Grizzana Morandi è un piccolo comune nel cuore della Valle del Reno a pochi chilometri da Bologna. Mi imbatto nei suoi verdi pendii quasi per caso, in un’afosa giornata di fine luglio, quando nel centro di Bologna la colonnina di mercurio supera i 30 gradi e il tasso di umidità sfiora picchi stellari e inerpicarsi sù per l’appennino bolognese sembra l’unico modo per concedersi una notte di sonno tranquillo.
E’ esattamente così che sono arrivata a Grizzana Morandi: in fuga dall’afa verso la frescura della montagna.
La sensazione iniziale che ho è quella di essere completamente avvolta all’interno della sua ricca vegetazione, infatti ovunque dirigo lo sguardo riesco a mettere a fuoco solo alberi e la presenza “prepotente” di una natura che ancora domina l’intero paesaggio, null’affatto minacciata dai segni di un progresso che comunque è vivo e presente (l’autostrada A1 Bologna-Firenze dista solo qualche chilometro).
Grizzana è un insieme di borghi medievali perfettamente conservati fino ai giorni nostri, scelgo di percorrerli in bicicletta come mi suggerisce la mia improvvisata “guida locale”, ma lo si potrebbe fare pure a cavallo (è la scelta di molti) o per i più audaci e muniti di scarpette da trekking anche a piedi!
Partendo da Tudiano - da cui si accede al Parco storico di Monte Sole, teatro della strage nazifascista del 44, arrivo fino al borgo di Poggio di Veggio con la sua casa torre cinquecentesca, e poi salendo salendo giungo sino a Poggio Mezzano, luogo che ispirò uno dei più celebri pittori del Novecento italiano - Giorgio Morandi - da cui Grizzana ereditò parte del suo nome. Proprio qui mi imbatto in un ricco patrimonio culturale fatto di cartoline d’epoca e di circa 5.000 libri di cui un migliaio relativi alla storia dell’appennino bolognese e della Valle del Reno.
Realizzo dunque, che l’itinerario naturalistico, non è il solo possibile a Grizzana, che offre al visitatore appassionato di arte e cultura notevoli e ricchi spunti di interesse. Decido di dedicare il mio pomeriggio interamente alle chiese fascinose e ricche di storia, me ne vengono segnalate tre particolarmente degne di nota: la Chiesa di Santa Maria Assunta, opera unica in Italia del finlandese Alvar Aalto, il Santuario di Montovolo risalente al XII secolo e l’Oratorio di Santa Caterina che ospita al suo interno un pregievole ciclo di affreschi del 400.
A fine giornata mi sento esausta, ma appagata, ma mentre pedalo in discesa verso il mio rifugio non posso fare a meno di pensare che percorrendo queste strade di montagna si calpestano a tutt’oggi i segni di una ferita ancora viva, quella degli eccidi nazisti di cui il più tristemente noto rimane quello di Marzabotto, località poco distante da Grizzana. Forse pure a questo è dovuto l’orgoglio dei Grizzanesi (3.500 o poco più), che a mio avviso ribaltano il vecchio stereotipo che vorrebbe la gente di montagna chiusa e inospitale, avendola invece personalmente trovata accogliente e gioviale.
Reduce da questa bella fuga sull’appennino, mi sento di consigliare a chiunque capiti dalle parti di Bologna in piena calura estiva di trascorrere un paio di giorni a Grizzana Morandi, gli unici rumori che disturberanno il vostro sonno saranno il canto dei rapaci notturni e lo stormire di foglie.
Se infine, come me, sceglierete il treno per il vostro rientro in città, non farete in tempo a chiudere un occhio che vi ritroverete immersi un’altra volta nel caos da cui siete fuggiti. A volte, infatti, lo ignoriamo, ma la pace abita proprio a pochi passi da noi…
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