15 Ottobre 2008

I “ciak” dell’Urbe tra luce e magia

di Marcello Di Sarno (Blog Roma. Interviste Giornalisti)

Il giornalista di Roma Alberto Perini* intervistato per Comuni-Italiani.it

Alberto Perini

Chi o cosa ha fatto scattare in lei la scintilla del giornalista?
Terminato il liceo, ho intrapreso Giurisprudenza ed ho iniziato subito a lavorare. Rappresentante di libri e poi per un colpo di fortuna impiegato al Ministero della Pubblica Istruzione.
Ero attratto dalla fotografia e dal cinema che coltivavo come hobby, ma ho iniziato a scrivere quasi per caso emulando la mia fidanzata di allora che muoveva invece con determinazione i primi passi nelle redazioni dei giornali. Il primo pezzo che ho scritto, eravamo alla fine degli anni ‘80, sono state 20 righe (che ancora conservo) sui fondi per la Scuola e la Finanziaria.

Che ruolo ha avuto Roma nel suo percorso professionale?
Vivere a Roma ti dà grandi possibilità, quando sei ragazzo nemmeno te ne accorgi. Io per esempio meditavo di trasferirmi in Liguria e questo solo perché li avevo la disponibilità di una casa e la comitiva degli amici delle vacanze estive.
Alla fine lasciare Roma è rimasto un sogno e invece Roma è stata fondamentale per la ricchezza di opportunità lavorative che mi ha offerto. Ho potuto iniziare a collaborare con quotidiani e Tv private facendomi le ossa per poi arrivare alla Rai dove ho realizzato molti programmi e non solo come giornalista, ma arrivando anche alla regia.

Lei ha fondato un’agenzia che si occupa di comunicazione in tutte le sue declinazioni, con particolare riguardo al web. Alla luce della sua personale esperienza come vede il futuro di questa professione?
Creocom è nata nel 2000; parliamo quindi di una società molto giovane, ma con un’esperienza ventennale sulle spalle (le mie) che le danno la possibilità di affrontare il mercato con la dovuta professionalità.
Oggi non si può più essere giornalista come lo si era vent’anni fa, non basta avere la curiosità, la voglia di capire, oggi a tutto questo si deve aggiungere la versatilità. Saper scrivere per il web, per un quotidiano, saper stendere un comunicato stampa, partecipare ad una riunione per organizzare un evento, pianificare una campagna pubblicitaria, progettare un sito web, una newsletter.
Insomma il mercato oggi, e domani sempre più, ti chiede flessibilità. Flessibilità sotto tutti i punti di vista: oggi il mercato cerca un freelance, domani un collaboratore, domani un dipendente e domani ancora occorre la partita iva. Ma anche con tutti questi cambiamenti che bisogna saper affrontare, rimane sempre una delle più belle professioni che ti offre la possibilità di scoprire il mondo.

Attualità. Come vive Roma, secondo lei, l’emergenza sicurezza che attraversa l’intero Paese?
Da questo punto di vista siamo indietro ed è più un problema culturale che politico nel senso di destra o sinistra. Infatti il problema vero non è come si governano oggi le varie emergenze, ma come si formano oggi le generazioni future e quali sono le basi della società di domani.
Vede io sono cresciuto in una famiglia dove mi è stato insegnato il rispetto per gli altri e la tolleranza, dove ho imparato che discutere e saper far valere le proprie ragioni è più importante che saper menar le mani. Oggi non sono sicuro che sia così. La rissa è di moda, chi alza la voce ha più ragione… e ci sono troppi brutti esempi anche molto in alto.

Da apprezzato regista di fiction qual è, in quali luoghi di Roma le piacerebbe ambientare una storia e perché?
Le dirò una cosa che forse le sembrerà scontata: Roma è tutta bella come sono belli tutti i posti del mondo. Nel cinema come in televisione quello che conta non è il luogo, ma la magia che si riesce a creare grazie alla luce. Questa cosa che può sembrare banale la scopri invece piano piano e soprattutto se hai la possibilità di lavorare con grandi professionisti, con direttori della fotografia che sono in grado di manipolare la luce e creare la magia nei posti più impensati.
Altro discorso sono le storie e a questo proposito non bisognerebbe mai farsi prendere da eccessi di snobismo culturale ricordandosi di scrivere non per se stessi, ma per gli spettatori.

Tra festival del cinema e notte bianca, fare cultura a Roma non è cosa facile. Quale tipo di eventi ritiene più congeniali alla capitale?
Fare cultura su un territorio è una cosa fondamentale e tutto può servire per far sì che le città siano luogo di scambi e conoscenza reciproca e non si trasformino in enormi polveriere. Soprattutto oggi gli eventi culturali, le manifestazioni, i concerti sono fondamentali per conoscersi, sono importanti per favorire le trasformazioni che avvengono nelle società multiculturali.
Entrare in rapporto con la vita e l’espressione di culture differenti ci aiuta confrontarci con le diverse esperienze personali.

*E’ direttore dell’agenzia di comunicazione “Creocom”, che ha fondato e concepita come strumento di comunicazione globale.
Ha iniziato la sua esperienza televisiva nei primi anni ‘80 nel mondo delle emittenti private dove ha approfondito le diverse fasi della produzione: dalle riprese al montaggio dalla post-produzione alla regia.
Negli anni ha svolto anche un’intensa attività giornalistica nelle agenzie di stampa, nei quotidiani e in televisione.
Alla fine degli anni ‘80 ha iniziato a collaborare con la Rai dove ha realizzato numerosi programmi.
Nel 2003 ha organizzato la I° Giornata Nazionale dell’Orgoglio Fiat. Nel 2004 e nel 2005 ha diretto per la Rai le prime due serie di
Non è mai troppo tardi una fiction in 14 puntate in onda su Raiuno e Raidue.

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