5 Settembre 2008

Panicale in musica

di Sara Radicia (Blog Panicale. Alla Scoperta della nostra Italia)

panicale-7.JPGPanicale si trova affacciata sulla valle del Nestore. In passato fu un importante castello, conteso dalle vicine potenze e fu più volte distrutto. Oggi, quando entrate nella raccolta piazza del centro storico, vi trovate ancora a respirare quella atmosfera, insieme ad una piacevole sensazione di intimità con il territorio. All’interno delle mura le costruzioni si snodano secondo un modello usato nel duecento-trecento, ancora visibilissimo, e avvolgono il pendio fino alla cima.

Una delle cose che preferisco di Panicale è piazza Umberto I, che ha un palazzo del trecento e una bella fontana, la quale era stata originariamente un pozzo ed è stata convertita all’uso odierno all’inizio del secolo scorso. Tra le altre cose belle della cittadina è il fatto che facendo pochi passi puoi trovarti subito ad ammirare qualcosa di bello, e dopo pochi metri ancora qualcos’altro che non ti aspetteresti da un piccolo paese quale esso è. Infatti, se dalla piazza mi dirigo sulla piccola salita a sinistra mi trovo alla collegiata di San Michele, che custodisce un dipinto di Giovan Battista Caporali, e proseguendo dritto si arriva al palazzo del podestà. Senza nulla togliere al palazzo, la vista da qui è stupenda, e alla bellezza partecipano anche i tetti delle case che sotto di voi formano un disegno a spirale come prima detto.

panicale-3.JPGUna mattina andai a visitare Panicale con mia sorella e mia cugina che sono adolescenti. All’inizio mi hanno odiato immagino però penso che alla fine della giornata non siano rimaste scontente. La vera sorpresa della mattinata - anche per me stessa, che lo ignoravo del tutto - è quello che ho scoperto trovarsi nella chiesa di San Sebastiano, la quale può vantare affreschi del Perugino: Il famoso martirio di San Sebastiano e una Madonna col bambino, e soprattutto un eccezionale dipinto del maestro Raffaello, la Madonna dell’Orchestra. Raffaello, aveva infatti guardato al Perugino come ad un maestro, e questo dipinto è stato uno dei risultati. Il Perugino operò molto in queste zone, principalmente a Città della Pieve, che è il suo paese natale.

Con questo colpo di fortuna inaspettato credo di essermi comprata la benevolenza delle mie due giovani compagne, che dopo essere uscite dalla Chiesa mi hanno chiesto qualcosa su San Rocco, uno dei più venerati in Umbria e Toscana e penso anche nel resto d’Italia visto che protegge contro la peste. Naturalmente deve aver influito il fatto che il tutto è stato condito con una puntata al bar, dove è stata lanciata una sfida al biliardino specialità nella quale non me la cavo bene come le ragazze.

Fino al 26 Ottobre 2008 è possibile ammirare i dipinti dopo l’opera di restauro, in mostra grazie all’iniziativa Rinascimento sul Lago, che Panicale divide con la vicina Paciano. Tra le opere di cui vi ho appena parlato c’è anche un dipinto intero del Caporali, ricongiunto per l’occasione con la predella che precedentemente si trovava a Roma. In particolare il termine predella è la seconda cosa che ha suscitato la curiosità delle due ragazze e che forse ha permesso loro di non detestarmi per averle sottratte ad una mattinata di vacanza.

Panicale durante l’estate ha partecipato ad una nuova iniziativa culturale, Musica insieme, che si è svolta nei luoghi più significativi del comune, alla quale hanno contribuito musicisti da tutto il mondo con concerti di vario tipo e strumenti, tra cui violoncello, mandolino e naturalmente canti, con  l’intento dichiarato di diffondere la cultura musicale conciliandola con i luoghi più scenografici del territorio umbro. I ragazzi dell’ufficio turistico, che mi hanno illuminato durante la visita, hanno dichiarato che l’iniziativa ha riscosso molto successo e che quindi si sta già pensando di ripeterla.

Di Panicale penso che sia un posto dove si può condurre una vita tranquilla. Il paese è molto carino anche per una villeggiatura - è tra i più bei borghi d’Italia -  e se vi fermate a visitarlo ne rimarrete di certo contenti. Provare per credere.

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