Il sindaco di Pistoia Renzo Berti intervistato per Comuni-Italiani.it
Come si presenta la sua città a chi oggi la vive quotidianamente?
Per chi la vive, oggi Pistoia appare come una città in evoluzione. Ci sono molti cantieri, molti progetti, molti cambiamenti in atto. A volte sembra difficile leggere in questi interventi una volontà di fondo, un traguardo unitario che lega tutte queste modificazioni.
La città, infatti, un po’ per il suo retaggio mentale, un po’ per la sua topografia, racchiusa dalle mura, ha sempre mantenuto un atteggiamento protezionista . Questo modus vivendi l’ha certamente protetta, tutelata e conservata, ma, d’altro canto, ne ha inevitabilmente inibito lo sviluppo. Ora il progetto è quello di governare il cambiamento senza perdere le proprie radici. Partire da quello che Pistoia è stata per costruire quello che sarà.
Questa piccola rivoluzione è guidata dal leit-motif della cultura, che vuole diventare la nuova caratterizzazione della città. Si è partiti dalla costruzione della biblioteca, per innescare una serie di realizzazioni che recupereranno parti importanti del passato ad una nuova fruizione per i cittadini. Ora stiamo vivendo la fase intermedia che ci porterà ad una nuova età per Pistoia: anche se pare complesso, bisogna guardare al quadro generale che, passando necessariamente per la modifica del territorio, nel giro di pochi anni ci restituirà una città rinnovata nella sua storica identità.
Tre validi motivi per visitarla?
Il valore storico. Pistoia è una piccola perla toscana. Poco conosciuta, ma proprio per questo meta di un turismo non di massa, ma qualificato. La città ha mantenuto intatto il suo centro medievale, completamente pedonale, con le botteghe storiche e i prestigiosi edifici antichi. Sono visibili le mura e la grande fortezza medicea che si affaccia sul parco. Sono inoltre presenti diversi musei e strutture che accolgono importanti collezioni artistiche, anche all’aperto.
Un concentrato di Toscana. Pistoia è vicina a tutto e offre diverse possibilità turistiche. Vicina alle città d’arte come Firenze (soli 20 km), non distante dai lidi del tirreno, offre soggiorni termali nella vicina Montecatini e visite naturalistiche nella bella montagna e nel giardino zoologico. Accontenta gli sportivi con gli impianti sciistici dell’Abetone, e anche coloro che amano la buona tavola toscana, le ricercate creazioni dei maestri cioccolatieri e i raffinati vini del Montalbano.
Ha un ricchissimo palinsesto di eventi estivi, tra i quali spicca il Festival Blues, appuntamento di rilievo internazionale. Si può fregiare anche di un Palio medievale, la giostra dell’Orso, che anima i rioni cittadini in un tripudio di colori. Può contare su una vasta produzione di artigianato di qualità e sul meritato titolo di città del verde e dei vivai. Insomma… chiunque può trovare il suo modo di vivere la città e i dintorni.
La città della cultura. Pistoia ha la più grande biblioteca pubblica della Toscana, che insieme all’università costituisce il polo della cultura nel rinnovato quartiere San Giorgio. La città si è aperta alle nuove generazioni e vuole raggiungere l’obiettivo di sposare uno sviluppo sostenibile con l’alto livello di vita sociale caratteristico delle piccole città. La sfida è aperta, ed i progetti si creano giorno dopo giorno.
Chi o cosa, secondo lei, ne ha fatto la storia, ne ha plasmato l’identità?
La storia di Pistoia è fatta innanzitutto dai pistoiesi. Celebri o comuni hanno plasmato la città a loro immagine attraverso i secoli. La città è infatti uno specchio del carattere dei suoi abitanti: può sembrare chiusa tra le sue mura, ma in esse custodisce da centinaia di anni tutti i tesori che ha saputo conservare. Mantiene la sua aria da città di provincia, placida e contenuta, dove ancora si può vivere tranquillamente e dove si possono coltivare ancora relazioni personali degne di questo nome.
Ha le sue eccellenze, determinate in parte dal clima mite e in larga misura dalla lungimiranza di alcuni cittadini di spicco. Ha la fortuna di sfuggire ai grandi flussi di turismo inflazionato, rimanendo sempre accessibile e quieta. Oggi più che mai è la città che ha deciso di costruire sulle sue radici un futuro sostenibile.
Per quale aspetto della sua città va personalmente fiero?
Direi la capacità di coniugare la modernità con il passato, senza mai abdicare completamente all’una o all’altra. E’ un equilibrio complesso da mantenere, ma questa capacità di differenziarsi ha permesso alla città di passare quasi indenne attraverso i cambiamenti epocali che ha attraversato nei secoli.
Tra progetti da portare a termine e traguardi ambiziosi da perseguire, come vede il futuro della sua città?
Come già accennavo prima, questa è forse una delle fasi più massicce dell’innovazione della città. Capisco il disorientamento dei cittadini di fronte a tanti cambiamenti, ma credo che a breve il quadro si comporrà nella sua interezza.
Ritroveremo un nuovo quartiere San Giorgio, al posto della vecchia area industriale, che sarà il cuore culturale di Pistoia, dal quale è partita la spirale di metamorfosi che ha coinvolto tutta la città. Verranno riqualificati i quartieri popolari con progetti condivisi dagli stessi abitanti. Verranno recuperati alla fruizione importanti monumenti storici come la fortezza Santa Barbara.
Vedo per Pistoia un futuro nuovo, ricco di cultura e di sapere, che finalmente possa dare alla città il risalto che merita nel panorama toscano e italiano.
Una domanda che vorrebbe sentirsi rivolgere sulla sua città e la risposta che darebbe.
Una particolarità della sua città?
Ce ne sono tante! A Pistoia si è combattuta la battaglia che ha visto soccombere Catilina all’esercito romano. Mille anni dopo, nel 1177, Pistoia si costituì in libero comune, con uno statuto noto per essere uno dei più antichi d’Italia. La città presenta una fortezza medicea unica nel suo genere: è rivolta verso l’interno delle mura.
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