Sapori antichi e passeggiate nella natura, tra montagne, boschi e anche piccoli laghi: un angolo dell’Appennino Parmense, quello di Corniglio, che offre passeggiate in ambienti alpini e aiuta a svelare i segreti della cucina tradizionale montanara. Quella che punta su prodotti di qualità che arrivano dai boschi, come le castagne e i funghi, e i tipici prosciutti. Da non perdere, poi, la spongata, un tipico dolce natalizio emiliano: una torta di pasta sfoglia con frutta candidata, pinoli, mandorle e marmellata di pere e mele.
Ma visitare Corniglio, antico borgo tra l’Emilia Romagna e la Liguria è un piacere non solo per il palato; è anche un viaggio nella storia e soprattutto un modo per godere colori e profumi di ambienti unici non distanti dalla città.
Le colline e le alture di Corniglio rientrano nel Parco Regionale di Crinale dell’Alta Val Parma, che tutela la vallata dei torrenti Parma e Cedra, area nota anche come Parco dei Cento Laghi.
Sono infatti numerosi i laghetti, circa novanta, tutti di origine glaciale, testimonianza dei fenomeni di erosione degli antichi ghiacciai.
Molti di questi specchi d’acqua sono raggiungibili da Corniglio attraverso i percorsi del Centro Alpino Italiano, tra cui il Lago Santo, il Lago Scuro della Val Parma e il Lago Bicchiere.
Per chi, invece, non è abituato alle passeggiate o alle escursioni in montagna, c’è anche la possibilità di arrivare al Lago Santo, a 1500 metri, con la seggiovia dalla piana di Lagdei, dove d’inverno ci sono anche alcune piste di fondo.
Attorno ai piccoli laghi vi sono boschi di faggi e abeti, scorci paesaggistici che variano a seconda dell’altitudine fino al monte Sillara, che raggiunge 1861 metri d’altezza. Ai livelli intermedi, infatti, ci sono le faggete e le conifere, mentre più in alto le brughiere e le torbiere, molto rare nell’Appennino.
In questi spazi oltre ai caprioli, cinghiali e aquile reali negli ultimi anni è ricomparso anche il lupo.
Ma tutta la città di Corniglio e i suoi abitanti sono da sempre legati al territorio e tutte le campagne sono puntellate dagli edifici che testimoniano le attività agricole tipiche della tradizione montanara: i mulini, gli essiccatori per le castagne, le capane dove si conservava il fogliame, sono solo alcuni esempi.
Il centro di Corniglio ha una storia antica; tra le viuzze del paese, le sue salite e le sue discese si può ammirare il castello, da cui si gode una vista mozzafiato sulle colline coperte dai boschi e sulla vallata.
La fortezza è una tipica costruzione militare che risale al 1240, alla nascita dei Comuni; dal 1370 fu di proprietà dei Rossi e rimase in mano a questa famiglia fino al Seicento, quando passò al Duca di Parma. Oggi rimane poco dell’originale castello, solo la cinta muraria con due torrioni (uno tondo, l’altro a punta). Purtroppo a noi non sono arrivate la torre e i merli, ma tale edificio rimane comunque il punto di riferimento tra la case basse in pietra del paese.
Una tappa “curiosa” sia per il viaggiatore di passaggio che per l’appassionato d’arte è Sesta, una frazione di Corniglio. Qui l’interno della chiesa e le facciate delle case sono state affrescate negli anni Sessanta dal pittore Walter Madoi. Un patrimonio che, purtroppo, ultimamente è messo a rischio dagli agenti atmosferici: molti dei dipinti esterni stanno infatti scomparendo.
In un’altra frazione, quella di Bosco, si possono invece ammirare antichi portali scolpiti in pietra.
Corniglio, infine, è sempre stato al centro della storia, dal Medioevo agli eventi più recenti e dolorosi, come la seconda guerra mondiale. Il comune, come molti altri paesi degli Appennini emiliani, è stato teatro della lotta partigiana, che ha visto il sacrificio e l’impegno della comunità tanto da far ricevere al comune la medaglia d’argento al Valor Militare.
(Foto di Simone Utzeri, per gentile concessione)
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