La giornalista e scrittrice di Albenga Mary Caridi* intervistata per Comuni-Italiani.it
Chi o cosa ha fatto scattare in lei la scintilla del giornalista?
Se scavo nella memoria ricordo che persino da bambina, in collegio, avevo sempre un mio punto di vista, osservavo le ingiustizie, le cose che avrei voluto diverse, ma ero un soggetto debole, una bambina e per di più ristretta in un istituto. Ecco, immagino che l’istinto del giornalista di raccontare prese forma in quel tempo. Per incidere, per dire la mia, per raccontare i fatti. Ma ho dovuto aspettare davvero tanti anni prima che mi fosse “concessa” l’opportunità di scrivere i miei primi articoli.
Ammetto che essere giornalista risponde ad un bisogno profondo, quasi una terapia, scrivere di cose reali, di fatti, mi aiuta a restare legata al quotidiano. Cerco di capire il mondo in cui vivo, le ambizioni e le passioni che muovono le persone, in un certo senso voglio affermare che esisto e che ho qualcosa da dire.
Che ruolo ha avuto Albenga nel suo percorso professionale?
Mi sono trasferita ad Albenga tanti anni fa da Domodossola dove sono nata. Il mio è stato un percorso professionale anomalo, ho avuto esperienze sia in radio locali che in televisione un po’ discontinuo. Ad Albenga, però, ho iniziato le mie prime collaborazioni in un giornale locale “L’Opinione” diretto da un ex giornalista del “Secolo XIX” Ernani Iezzi ed è stato lui ad offrirmi la mia prima opportunità.
Attualità. Come vive Albenga l’emergenza sicurezza che attraversa l’intero Paese?
La richiesta di maggior sicurezza attraversa tutto il paese e anche in una città di provincia come Albenga è oggetto di discussione e dibattito. Le richieste di maggior fermezza provengono dall’opposizione di centrodestra a cui l’amministrazione, guidata dal sindaco Tabbò, ha dato ascolto e risposte con l’istituzione della polizia di prossimità e ben 56 telecamere per la videosorveglianza.
La presenza di una grande comunità di extracomunitari arrivati nella piana soprattutto per soddisfare la necessità di manodopera delle aziende agricole (oltre mille) ha fatto lievitare in pochissimi anni il numero di presenze straniere e in questi numeri alti si è insinuata anche la presenza di clandestini. Nonostante le grida d’allarme, a volte strumentali, ad Albenga le forze dell’ordine sono perfettamente in grado di garantire la tranquillità ai cittadini.
Da attenta analista della governance locale qual è, può farci un breve ritratto della politica attuale di Albenga?
Albenga per estensione del territorio e per importanza economica è la città più importante della provincia di Savona. Nonostante questo soffre da sempre di un’incapacità ad esprimere leadership tali da garantirle un rappresentante in Parlamento. Roccaforte del centrodestra alle politiche, ha sempre scelto nelle amministrative un sindaco espressione del centrosinistra.
Per capire la situazione politica attuale di Albenga bisogna gettare uno sguardo al suo recente passato. Il sindaco “rosso” Viveri ora deceduto, ha regnato e governato Albenga con polso fermo e intercettando consensi trasversali negli anni dei suoi mandati. In seguito al suo arresto e poi alla sua morte la città si è ritrovata a dover colmare un vuoto politico e non era affatto pronta. Il centrodestra ha avuto la sua occasione proprio in seguito a questi avvenimenti e ha sprecato l’occasione. Infatti l’esperienza del primo sindaco di centrodestra della storia di Albenga si è dovuta interrompere bruscamente con la perdita di fiducia di alcuni esponenti della sua maggioranza.
In seguito a questi avvenimenti la città, nel 2005, ha scelto il sindaco Tabbò, area Margherita e ora Pd; il centrodestra nel frattempo si sta organizzando, ma, a mio parere senza riuscirci, se è vero che il nome del candidato che potrebbe scendere in pista alle prossime amministrative non è di Albenga, ma un ex sindaco di un paese limitrofo, Villanova d’Albenga.
Se il centrosinistra saprà reggere le tensioni interne e i sommovimenti intervenuti dopo la nascita del partito democratico e reggerà l’urto, nonostante la consistenza della forza politica di Lega e Pdl, la partita sarebbe aperta, le conclusioni non scontate. L’onda lunga delle politiche, che hanno visto una grande affermazione del centrodestra, si potrebbe infrangere rovinosamente sugli scogli di un centrodestra disorganizzato e privo di uomini nuovi.
A mio parere la situazione è in movimento e molto potrebbe dipendere dal risultato degli accordi per le provinciali del 2009, perché il moderato Tabbò è in rotta con la parte diessina del suo partito, dal quale, in aperta polemica, si è autosospeso e dunque gli scenari rimangono incerti.
Come si può ricavare dal ritratto che ho tentato di fare, la situazione politica è in gran fermento e non del tutto prevedibile.
Un articolo sulla sua città che ricorda di aver scritto con particolare orgoglio o coinvolgimento emotivo.
Sono sempre coinvolta emotivamente anche se scrivo il fatto più semplice. Mi piace farlo tentando di cogliere aspetti insoliti e soprattutto, e qui ne vado davvero orgogliosa, nel farlo con assoluta libertà. Mi piace quando incontro qualcuno che mi dice che ho dato voce alla gente comune, che non ho avuto timore di raccontare i fatti e i retroscena anche se coinvolgono i cosiddetti “colletti bianchi”. Sarà per questo che non ho mai avuto “l’onore” di scrivere su quotidiani come La Stampa o il Secolo XIX? Perché saper scrivere non è l’unico requisito richiesto da queste testate.
Un titolo e trenta righe per raccontare cosa va e cosa non va della sua città.
“Albenga chi non c’ha da fare non ci venga”.
Questa è stata la prima frase che ho sentito pronunciare quando sono venuta ad abitare ad Albenga. Nonostante queste parole che potrebbero far pensare ad una città chiusa o poco accogliente non è andata così. Il carattere riservato degli ingauni e le difese verso “i foresti” hanno bisogno di tempo per lasciarsi andare.
La mia è una città in cui si vive bene. Amo il viale alberato di tigli, le viuzze strette che nascondono autentici tesori nella parte storica della città. La cattedrale e la piazzetta dei Leoni, sede del vescovado che hanno ispirato alcune delle mie poesie. Rispetto ad altre località balneari limitrofe Albenga ha un insediamento abitativo presente tutto l’anno e non solo in estate. È una città di mare, ma è una città in espansione con tutte quelle difficoltà che comporta il cambiamento e la presenza di nuovi abitanti.
Alcune voci si elevano per denunciare il degrado di alcune zone o una presenza troppo alta di cittadini extracomunitari che hanno “occupato” con la loro tendenza a stare in gruppo alcuni quartieri della città. Non so se per distrazione, per tolleranza, perché in tanti anni a me e alle tante persone che frequento non è capitato mai nulla, né un furto, né uno scippo, niente di niente, che non riesco ad unirmi al coro della protesta. Albenga per me è la città ideale per vivere e infatti non me sono mai più andata.
Tra tecnologia digitale e giornalismo partecipativo, come sarà il domani della sua professione?
La mia professione ha seguito un percorso che si è scritto da solo, quasi come fosse tutto scritto dal destino. Utilizzo tutti gli strumenti a disposizione che mi consentono di comunicare. Partecipo attivamente a blog e siti con miei commenti da semplice utente o collaborando con articoli in altri, non ho idea se questo potrà avere in futuro uno sbocco diverso, certo sono apertissima alle nuove tecnologie e tengo aperta la porta alle novità che potrebbero nascere.
Se poi questo portasse a incrementare le esangui casse del mio conto corrente sfociando in un contratto professionale, che dire, magari! Un po’ di fortuna sarebbe la benvenuta!
*Premio Mario Soldati 2006 con il romanzo “La colpa di Felipe“, oggi è direttore responsabile del giornale ufficiale del Comune di Albenga e collabora per diverse testate.
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