14 Maggio 2008

Agriturismo La Fontana del Tasso

di Alessio Postiglione (Blog Francavilla in Sinni. Interviste Ristoranti)

Scopriamo, con Maria (Agriturismo La Fontana del Tasso a Francavilla in Sinni), i sapori del Pollino lucano.

Quali sono i legami della vostra attività col territorio?
Tasso Forti, indubbiamente. Io e mio marito abbiamo passato diversi anni al Nord ed era nostra intenzione ritornare qua, alle nostre radici. In questi ultimi anni c’è stata una crescente consapevolezza in Basilicata delle proprie capacità turistiche.
Per noi si tratta di un patrimonio da proteggere e valorizzare. Sa, la Basilicata è stata per tanti anni completamente fuori dai circuiti turistici; una terra completamente sconosciuta e non promozionata. Ora, invece stiamo puntando molto a farci conoscere e anche le istituzioni sono venute dietro agli operatori che hanno investito nel territorio.
C’è una nuova consapevolezza di quello che è il territorio. Prima, semmai, la natura incontaminata era vista come un segno del mancato sviluppo industriale… qualcosa di negativo. Oggi, invece, si è capito che è il valore aggiunto del territorio. C’è un ribaltamento di luoghi comuni… l’arcaicità della Lucania, con l’arte greca, i monumenti rupestri medievali, è diventata una cosa importante e anche le istituzioni hanno puntato sul concetto di “arcano” per affascinare i turisti.
Noi qui siamo in un paradiso lontano dal frastuono delle città, siamo nel Parco del Pollino, nella riserva di Rubbio.
Francavilla, infatti, era ricca di monumenti e vanta una storia che merita di farsi conoscere. Qui c’era la famosa Certosa di San Nicola che era la terza per importanza del regno di Napoli dopo Padula e San Brunone. Venne fondata nel Trecento da Venceslao, conte di Chiaromonte, e data in concessione ai certosini, nel 1420, della regina Giovanna. Il paese nacque proprio attorno alla certosa in quanto si istituì un regime di esenzione fiscale per favorire la colonizzazione della zona che già all’epoca esprimeva una forte vocazione contadina.
Poi, negli anni bui dell’immigrazione, la Basilicata è stata fra le regioni che più hanno sofferto il fenomeno dello spopolamento. Oggi, la riscoperta di questi territori, rappresenta il giusto debito che avevamo con la Storia.

Per cosa è rinomata la vostra cucina?
Qua facciamo solo piatti locali. Si inizia con gli antipasti: ricotta tiepida, polpette di melanzane, minestra impastata, a base di fagioli verdi, patate, zucca e peperoni secchi, gli gnummarieddi, fatti con interiora di agnello ripieni di fegatini. Ed ancora: fiori di zucca ripieni di ricotta, soffritto di capretto e gelatina di maiale. Fra i primi: lagane con ceci, cime di rapa e ceci, paste grosse con i fagioli o coi funghi, ravioli di ricotta e salsiccia, il mischiglio, farinata mista con fave, ceci, orzo e grano… il mio menù preferito prevede: rascatielli con i peperoni cruschi di Senise e ricotta fresca, il capretto imbottito con un pesto di erbette, aglio, lardo e prezzemolo… è un piatto tradizionale che si preparava per i matrimoni, ma qui lo riproponiamo sempre. Poi facciamo la classica ciambotta lucana di ortaggi nella pagnotta. Utilizziamo solo materie prime del territorio.

Quali piatti/prodotti tipici bisogna provare per conoscere a fondo il suo territorio e perché?
Il latte francavillese è molto apprezzato, quindi formaggi o lagane al latte. I monaci certosini di San Nicola, giù a Francavilla, avevano degli allevamenti ad altaquota, a 20 chilometri di distanza in località nota col nome di Piani di Federico, quindi si trattava di campi verdi già noti ai tempi dell’Imperatore svevo. Per portare il latte a valle i monaci fecero un latte-dotto fatto di tegole di creta locale. Oggi, purtroppo, il monastero è ridotto a ruderi.
Poi, la nostra, era una zona famosa per i briganti! Il nostro più famoso era Antonio Franco. Visto che i briganti si davano sempre alla macchia, mangiavano solo pane con i nostri salumi e formaggi… e sono stati, in un certo senso, degli antesignani di quelli che poi hanno riscoperto la merenda povera!

Le dolci “note” del suo menu…
Mouse di ricotta ai frutti bosco… o quelle alla crema e al caffè.

Quali piatti storici segnano gli appuntamenti importanti (feste, ricorrenze etc.) della sua città?
Per la festa di San Giuseppe facciamo i rascatielli ma con la mollica. Per l’Ascensione facciamo le lagane con il latte. A Pasqua il piccillato; è una ciambella con uova e strutto che può essere sia dolce che salata. Durante le festività natalizie abbiamo molti dolci tipici come le crespelle e i panzarotti castagne e ceci.

Perché il nome “La Fontana del Tasso”?
Qui c’era una fontana per i viandanti; ed anche per gli animali. Il monte Caramola è pieno di tassi: e qui veniva un simpatico roditore ad abbeverarsi.

Riferimenti:
Agriturismo La Fontana del Tasso
Contrada Scaldaferri, 40 - 85034 Francavilla in Sinni (PZ)
Telefono 0973-644566, 368-3933901

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