Al nostro arrivo a Mondragone ci salutò un’enorme statua a forma di drago verde! Per fortuna scegliemmo la giornata adatta per trascorrere un pomeriggio all’insegna dello shopping e di una passeggiata sul lungomare. Le ruote della sedia a rotelle di mia nonna giravano con facilità, nessun sassolino intaccava il suo percorso e sembrava facesse eco tra le strade non ancora colme del vociare cittadino.
Cominciamo a fare un giro nel centro storico. Ciottoli ed edifici dai balconcini in pietra ci guardavano con l’aria di chi è contento di ricevere in casa propria nuovi ospiti. Una Rocca si ergeva in lontananza, domandai ad una signora le origini di quella roccaforte, ormai ridotta a ruderi. “Forse fu costruita nel X secolo, signorina, ma non so dirle altro”. Ringraziai e voltandomi verso l’edificio mi chiesi come mai fosse stato abbandonato. Probabilmente fu utilizzato come luogo difensivo dagli attacchi esterni, o forse come sede del signore di turno. Peccato però che attualmente riversi in totale degrado. In condizioni sicuramente migliori era il Palazzo Ducale, in stile gotico, con una Torre di fianco tutta ornata da archi.
Era ancora presto per l’apertura dei negozi e decidemmo di fare un giro sul lungomare. Una distesa di sabbia di fronte a noi placava l’impatto del mare sulla spiaggia, mentre la riva era piena di conchiglie vuote ma dai colori smaglianti. Una piazzetta circolare con tanto di ringhiera di contenimento contornava i giardinetti nel centro, mentre le panchine di pietra rendevano più rilassante la veduta panoramica. Un bel gelato era quello che ci voleva per ammazzare il tempo e scegliemmo una delle gelaterie più “in” della zona. Presi un cono variopinto, colorato con le sfumature del cioccolato, del limone e dell’ananas. Avrei voluto lasciarlo lì, intatto, tanto era bello, ma il sole e la mia golosità me lo proibirono. Ad un tratto un fievole venticello venne a rinfrescare il nostro cammino, spostando leggermente i capelli slegati di mia madre. Un campo di calcio fiancheggiava il lungomare e all’interno i ragazzi si azzuffavano, forse per un goal mancato. Dai bar, le cui insegne erano ancora spente, proveniva la tipica musica estiva da Festivalbar, mentre da lontano si sentivano dei bimbi intenti a giocare con la sabbia.
Gli stabilimenti balneari, con le loro strutture per i villeggianti erano caratterizzati da colori diversi e sembrava che il mare a tratti si tingesse a seconda delle sfumature dei fabbricati. Qualche palma posta lì artificialmente ampliava il fascino, rinviando ad un’immagine esotica.
Ci sedemmo sui muretti del lungomare a chiacchierare, mentre l’odore dell’acqua di mare si mischiava al dolce profumo di vaniglia delle creme abbronzanti.
In un attimo quel momento fu stravolto dalle voci della gente che ritornava dalla lunga giornata trascorsa al mare. Era ora, sicuramente i negozi avevano aperto e i Vucumprà avevano già sistemato la loro mercanzia sui banchetti, pronta per essere acquistata dai passanti. Scarpe, abiti, articoli per la casa, libri e occhiali da sole erano gli oggetti più quotati, mentre qualcun altro si dedicava a fare le treccine ai più piccoli.
Ci avviammo verso il corso principale per poi immetterci nella strada dei negozi su ambo i lati. Qualche magazzino tentava di richiamare l’attenzione con i cartelli dei saldi, mentre altri ammaliavano con vetrine degne di una cittadina da mare che desidera il ritorno dei turisti anche l’anno dopo. Gironzolando tra i due lati ci incantammo ad ammirare le cose più costose, mentre il caldo sole ormai lasciava il passo al tramonto. Trascorremmo una giornata a zonzo tra abiti, sandali, negozi di borse, un po’ di spesa e una toccata in profumeria per scegliere la migliore crema protettrice contro le scottature solari. Era quasi sera, ma la luce non era del tutto scomparsa. Mancava l’ultimo acquisto: la mozzarella. Ci fermammo nel caseificio dove solitamente andavamo e facemmo un po’ di spesa. Il dolce sapore del latte, misto al colore bianco rendevano quei latticini i migliori che avessimo mai mangiato.
Sembra strano, ma a volte un gelato di tre gusti, il rumore del mare, un’antica rocca e una buona mozzarella può rendere la giornata più piacevole. E a volte è inutile cercare la felicità all’estero, basta girarsi intorno e capire che i paesaggi più belli e la cucina più squisita è in Italia, forse proprio sotto casa!
(Foto di Troise Carmine - Washi, per gentile concessione)
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