Il Sindaco di Pordenone Sergio Bolzonello intervistato per Comuni-Italiani.it
Da pordenonese doc e da semplice cittadino, cos’è che la rende orgoglioso della sua città?
Io mi sento molto orgoglioso soprattutto dei miei concittadini, del loro spirito imprenditoriale, della loro laboriosità, della loro tenacia, della loro capacità di reagire alle calamità naturali che si sono abbattute sulla città e per aver costruito, negli anni, una comunità coesa, attenta ai valori del dialogo e della tolleranza, capace di cogliere i segni del cambiamento.
Pordenone e il turismo. Cos’è che giustifica il fascino di questa terra?
La città può offrire, a un certo tipo di turismo, delle attrattive legate al suo centro storico di impianto medievale, in cui spiccano Duomo e Campanile (del XIV sec.), il Palazzo del Comune (XIII-XIV sec.), i palazzi dipinti di Corso Vittorio Emanuele e i dipinti del Pordenone, il più grande artista del Friuli-Venezia Giulia, Nel territorio provinciale, in cui si segnalano notevoli centri storici e zone di grande pregio ambientale, va indicato l’ambito delle Prealpi Pordenonesi che, assieme al territorio dolomitico, ha recentemente avuto il prestigioso riconoscimento dell’UNESCO di Patrimonio dell’Umanità.
A ciò aggiungerei l’ambiente delle acque, di laghetti e di rogge, imperniati sul fiume Noncello, e una buona offerta enogastronomica.
Pordenone e la cultura. In quali istituzioni e appuntamenti si manifesta il dinamismo culturale della città?
In questi anni, Pordenone si è caratterizzata, fuori dai propri confini, per le strutture, le iniziative e le manifestazioni di carattere culturale che hanno, addirittura, cambiato la sua identità centrata sulle fabbriche e sul lavoro, in una diversa che ha come segno distintivo la cultura. In questi nove anni, sono stati realizzati: un teatro polivalente di oltre 900 posti, in cui si alternano spettacoli di prosa, musica classica e lirica, cinema, insieme alle manifestazioni più importanti che si svolgono in città; una biblioteca civica, di prossima inaugurazione, che avrà i connotati della multimedialità; la Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea, da inaugurare in autunno, che si aggiunge a una ricca offerta museale, che comprende il Museo Archeologico, il Museo d’Arte Antica, il Museo delle Scienze e Storia naturale; in questi giorni sono stati avviati i lavori di restauro di un palazzo del centro storico, che ospiterà il Museo dell’Ottocento.
Questo grande sforzo dell’Amministrazione corrisponde a un’esigenza molto sentita da un pubblico sempre più vasto e raffinato, che ha prodotto un’infinità di associazioni e di organizzatori culturali in tutti i campi. Tra le manifestazioni spiccano, per qualità e risonanza internazionale, la rassegna “Dedica”, “Pordenonelegge.it”, “Le Giornate del Cinema Muto”, gli appuntamenti del “Centro Iniziative Culturali” della Casa dello Studente e tantissime altre.
E’ la massima carica cittadina da nove anni. Quanto e in quali principali aspetti è cambiata? Che Pordenone consegnerà a chi verrà dopo di lei?
Nel 2001, quando mi sono candidato a Sindaco per il primo mandato, avevo un progetto di città, elaborato a lungo, attraverso il confronto con tutte le articolazioni della società pordenonese. La situazione che ho trovato, frutto del governo degli anni precedenti, presentava numerose criticità a cominciare da un’evidente frattura tra l’ente comunale e le forze più vive e dinamiche della comunità, da un’insufficiente coesione sociale.
Ho lavorato, quindi, in direzione della ricomposizione del tessuto connettivo cittadino, ponendo il Comune come punto di riferimento di tutte le istanze e di tutte le energie disponibili a operare per una Pordenone diversa, più vivibile, più proiettata verso la modernità. Consegnerò a chi amministrerà dopo di me, una città che ha affrontato e risolto storici problemi relativi alla viabilità, ai parcheggi; che ha incrementato enormemente il verde pubblico; che ha assicurato buoni servizi sociali; che ha garantito la sicurezza e non ha lasciato soli i più svantaggiati e gli emarginati.
Sotto il profilo economico, che quadro offre, oggi, quello che è ancora considerato il cuore industriale e commerciale del Friuli?
Pordenone, come tutto il Nord-Est ha risentito pesantemente della crisi che ha investito il Paese, essendo realtà produttive tra le più penalizzate e le più colpite. I motivi di ottimismo sono comunque legati alla straordinaria capacità dei nostri imprenditori e alla cultura del lavoro che permea tutta la vita cittadina.
Tra le sue deleghe lo sport. Che ruolo ha lo sport in generale nella comunità locale e in che modo la sua amministrazione ha valorizzato questo aspetto?
Lo sport ha una grande funzione nella formazione, soprattutto dei giovani, ed è importante, sotto l’aspetto psico-fisico, per tutte le classi di età, anziani compresi. In questi anni, ho cercato di rispondere a questa esigenza, provando a colmare una carenza di impianti e di strutture sportive non più tollerabile. Non ho puntato sulle grandi opere, ma su quelle strutture - come palazzetti per le specialità, palestre, campi sportivi - in grado di assicurare a tutte le discipline sportive e al massimo numero di praticanti, la possibilità di esercitare le proprie attitudini e passioni sportive.
Pordenone e il futuro. Come e quanto potrà ancora crescere secondo lei la città nei prossimi anni?
Sul futuro non è facile fare previsioni, anche perché molto dipende dalla rapidità con cui il Paese uscirà dalla crisi. Pordenone ha comunque margini di crescita elevati nei settori dell’innovazione e della ricerca, delle energie rinnovabili e dell’ecologia e in genere in tutto il settore della formazione, università compresa, e del terziario avanzato.
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