“… Io quando vedo una bottiglia di Sassella penso a quello che racconta l’etichetta: la fatica e l’amore dell’uomo, della gente di Valtellina, ammaestrata al lavoro, alla sobrietà e al dolore…”
E’ con questa frase di Enzo Biagi che voglio cominciare a parlarvi di Sondrio, una città bellissima, ricca di storia e di tradizioni.
Parto da questa frase perché credo che, nella sua affascinante semplicità, essa sia un vero e proprio concentrato della vita di Sondrio e della sua gente. Uno spaccato veritiero e splendido di una città straordinariamente operosa ma tranquilla, vivace ma discreta. Una città, forse, un po’ sconosciuta ma che negli ultimi anni sta uscendo allo scoperto e che vale certamente la pena di conoscere.
Vi voglio parlare del territorio di Sondrio e dell’aspetto che rende questa città un posto davvero di…vino: i suoi terrazzamenti coltivati ad uva.
Il paesaggio che circonda Sondrio, cambia col variar delle stagioni e delle temperature, ma le piantine di vite sono sempre li, sulle pendici delle montagne, fungendo da segnatempo naturale all’uomo e alle sue attività.
La coltivazione della vite è parte del DNA di questo luogo, che nel 2007 si è aggiudicato la nomina di Città Alpina. Qui, l’uva e il vino non vengono rilegati alla tavola ma riflettono un modo di vivere e di pensare, schietto, sincero ed onesto. Lavorare nelle vigne è una cosa che insegna a vivere. Qui, sui terrazzamenti che l’uomo ha costruito strappando terra alla Natura, s’imparano la fatica e il sudore ma anche la soddisfazione e la gioia di veder crescere giorno dopo giorno i frutti del proprio lavoro.
Impegno, dedizione e cura: è su queste tre parole che si basa la disciplina antica dei vignaioli di Sondrio, così felici nel periodo della vendemmia, così fieri di versare alla sera un po’ di rosso di Valtellina nei loro semplici bicchieri.
Passando sulla strada che collega la bassa all’alta Valtellina, i disegni dei vitigni sono da ammirare come si fa con le opere d’arte. Arroccati su piccoli lembi di terra, ricavati da zone un tempo boschive, i terrazzamenti di Sondrio colpiscono per la precisione architettonica della loro costruzione. Vere e proprie opere d’ingegno rurale, i terrazzamenti sono, oggi come allora, sorretti da muretti lavorati a secco. Così, pietra dopo pietra, i contadini viticoltori sondriesi hanno creato un habitat ideale per il Nebbiolo, il vitigno maggiormente impiegato in zona per la produzione di vini particolarissimi.
La pendenza dei vigneti e la ristrettezza degli spazi in cui essi si trovano, rendono impossibile l’uso di qualsiasi mezzo meccanico. Così, ogni fase di coltivazione – dall’aratura alla raccolta – viene fatta a mano, attraverso gesti lenti e meticolosi, affinati dal tempo e da tanto duro lavoro.
Dal sapore forte e dai profumi intensi, i vini di Sondrio si chiamano Grumello, Sassella, Inferno e Valgella. Per la profondità del loro gusto, tutti questi vini sono da assaporare in accompagnamento a pietanze sostanziose come i Pizzoccheri (tagliatelle di farina nera), gli Sciatt (palline di grano saraceno e formaggio), la bresaola o i formaggi d’Alpe.
Le difficili condizioni di lavoro che caratterizzano la coltivazione dell’uva sui terrazzamenti di Sondrio, giustificano ampiamente, i prezzi del prodotto finale, generalmente un po’ più alti rispetto alla media. Non dimenticate mai, qualora vi capitasse di bere un bicchiere di rosso delle montagne Retiche di Sondrio, le parole di Biagi. Ricordatevi che ogni goccia di questo vino corrisponde alla fatica o al sorriso di un uomo, che lentamente e con pazienza lavora nel silenzio della montagna, nel rispetto e nella tradizione di un mestiere che è arte pura.
(Foto di Franco)
Scrivi un commento
Per inviare un commento devi fare il login.