Il giornalista di Portocannone Carlo Mascio* intervistato per Comuni-Italiani.it
Chi o cosa ha fatto scattare in lei la scintilla del giornalista?
Non vorrei essere banale ma posso affermare che tutto è iniziato quasi per caso. Infatti, insieme con i miei straordinari compagni della classe II B (a. s. 2005/2006) del liceo Classico “Gennaro Perrotta” di Termoli, mi sono ritrovato a far parte della redazione del periodico (molto periodico…) d’istituto “Il Folle Volo”, tradizionalmente guidato dalle seconde liceali.
In poco tempo, siamo riusciti a modificare la grafica e, soprattutto, il ruolo di tale giornalino all’interno dell’istituto, trasformato, dunque, in libera voce degli studenti, luogo-non luogo ove far scontrare e incontrare idee e notizie. Personalmente mi sono occupato della parte economica legata al periodico, dato che l’intero ricavato della sua vendita viene devoluto all’AIRC nazionale per sostenere la ricerca, ma ciò non ha impedito la partecipazione attiva alla redazione di articoli e inserti, sempre supportato dagli amici della “folle” redazione.
Di qui i contatti con la Redazione del “Nuovo Molise” con la quale abbiamo avviato una proficua collaborazione dando vita ad una rubrica settimanale dal titolo “Lago nel Pagliaio”, supportati dal Capo Redattore del quotidiano regionale (per l’edizione molisana) Pino Cavuoti, il quale ha fatto in modo che potessi continuare l’esperienza giornalistica avviata come libero scribacchiare di un liceale.
Che ruolo ha avuto Portocannone nel suo percorso professionale?
Dire che Portocannone abbia avuto un ruolo determinante è ben poca cosa. Infatti ritengo che proprio il mio paese abbia costituito una base solida da cui partire, agevolato dal fatto che, una volta avviata l’“avventura” giornalistica, mi sono ritrovato ad essere l’unico corrispondente cittadino dal punto di vista informativo. Un onore ma allo stesso tempo anche una grande responsabilità nel dover cogliere e “raccogliere” notizie e testimonianze per dare corpo ai pezzi che avevano ad oggetto la vita portocannonese.
Portocannone, pur essendo un piccolo paese di quasi 2500 abitanti, è ricco di realtà associative e tradizioni popolari nonché di iniziative amministrative, culturali e sportive. Ecco perché questa piccola cittadina ha svolto un ruolo centrale nel mio percorso formativo offrendo quasi quotidianamente spunti per costruire nuovi pezzi volti a valorizzare il grande spirito di iniziativa che la gente di Portocannone possiede nella propria indole.
Attualità. Come vive Portocannone l’emergenza sicurezza che attraversa l’intero Paese?
Portocannone non è rimasta immune dalle ondate di immigrati, giunti da diverse parti, in cerca di lavoro. Fattore decisivo di ciò, è la grande domanda di manodopera derivante dal fatto che l’economia locale si basa prevalentemente sulla coltivazione di prodotti agricoli. Ciò ha fatto in modo che, in pochi anni, Portocannone diventasse a tutti gli effetti una vera e propria cittadina multietnica, con la presenza di immigrati rumeni, kosovari, polacchi e albanesi, quest’ultimi ancor meglio integrati, agevolati dal fatto che il nostro paese presenta chiare origini albanesi e la stessa gente del luogo ha conservato quasi intatta l’antica lingua che i padri hanno portato con sé dall’altra sponda dell’Adriatico.
Tornando all’emergenza sicurezza, importante da segnalare è il provvedimento che l’amministrazione comunale locale ha varato nel settembre 2007 (dunque molto tempo prima che scoppiasse la “questione sicurezza”) imponendo ai proprietari di immobili, dati in affitto ad extracomunitari, l’obbligo di comunicare tempestivamente agli uffici comunali il numero di soggetti residenti nell’immobile, oltre che tutti i dettagli riguardanti il canone periodico da riscuotere: il tutto per avere un vero e proprio censimento della popolazione immigrata presente sul territorio locale.
Un provvedimento importante precursore di tutte le istanze intraprese a livello governativo sul tema sicurezza.
Tecnologia digitale, multimedialità, blog etc. Come sarà il domani della sua professione?
Sotto questo punto di vista mi reputo un tradizionalista, nonostante la mia giovane età, in quanto sono convinto dell’importanza informativo-educativa che riveste la “carta stampata” in una piccola realtà come Portocannone.
Infatti, il “Nuovo Molise”, ovvero il quotidiano per cui scrivo, nel mio paese è il giornale più letto in assoluto e, nonostante lo stesso abbia un sito aggiornato ove poter consultare e conoscere le varie notizie, solo in pochi si affidano alla navigazione su internet per carpire le varie novità cittadine e regionali.
Con ciò non intendo sconfessare il ruolo centrale delle moderne tecnologie per la facile e, soprattutto, rapida circolazione delle notizie, ma considero altresì fondamentale preservare il “quotidiano delle edicole” (se così possiamo definirlo) da una sua possibile futura scomparsa. Questo segnerebbe la fine del ruolo formativo, culturale ed etico che il quotidiano cartaceo riveste soprattutto nelle piccole realtà, laddove quest’ultimo non è ancora stato sostituito dallo strapotere informativo che internet gradualmente sta assumendo.
Lo scoop o la notizia legata a Portocannone la cui pubblicazione ricorda con grande orgoglio.
Senza ombra di dubbio la battaglia contro la soppressione della locale caserma dei Carabinieri (Novembre-Dicembre 2007). E’ sicuramente uno degli articoli più importanti in quanto rappresenta il chiaro esempio del forte legame che unisce il mio ruolo informativo con le vicende del paese.
In quella occasione, infatti, riuscii a farmi portavoce, sulle pagine del giornale, della protesta di una intera comunità riunita attorno ad un comitato ed all’azione dell’amministrazione comunale che si adoperò, in accordo con la popolazione, al fine di evitare una soppressione che sicuramente non rispondeva alla domanda di sicurezza che proveniva da una base in fermento. Ebbene, in seguito a quella “sommossa popolare”, fu perlomeno prorogato il termine della chiusura e si attende ancora oggi una decisione definitiva in merito da parte delle istituzioni competenti.
Spero che tale intervista rappresenti una ulteriore occasione per lanciare quello che è divenuto il grido di battaglia della comunità di Portocannone: “Giù le mani dalla Caserma”.
Un titolo e trenta righe per raccontare cosa va e cosa non va della sua città.
“Portocannone: una “bomba” inesplosa”.
E’ questo il titolo più adatto per descrivere la situazione che il nostro paese vive ormai da anni.
Il fatto stesso di essere un paese di minoranza linguistica albanese; una posizione geografica strategica a pochi chilometri dal mare e a meno di 100 Km dalla montagna; le antiche bellezze architettoniche e artistiche presenti sul territorio; i prodotti tipici locali; tradizioni popolari come la “Carrese”, ovvero la corsa dei carri trainati da buoi che si ripete, carica di emozioni, ogni anno e che rappresenta il momento clou della Festa Patronale in onore della Beata Vergine di Costantinopoli; i Fuochi di San Michele; il Canto itinerante di Sant’Antonio Abate; il Carnevale Arbereshe; la stessa Estate portocannonese e, non da ultimo, la grande generosità e accoglienza della gente, sono solo alcuni punti a dimostrazione della grande ricchezza socio-culturale e artistica che Portocannone offre ad un possibile visitatore. Ciò che manca è non tanto l’adeguatezza delle strutture, quanto il rendere noto a tutta la comunità nazionale le bellezze del territorio e dell’intero Molise attraverso una campagna pubblicitaria capillare volta a far entrare Portocannone nei circuiti culturali e artistici nazionali.
“Portocannone è una bomba di generosità, basta saperla accendere coinvolgendo la sua operosa gente e tutto diventerà più semplice”. E’ la frase che amava ripetere una importante personalità non del luogo, mettendo in evidenza la forza che il popolo di origini albanesi riesce a trasmettere, frutto della sua innata bontà d’animo.
Riuscire ad incentivare ed avviare un turismo culturale, significherebbe dare slancio non solo alle aziende ricettive locali ma anche alla produzione agricola valorizzando i prodotti tipici e aprendo così un circolo virtuoso che potrebbe costituire il punto di partenza per lo sviluppo economico dell’intera area basso-molisana.
Può farci il menabò delle principali news sulla sua città vissute da giornalista?
Politica - Raccontare dal punto di vista informativo le campagne elettorali, mantenendo sempre ferma la regola d’oro dell’oggettività del giornalista, è un qualcosa che ha sempre suscitato in me grande entusiasmo, frutto di una innata passione per la politica. Per questo, le elezioni regionali molisane e le ultime elezioni politiche hanno rappresentato un banco di prova per riuscire soprattutto ad interpretare le intenzioni politiche dell’elettorato del mio paese.
Naturalmente ridurre alle sole elezioni le notizie politiche legate a Portocannone sarebbe disdicevole. Le attività intraprese dalle varie amministrazioni che si sono susseguite nel corso degli anni dimostrano come le iniziative politiche si estendano anche agli altri campi con risultati diversi in base al raggio d’azione intrapreso.
Cultura - Tradizionale corsa dei Carri trainati da buoi e Notte Bianca. Sono i due eventi culturali che richiamano un gran numero di turisti e, soprattutto, rappresentano l’occasione per il ritorno dei migranti alla loro città d’origine. Convegni periodici sui grandi temi di attualità: rappresenta un’altra importante iniziativa intrapresa con la finalità di fornire utili momenti di dibattito e confronto aperti a tutta la comunità.
Economia - Le problematiche legate alle politiche agricole del territorio riguardanti in primis la raccolta delle olive e la vendemmia, che costituiscono non solo i due momenti centrali della vita contadina ma anche occasioni di dibattito e confronto, rappresentano gli argomenti principali indissolubilmente legati all’intera vita economica del piccolo centro di origini albanesi.
* Corrispondente da Portocannone per il quotidiano “Nuovo Molise Oggi”, è iscritto alla facoltà di Scienze Politiche dell’Università degli studi di Urbino “Carlo Bo”.
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