Il sindaco di Albenga Antonello Tabbò intervistato per Comuni-Italiani.it
Come si presenta la sua città a chi oggi la vive quotidianamente?
Albenga è una città “a misura d’uomo” in cui convivono con grande equilibrio agricoltura e turismo. Una città bellissima. Ricca di storia, di bellezze naturali. Una città moderna che non dimentica le sue antiche radici storiche, che si mostra al futuro posando su un vivo passato, dove convivono e si intrecciano Albenga e Albingaunum.
Città d’arte destinata ad avere un ruolo da protagonista sul palcoscenico della cultura mondiale. In un recente scavo archeologico, infatti, è venuto alla luce il famoso “Piatto blu”, già esposto a palazzo Altemps di Roma, un manufatto in vetro colorato, colato a stampo e molato al tornio, databile al II° secolo d.c. Una città ricca di tesori su cui svettano e dominano le antiche torri. La parte storica della città è circondata da mura medioevali, nel suo cuore antico tanti sono i tesori; monumenti, il Battistero, i palazzi nobiliari le piazzette, tutto rigorosamente tutelato e intatto.
Nella quotidianità si respira questa storia e convive con il ritmo della modernità. La sfida è conservare e valorizzare questo patrimonio.
Tre validi motivi per visitarla?
Oltre alle bellezze di primo piano, tesori artistici che sono disseminati in ogni angolo di Albenga, come pennellate di prezioso colore in un quadro che rappresenta la bellezza, l’Isola Gallinara è di forte impatto visivo e attrattivo per il turismo. Una perla adagiata nel mare nei cui fondali giacciono ricordi del passato, un relitto di nave romana e reperti archeologici inseriti in una riserva naturale di una bellezza che la rende unica.
Ma è in primavera con i grandi appuntamenti di “Fior d’Albenga” che la città assume una veste variopinta con milioni di fiori ad addobbare aiuole in un tappeto fiorito che attira migliaia di turisti. La floricoltura è un settore trainante per la piana e i floricoltori presentano con orgoglio la loro produzione.
Sempre nel mese di aprile Cip&Vip, manifestazione ispirata alla produzione orticola e al suo impiego in cucina con particolare riguardo ai “Quattro d’Albenga” (asparago violetto, carciofo, zucchina trombetta, pomodoro a cuore di bue). La manifestazione mira a creare un’identità e un “marchio” (“d’Albenga”) in grado di garantire visibilità alla tipicità della produzione e incontrare la richiesta di un turismo di tipo enogastronomico.
Chi o cosa, secondo lei, ne ha fatto la storia, ne ha plasmato l’identità?
Per l’ingauno l’agricoltura è parte di un patrimonio collettivo non solo economico, è un fattore quasi romantico, è il ricordo dell’adolescenza, sono i campi distesi e abbracciati agli ulivi, protesi quasi fino al mare. Un concetto del rapporto con il territorio, una parte del carattere dei liguri, discreti, chiusi, ma anche abbondanti nei frutti.
Direi che non esiste altro fattore simbolico che dica così tanto di noi. La ricchezza del raccolto, i momenti di crisi, quasi come se segnasse i passaggi anche politici, oltre che economici della piana di Albenga. Una storia scritta tutti insieme, con semplicità e valori condivisi. Ogni cittadino illustre che si è imposto in campi importanti della cultura, dell’arte, racchiude in sé questo segreto. Il senso delle radici, la fermezza, il rigore, la semplicità.
Per quale aspetto della sua città va personalmente fiero?
Albenga è una città laboriosa, vivace e che non si sottrae alle sfide della modernità. Sa essere insieme antica e nuova. Sa riunire le sue energie per la crescita e lo dimostra il tessuto economico, le numerose aziende sia agricole che commerciali, ma lo fa senza abbandonare mai i fattori positivi della vita di provincia. L’allegria, l’accoglienza, il senso della misura e la laboriosità.
Tra progetti da portare a termine e traguardi ambiziosi da perseguire, come vede il futuro della sua città?
Sono ottimista perché attraverso scelte coraggiose abbiamo posato le fondamenta per uno sviluppo di Albenga che sia equilibrato e sostenibile, sia sotto il profilo economico che sociale e soprattutto ambientale. Siamo impegnati su molti fronti e dobbiamo vincere le sfide che abbiamo messo in campo per creare sempre più un legame virtuoso tra agricoltura, fiore all’occhiello della piana e turismo enogastronomico che consenta di guardare con ottimismo al futuro.
Una domanda che vorrebbe sentirsi rivolgere sulla sua città e la risposta che darebbe.
Qualunque domanda io mi ponessi avrebbe una sola risposta: Albenga è la città più bella in cui vivere. Una città che vale assolutamente la pena di visitare; chi lo ha fatto è sempre tornato e con la città ha stretto un patto d’amore e amicizia. Anche personaggi illustri che hanno reso famosa Albenga in Italia, come Antonio Ricci, autore di tante trasmissioni di successo tra cui Striscia la notizia, non ha rinnegato le sue radici di uomo nato in provincia, è possibile incontrarlo nei fine settimana. Albenga ti resta nel cuore e invito tutti a visitarla.
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