realizzata dalla precedente amministrazione.
Per dieci anni, ha segnato una specie di spartiacque nel modo di intendere l’economia locale, ancorata fino ad allora ai metodi tradizionali di estrazione e lavorazione della pietra leccese.
Per diversi anni ha rappresentato l’emblema di questa cittadina, legata in modo viscerale al lavoro dei suoi cavamonti ed oggi proiettata verso nuovi e più entusiasmanti orizzonti. Ideata e portata avanti dal Comune (con la collaborazione di importanti studiosi del settore e dei vari organismi istituzionali quali Università, Provincia, Regione, Camera di Commercio), la rassegna ha posto Cursi per la prima volta al centro dell’attenzione del mondo culturale e imprenditoriale salentino e ha offerto l’opportunità ad una intera comunità di pensare al proprio futuro, progettando un diverso modello di sviluppo sociale ed economico.
Tutto ciò che ne è conseguito - dall’istituzione dell’Ecomuseo al Centro Servizi a supporto del sistema lapideo per finire poi alla ristrutturazione e al completamento di Palazzo De Donno con la mostra permanente di opere realizzate da scultori di fama internazionale - è caratterizzato dalla presenza della pietra leccese.
Quali ragioni secondo lei rafforzano l’appeal turistico di Cursi?
Un motivo per visitare Cursi è senz’altro rappresentato dalle bellezze artistiche ed architettoniche.
In Piazza Pio XII si possono ammirare la Chiesa Parrocchiale con l’abside del Cinquecento e il campanile, il Palazzo feudale Maramonte, la Torre dell’orologio costruita nel 1605. La piazza, ridisegnata e ripavimentata negli anni scorsi, offre una veduta d’insieme molto suggestiva. Altri monumenti degni di nota sono il Convento dei Padri Agostiniani, del secolo XV, la Cripta basiliana di San Giorgio e il Santuario dedicato a Maria S. dell’Abbondanza, meta incessante di pellegrinaggio.
Un altro motivo per visitare il nostro paese è legato soprattutto ai luoghi della pietra e del lavoro, un itinerario naturale che si sviluppa attraverso il territorio delle cave, dove sono ancora visibili, in una sorta di museo all’aperto, le testimonianze del passato e dove si incrociano già le nuove idee di sviluppo per la pietra leccese.
Che ruolo occupa Cursi nel comprensorio leccese sul piano dell’economia e dei servizi?
Da moltissimi anni Cursi riveste un ruolo importante nell’economia del comprensorio leccese. La pietra leccese è parte integrante dello sviluppo urbanistico e architettonico della nostra provincia, ha rappresentato una miniera inesauribile per il lavoro di imprese, architetti, scultori, scalpellini. I suoi pregi e la sua storia sono magnificamente esaltati nell’opera di Donato Giannuzzi dal titolo “Cursi: la storia, la vita, la pietra”.
Le moderne tecniche di estrazione e lavorazione fanno guardare con fiducia a nuovi e più stimolanti scenari.
Nel campo dei servizi Cursi fa parte dell’Associazione dei Comuni dell’Ambito Territoriale Sociale di Maglie, che comprende 12 Comuni.
La Cursi ereditata cinque anni fa e quella che lascia al suo successore.
Il paese ereditato nel 2004 scontava problematiche di natura essenzialmente economica, considerati i contenziosi ancora aperti nel settore urbanistico. La precedente giunta era stata fortemente caratterizzata dallo spirito socio-culturale proprio del mio predecessore e dalla spinta innovativa nel settore del recupero edilizio ed architettonico.
Questa amministrazione ha cercato innanzitutto di ripianare i “contenziosi”, riequilibrare i conti e indirizzare i propri sforzi verso lo sviluppo produttivo del paese attraverso una serie armonizzata di interventi nel campo delle infrastrutture.
Al mio successore, ma al riguardo spero non ce ne sia bisogno, lascio un paese più equilibrato economicamente, bisognoso ancora di alcune cure che completino l’opera avviata.
Lei parlava di infrastrutture: quale progetto dà, più di tutti, lo spessore della sua amministrazione e cos’è rimasto da completare in un eventuale secondo mandato?
L’opera cui sono stati indirizzati i maggiori sforzi è il completamento del Comparto “A” della Zona Artigianale di via Carpignano. Adesso possiamo parlare finalmente di un’area libera da legacci di qualsiasi natura, completamente dotata di strutture idonee e capace di fornire servizi essenziali alle imprese.
Sarebbe auspicabile, nel caso di un secondo mandato, proseguire nell’opera di recupero e risanamento del centro cittadino attraverso la riqualificazione del verde pubblico (già avviata con il progetto di sistemazione del parco giochi di Via Santuario) e la sistemazione della rete viaria.
Altro qualificante e non secondario intervento dovrebbe essere la ridefinizione dei sistemi socio-sanitari, che hanno già visto impegnato il Comune attraverso l’approvazione dei progetti definitivi per la realizzazione di un “Centro diurno per anziani” in Piazza Pio XII e la costruzione di una struttura in Via De Amicis.
Un passo importante è costituito dai lavori in corso per la ristrutturazione e rifunzionalizzazione del piano terra della Sede Municipale da destinare a “Centro semiresidenziale a ciclo diurno per disabili”.
Integrazione sociale e accoglienza al centro dell’interesse pubblico. Come si traduce tutto questo nella vita di ogni giorno?
Ricordo ancora con immenso piacere la manifestazione per la concessione della cittadinanza onoraria a Mark Zoro nel febbraio 2006.
Il calciatore della Costa d’Avorio, oggetto di insulti razzisti durante una partita di calcio, è stato accolto con entusiasmo ed affetto dall’intera cittadinanza. Quell’episodio di solidarietà, comunque, non è rimasto isolato.
In questi anni la popolazione e la civica amministrazione hanno sempre favorito l’integrazione sociale degli stranieri. I cittadini di Cursi hanno saputo stabilire vincoli di amicizia con popolazioni geograficamente e culturalmente diverse da loro, quasi a fornire un segno di speranza di fronte ad episodi di razzismo e insofferenza che tanto occupano le cronache quotidiane.
Per rafforzare l’accoglienza e l’integrazione il Comune ha organizzato feste, patrocinato manifestazioni e, aderendo alla richiesta dell’Ambito Territoriale Sociale di Maglie, ha concesso alcuni locali di proprietà per il funzionamento del “Centro di orientamento e consulenza - Sportello per l’integrazione degli immigrati”.
Un aspetto di cui andare fiero?
Quest’ultimo punto, forse, è quello che mi rende maggiormente orgoglioso del mio paese. Conciliare il progresso con il benessere sociale è lo sforzo cui deve necessariamente tendere ogni buon amministratore.
Nel periodo che attraversiamo, fortemente segnato da episodi di intolleranza razziale e da misure restrittive nei confronti del “diverso”, assistere a manifestazioni spontanee di solidarietà - come può essere una semplice partita di calcio o gustare gli spazi all’aperto in compagnia di ragazzi di altra etnia - riempie il cuore di gioia e lascia ben sperare per il futuro nostro e delle nuove generazioni.
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