Tra il verde di due valli, Chisone e Pellico, e ai piedi delle Alpi Cozie c’è Pinerolo, a circa quaranta chilometri da Torino. La parte più antica della cittadina si trova su una collina, mentre i quartieri più recenti sono stati costruiti verso la pianura.
Il nome Pinerolo, che significa pineta, si trova per la prima volta in un documento del 981, in questo periodo la cittadina era un insieme di frazioni, alcune ancora esistenti come Abbadia Alpina, un tempo San Verano. La storia della cittadina è stata in gran parte legata ai Savoia e al dominio francese, subito più volte dal 1500 fino a quella napoleonico del 1800.
Le tracce di questi passaggi sono visibili ancora oggi nel tessuto urbano. Fu soprattutto con l’occupazione del 1600 che Pinerolo cambiò aspetto: la parte alta fu un po’ abbandonata e furono costruite caserme e piazze d’armi, Pinerolo divenne così una città fortificata, il presidio francese dell’Italia settentrionale. In questi anni il cardinale Richelieu affidò all’architetto Vauban, un esperto di costruzioni militari, il restauro delle mura cittadine e del castello.
Di tutti gli edifici di epoca francese il luogo più affascinante e misterioso è la prigione Ville de Pignerol, chiamata dagli abitanti Dijon. Luigi XIV, il Re Sole, scelse infatti Pinerolo come sede della prigione di stato in cui recludere i personaggi a lui più scomodi. Tra questi l’infedele ministro delle Finanze Nicola Fouquet, che arrivò addirittura scortato dal moschettiere D’Artagnan. Lui e altri, come Gian Giacomo de Barillon, presidente del parlamento di Parigi morirono nelle celle del carcere.
Di certo il prigioniero che più colpisce l’immaginario è quello, rimasto ignoto, della Maschera di Ferro, recluso a Pinerolo per un breve periodo. La sua storia ha ispirato romanzi storici a scrittori come Dumas e Voltaire e anche un film di Randall Wallace in cui Leonardo di Caprio interpreta il Re Sole. E proprio alla Maschera di Ferro la cittadina dedica ogni prima settimana di ottobre una manifestazione in costume.
Dopo l’ultima occupazione francese Pinerolo tornò in mano ai Savoia e smise di essere una città militare. Ma ancora oggi basta una passeggiata per le sue strade, piazze e palazzi per avere la sensazione di trovarsi in una cittadella fortificata.
Immancabile una sosta in piazza Vittorio Veneto, più conosciuta come Piazza Fontana, prima era la piazza d’armi mentre oggi è un luogo molto frequentato. Un’altra costruzione militare che si affaccia sulla piazza è il Palazzo del Comune, prima arsenale. La sua facciata è stata restaurata in epoca fascista quando fu costruita anche la torre civica.
Numerose le case medievali ben conservate: palazzo dei principi d’Acaia, del 1300, e la quattrocentesca Casa del Senato. Tra i luoghi del cuore di Pinerolo c’è poi il duomo San Donato, costruito nel 1044 e in seguito rimaneggiato, ornano la facciata i tre rosoni e tre portali. Mentre il campanile del 1400 è rimasto incompiuto, ed è noto come chiochè moc, per via della guglia mancante.
Pinerolo è anche città della cavalleria, grazie alle numerose caserme e al dominio dei Savoia. È stata infatti sede dal 1849 fino a circa cinquanta anni fa della scuola d’Applicazione di Cavalleria, trasferita da Venaria. Nell’edificio ora c’è il museo nazionale della cavalleria che ne ripercorre la storia.
Da questo angolo di Piemonte è poi partito uno dei movimenti che ha portato all’Unità d’Italia: il moto insurrezionale nel 1821 con a capo Santorre di Santarosa e Guglielmo Moffa di Lisio, che preludeva al Risorgimento italiano. E sempre a Pinerolo nel 1800 è stata fondata la prima società di mutuo soccorso: la “Società generale degli operai”.
Arrivando infine alla storia più recente, per il mondo degli sportivi Pinerolo è diventata la città del curling, un curioso sport diffuso in Gran Bretagna e poco conosciuto in Europa. Si gioca sul ghiaccio e il meccanismo è simile a quello del gioco delle bocce, i giocatori vi fanno scivolare delle stones (pietre). Il palacurling di Pinerolo, lo ricorderanno in tanto, ha ospitato le Olimpiadi invernali del 2006 e ora chiusa la vetrina internazionale si cerca di far affezionare gli abitanti a questo sport non ancora di massa.
(Foto di Simone Utzeri, per gentile concessione)
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