Pierangela Maniscalchi realizza servizi giornalistici per la rubrica d’informazione “Vero fu” in onda sull’emittente locale TeleVideo Agrigento, collabora coi quotidiani on line Magaze.it e Lercaraonline, col mensile “Sotto il Castello” di Caccamo e “Il Giornale di Licata”. Da giornalista che ha messo a servizio della comunità il proprio mestiere, ci restituisce un ritratto fedele e a tratti amaro del territorio in cui vive e lavora.
Quando ha deciso che avrebbe fatto la giornalista?
In quarta liceo, dopo una lite con la mia insegnante di italiano! In classe era nata una discussione molto accesa sulla comunicazione non verbale: io e la prof eravamo in palese disaccordo e da allora ho giurato che sarei diventata una “specialista della comunicazione”. A questo però si deve senza dubbio aggiungere la passione per la storia contemporanea, per la cronaca quotidiana e… un nonno partigiano che mi ha insegnato l’amore per la Verità!
Ci presenti Lercara in 10 parole…
Miniere, zolfo, campagna, grano, colori, calore, anziani, contadini, sole, dolore.
Il dolore di chi?
Il dolore e il sacrificio di chi scende nelle viscere della terra per estrarre “l’oro giallo” – lo zolfo appunto. Ma anche il dolore e il sacrificio di chi sopra la terra ci lavora per raccogliere un altro “oro” – le bionde spighe di grano.
Quale notizia relativa al suo territorio ha dato con più piacere?
Sicuramente quella delle trasformazione di Lercaraonline da semplice portale a quotidiano on-line: il sito nasce come interfaccia web per i lercaresi all’estero, che hanno chiesto al fondatore – Tonino Oddo – di creare uno strumento che consentisse a chiunque di scambiare materiale vario riguardante Lercara. Da semplice portale per le foto, le poesie e i racconti degli emigranti, siamo diventati nel dicembre 2005 un vero giornale, arricchendo così il già ampio servizio che offrivamo agli utenti.
Parliamo di Lercara on line. Come è nata l’idea e cosa rappresenta per il suo paese uno strumento come un blog cittadino?
Come dicevo, l’idea nasce dal desiderio dei lercaresi all’estero di mantenere il legame – forte – con le proprie radici. Dopo la mia abilitazione come giornalista professionista, ho pensato di mettere a servizio della mia comunità il mio mestiere. C’è una cosa da sottolineare però: Lercaraonline ahimé non è mai diventato un “blog cittadino”. I lercaresi all’estero sono molto attivi e interessati, i lercaresi di Lercara… molto meno. Guardano, leggono, mi rimproverano anche se non inserisco delle notizie ma non partecipano. Peccato!
Perché i Lercaresi di Lercara sono così?
Mi sono posta mille volte questa domanda. La risposta… è nel vento! No, se devo essere sincera non saprei: nonostante gli stimoli, le mille iniziative che con il sito abbiamo messo in atto e la mia “onnipresenza” agli eventi cittadini – assemblee, conferenze, convegni, dibattiti – non si riesce a smuovere i lercaresi dal torpore della vita quotidiana. E spiegarne il perché sarebbe come scoprire l’elisir della lunga vita… impossibile!
Un turista a Lercara cosa non dovrebbe assolutamente perdersi?
La Biblioteca comunale “Giuseppe Mavaro”, luogo che custodisce i tesori della nostra civiltà che risale all’epoca sikana, con influenze della vicina Himera, colonia greca. Su colle Madore – sede dell’insediamento arcaico – sono stati ritrovati resti di fornelletti risalenti all’età del bronzo, di un magazzino per la raccolta di derrate, un sacello (ovvero un altare sacro sul quale probabilmente venivano celebrati sacrifici animali) e di una costruzione sacra, probabilmente dedicata al dio Eracle, come è emerso dagli studi degli archeologi della Soprintendenza ai Beni culturali.
Qual è il suo rapporto con Lercara?
Il mio rapporto con Lercara? Di amore-odio. Amore – profondo – perché nel bene e nel male ciò che sono lo devo proprio a Lercara. Odio… perché è difficile vivere in un centro che a volte tende a soffocarti, cosa che comunque accade in tutti i piccoli centri dell’entroterra. Nei paesi sei costantemente sotto il giudizio della gente, che tende a condizionare il tuo modo di essere e di agire. In passato questo per me è stato un grande limite, un problema. Adesso invece… anche la gente ha imparato a conoscermi e non ci trova niente di male se entro nella caserma dei carabinieri o mi trova a passeggio con il sindaco per cercare notizie di cui scrivere!
Cosa si dovrebbe/potrebbe valorizzare del territorio?
Da valorizzare ci sono senza dubbio le intelligenze: siamo spesso vittime dei “grandi” che non hanno intenzione di mollare. L’altra risorsa è la terra, la campagna: turismo rurale, non limitato al nostro piccolo campanile ma inserito in un “circuito di campanili”, come amo sempre dire.
Qual è il futuro di Lercara? Verso dove sta andando?
Una domanda da un milione di dollari questa! Il nostro futuro… beh… sicuramente dobbiamo volerlo, costruirlo, ma prima ancora sognarlo. Altrimenti siamo destinati a soccombere. Ed è un vero peccato. Un grandissimo peccato davvero.
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