Un passato ereditato lungo la via Francigena

Medesano

Ci trovavamo in provincia di Parma, esattamente a Medesano. Non avevamo un motivo particolare per andare in questo comune, passavamo di lì, nel senso letterale dell’espressione, e decidemmo di fermarci. Non saprei dire cosa ci attirò di più, se il nome o le particolarità del comune lette sulla guida di viaggi - che da un po’ di tempo a questa parte portiamo sempre con noi. Sta di fatto che ci fermammo in questa località.

E’ stato molto bello avvicinarsi al comune, si vedevano distese di verde e appezzamenti di terreni che si spargevano di qua e di là, incorniciando Medesano. Eravamo ormai nella comunità montana del Taro e del Ceno ed entrando nel comune, l’elemento che vedemmo da subito fu la guglia del campanile della chiesa del paese.

Addentrandoci pian piano nella cittadina, cercammo la famosissima via Francigena e, in un’importante e strategica posizione, apprezzammo la visione della chiesa parrocchiale di Medesano, dove i fedeli, diretti verso Roma, si fermavano a pregare e, probabilmente, anche a riposarsi prima di riprendere il loro importante cammino verso la Capitale.

In tutte le zone della provincia di Parma che abbiamo visitato, ci siamo sempre imbattuti in questa celebre via. Dev’essere bello percorrerla, dovrei informarmi sul tempo di percorrenza e su cosa realmente serve. Sinceramente, non so neppure se tutte le vie sono ancora percorribili. Quelle di Parma ne ho la certezza, sono tenute in buono stato!
Sarebbe bello se tornasse al massimo splendore e avesse la stessa fama che possiede, tutt’oggi, il cammino di Santiago de Compostela. Magari, un giorno tornerà a risplendere anche la via Francigena e, quando andremo in giro per il mondo, si sentirà parlare di fedeli che sono stati o che vorrebbero percorrere l’Italia, attraversando la via che conduce a Roma. Anche perché, transitando in essa, è possibile tutt’oggi riscoprire chiese, castelli e tanti altri edifici, che abbiamo ereditato dal passato.

Si vedrà. Per quel momento, fu bello apprezzare la quiete e la bellezza del luogo e della chiesa; di chiese ce ne sono molte, la più antica e affascinante già al primo sguardo, risale al 1230 ed è proprio la parrocchiale dedicata a San Pantaleone. La chiesa è di un rosso mattone acceso che contrasta con il candore del bianco presente sulla facciata, mentre il suo campanile vigila sulla cittadina. Continuammo il nostro cammino e fummo colpiti dal monumento ai caduti, situato davanti al municipio. Passammo diversi minuti ad osservarlo, le due lastre di cemento sembravano che si stessero per chiudere l’una sull’altra. Suggestivo e da vedere.

Devo ricordare che il comune è diviso in più frazioni, se non erro 21 compreso Medesano. Visitarle tutte sarebbe bello ma altrettanto impegnativo; dubito che in un giorno si possa apprezzare in pieno la bellezza delle vie e delle chiesette, perché il comune nasconde molta storia e il suo stesso nome, che secondo alcune fonti sarebbe di origine romana, ce ne offre un esempio.

In lontananza, giusto per restare in tema di antichità e di riscoperta di eredità passate, vedemmo uno splendido castello. La cornice delle colline e l’essere immersi nell’immenso verde, ci fece venire voglia di fare una passeggiata nel pacifico parco fluviale del Taro e di scovare le varie specie di uccelli che vi si rintanano. Infatti, il parco è molto famoso per la particolarità di volatili che sono presenti in esso e addirittura ci sono degli spazi adatti per osservarli bene.
Incontrammo alcune persone che correvano e respiravano a pieni polmoni l’aria buona del parco, mentre altri, in aree attrezzate, si preparavano per il pranzo. Noi continuammo la nostra passeggiata ammirando il parco e le varietà di alberi, fin quando decidemmo di ritornare indietro per comprarci un panino.

(Foto di Toni Pecoraro)