Con questi versi del “Davanti San Guido” Giosuè Carducci decantò la bellezza di Castagneto Carducci.
“I cipressi che a Bólgheri alti e schietti
Van da San Guido in duplice filar,
Quasi in corsa giganti giovinetti
Mi balzarono incontro e mi guardar.”
Queste furono le parole che il celebre poeta ottocentesco adoperò per descrivere quei cipressi che ammirava da bambino durante le tante passeggiate nella campagna toscana. Proprio quei cipressi verdi e rigogliosi alti 10 e 15 metri, disposti ai lati di un viale lungo ben due chilometri nella splendida Bolgheri, oggi riserva faunistica protetta. Questo poetico paesaggio, reso immortale dal maestro, è solo una delle tante meraviglie di Castagneto Carducci, piccola cittadina immersa nel cuore della maremma livornese.
Il comune ospitò il poeta negli anni dell’infanzia e non è un caso che Carducci abbia riportato nel cuore quelle strade e quella natura così ricca e variegata. La fantasia e l’ispirazione che quella terra gli aveva donato nel corso degli anni, sono stati tradotti in meravigliosa letteratura, quasi a volere rendere grazie per quei momenti felici trascorsi da bambino. E quasi come in un patto di reciproca gratitudine, Castagneto ha assunto il nome del poeta che l’ha resa celebre in tutta Italia.
La nostra città toscana non ha solo la frazione di Bolgheri di cui vantarsi. Essa, infatti, si situa a due passi dalla costa di Piombino bagnata dal Mar Ligure; la stessa che qualche anno fa ha ottenuto a merito l’assegnazione della Bandiera Blu; il premio più importante a dimostrazione della limpidezza dei propri fondali e la pulizia e lo splendore delle proprie spiagge.
Ogni anno vi sono migliaia di turisti che godono di questa perla completa di tutto; oltre al divertimento estivo, infatti, i visitatori assaggiano le tante prelibatezze dei ristoranti tipici con diversi prodotti di alta gastronomia e piatti della tradizione toscana, o ancora, essi posso degustare vini bianchi pregiati provenienti dalle cantine di Bolgheri.
Ma anche la storia, oltre che la letteratura e la gastronomia, vuole il suo spazio. Castagneto, infatti, fu terra dell’importantissima famiglia dei De Gherardesca, una dinastia che ha segnato le sorti della città nel medioevo e che ha lasciato importantissime tracce nel castello duecentesco, oggi biglietto da visita delle bella frazione di Bolgheri decantata dal poeta. L’imponente maniero, preceduto dal già citato viale, riporta coloro che ne varcano la soglia agli antichi fasti della nobile Toscana. Quella contesa dalle grandi famiglie per intenderci, perennemente in bilico tra supremazia culturale e politica. Ecco Castagneto e la sua storia. Quella ammirata e blasonata, anch’essa con strade e piazze immortalate per sempre su carta; anch’essa con i suoi archivi custodi di un sapere inestimabile. Un solo documento riportante gli araldi dei De Gherardesca è testimone di un’ epoca, gli stessi stemmi che ritroviamo sulla torre rettangolare della fortificazione, oggi sede di opere d’arte e di cantine per i frutti dei vitigni locali.
A due passi dal castello vi è un altro angolo di storia. E’ la Chiesa di San Sebastiano, piccolo santuario di recente costruzione e dimora delle spoglie della nobile famiglia castagnetana. Ma l’intensa suggestione che il paesaggio offre la si può percepire in pieno soltanto se ci si inoltra nel ventre della maremma castagnetana. In inverno il verde dei prati si sposa armoniosamente con le sfumature oro del fogliame dei vigneti e tra le alture, dissolta la nebbia, è possibile scrutare la bellissima Torre di Donoratico, una piccola fortificazione anch’essa descritta superbamente dal Carducci e anch’essa edificata per volere dei Della Gherardesca. Dante Alighieri, nel XXXIII canto dell’Inferno, narra che ivi vi dimorò, assieme ai propri dignitari di corte, il noto conte Ugolino della citata dinastia.
Ma con o senza leggenda la fortificazione gode, in ogni caso, di un fascino assoluto, atmosfera che concorre a rendere ancora più ambita Castagneto Carducci come una delle mete più interessanti per gli itinerari storico- artistici che la nostra penisola offre.
(Foto 1 di Lucarelli in licenza Creative Commons, foto 2 di Cassanma in Pubblico Dominio)
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