Siena da fiaba

Sinceramente non so come riuscirò a parlare di una città come questa in breve. Questo compito è impossibile e io lo capisco, perciò con la massima leggerezza e disimpegno possibile vi presento la mia Siena personale, parlando di pochi aspetti, ma spero interessanti.

Mi ricordo di un capodanno a Siena, trascorso con le mie amiche del cuore. Fu un breve viaggio in treno durante il quale ci divertimmo molto, poi un concerto meraviglioso una serata party e una mattina con il naso attaccato alle vetrine. Gli abiti, venduti a prezzi assolutamente concorrenziali ci occhieggiavano con la scritta ‘comprami’ e noi, felici dopo la colazione in uno dei lussuosi bar del centro ci sentimmo come Alice nel Paese delle Meraviglie.

Coloro che come me amano la tecnologia, la telefonia, il computer e qualsiasi altra cosa abbia a che fare con un collegamento si sentiranno decollare se proveranno a collegarsi qui. La città è stata una delle prime in Italia ad essere tutta cablata, e le fibre ottiche che passano sotto la superficie sono quanto di meglio si possa desiderare per trovarvi in un attimo ovunque vorrete.

I luoghi di interesse artistico e storico sono innumerevoli, a partire dalla più classica piazza centrale, del Campo, e dalla sua conchiglia. I più coraggiosi possono salire sulla Torre del Mangia da dove poter vedere un panorama mozzafiato. Anche gli artisti che hanno contribuito ad abbellire le opere sono molti e illustri: Bernini, Pisano, Boninsegna, Della Quercia… nei dipinti cinquecenteschi del Duomo le decorazioni dorate ad oro sono degne del fasto delle Mille e una Notte, ma immuni dalle ombre della loro profanità. Purtroppo, io non ho mai visitato il Museo dell’Opera che si trova appunto nel Duomo, ma sono stata al museo archeologico di Santa Maria della Scala, che è immenso. Durante la mia visita potei beneficiare di una mostra sugli usi cosmetici in Egitto e mi attardai così tanto che quando passammo a vedere la sezione etrusca dovemmo uscire senza vedere tutto.

Non tutti saranno a conoscenza del fatto che esiste ancora il ghetto ebreo del medioevo. Qui alcune strade sembrano ancora condurre a supposti antri della strega, con vie buie e strette, in parte restaurate e rese più agevoli a partire dal Novecento. Tra le innumerevoli qualità di Siena, vi è anche l’abilità dei suoi artigiani, ceramisti, vasai, restauratori, e ancora abili sarte e ricamatrici. Ogni anno queste donne si prendono cura, ognuna per il suo terzo, degli stendardi e delle bandiere della contrada, e grazie a loro ogni anno Cenerentola appare sfolgorante nel suo appuntamento con il palio, ormai da secoli.

Ho in mente una curiosità  su questa splendida città, ha a che fare con un racconto a me caro, infatti girano a Siena leggende su un italiano Fantasma di Canterville. Presso l’orto botanico, che si trova non molto distante dall’accademia dei fisiocritici aleggia la leggenda dello spirito di Giorno. Questi, frate camaldolese vissuto nel tredicesimo secolo sembra sia stato avvistato più volte vicino all’entrata e che abbia bersagliato i turisti con lanci di sassi.

Un ultima nota che mi permetto di segnalare riguarda una chicca enogastronomica che gli intenditori avranno piacere di sentire. La fortezza di Santa Barbara, oltre che essere uno splendido posto da visitare è da qualche tempo la sede dell’Enoteca Italiana. Dedicata alla scoperta dei migliori vini del nostro territorio italiano, con ampio assortimento, ha un percorso a tappe dove è possibile fermarsi a degustare assaggi gratuiti.

(Foto di Krzysztof Wysocki  in Licenza GFDL)