24 Ottobre 2008

Una terra tra l’incudine e… l’acqua

di Marcello Di Sarno (Blog Fabriano. Interviste Sindaci)

Il Sindaco di Fabriano Roberto Sorci intervistato per Comuni-Italiani.it

Il Palio di San Giovanni oggi e domani per Fabriano.
Il Palio di San Giovanni Battista ha dimostrato che i fabrianesi sono in grado di avere un forte spirito di solidarietà, sanno fare gruppo, sanno perseguire un obiettivo comune e condiviso.
Il periodo precedente il Palio, la cui manifestazione clou è la “Sfida del Maglio” del 23 giugno vigilia della festa del santo, è un fiorire forte di attività. La città fa respirare questa attesa. La realizzazione delle grandi “Infiorate artistiche” delle quattro Porte è un avvenimento straordinario che lascia a bocca aperta per la bravura degli infioratori, che riescono a realizzarle grazie al loro spirito di gruppo.
Il futuro della manifestazione, pur in presenza di fondi ridotti, è direttamente proporzionale a questo spirito perché ogni partecipante lo fa perché sente la sua città, la sua storia importante, le sue tradizioni. Non ho quindi dubbi: il futuro sarà senz’altro buono.

Roberto Sorci

Oltre al Palio, perché venirci?
A questa domanda rispondo sempre in modo sintetico e realistico: per capire bisogna venire.
Per l’ambiente che è rimasto pressoché intatto: basti pensare al Parco della Gola della Rossa-Frasassi, al parco del Montecucco fra noi e l’Umbria, alla riserva naturale di Valleremita, alle grotte di Frasassi il cui accesso è nel contiguo comune di Genga ma che si snodano sotto il territorio fabrianese. Per chi ama la natura il nostro è un territorio splendido.
Per il suo essere città ricca di arte a cominciare dal tessuto urbano nel vasto centro storico. Il Museo della Carta e Filigrana ne è la punta di diamante unitamente alla pinacoteca, alle tante chiese ricche di dipinti e affreschi, ai monasteri, agli oratori. Conserva i corpi di due grandi riformatori dell’ordine benedettino come San Romualdo fondatore dei camaldolesi e San Silvestro fondatore dei silvestrini.
Per l’enogastronomia di alta qualità. I gourmet conoscono il salame di Fabriano e la ricca norcineria, il verdicchio di Matelica, l’agnello di razza fabrianese, tanto per fare qualche citazione.

Com’è viverci quotidianamente?
Fabriano è una tipica città dell’Italia centrale ricca di storia, arte, cultura nel senso più ampio del termine. Oggi conta quasi 32.000 abitanti ed ha una popolazione con forti connotati non solo marchigiani ma anche umbri, visto che è l’ultimo comune marchigiano a ridosso dell’appennino e vista la plurisecolare storia che l’ha tenuta a stretto contatto con le popolazioni umbre.
Il suo territorio comunale è tra i più vasti d’Italia ed è caratterizzato da un ambiente pressoché intatto.
La popolazione ha molto forte il senso della tradizione soprattutto nella cultura del lavoro tanto che lo stemma comunale, cosa abbastanza rara, è caratterizzato dalla presenza di un fabbro che batte un’incudine su un ponte sotto le cui arcate scorre dell’acqua.
Penso sia una fotografia forte della tradizione del lavoro che caratterizza i nostri territori. Qui, la gente, quando si alza al mattino, mette al primo posto il lavoro, la sua etica, la sua fondamentale importanza per una vita di qualità. Il resto viene dopo.

In questo “senso del dovere” sta il tratto distintivo della sua gente.
Senza alcun dubbio. Fabriano nasce mille anni fa sulle rive del fiume Giano lavorando le pelli, la lana, il ferro e la carta. I prodotti di questa terra poi, hanno preso strade tra le più diverse, come peraltro molti suoi figli che hanno insegnato, ad esempio, a produrre carta in tante zone d’Italia e all’estero.

Di cos’altro va fiero della sua terra?
Per la sua capacità di non abbattersi di fronte alle sue difficoltà e la sua laboriosità. Del resto il suo stemma non ha né armi né animali feroci ma un fabbro che simboleggia l’uomo ed il suo lavoro ed il fiume che simboleggia l’acqua che è fonte di vita.

Cosa riserva il futuro prossimo a Fabriano?
Dopo mezzo secolo di crescita costante nel comparto industriale, tanto da concentrare nel nostro territorio molte grandi aziende del settore elettrodomestico, stiamo vivendo un periodo di difficoltà. Il nostro futuro sarà tanto più positivo quanto più riusciremo a diversificare.
Più della metà della popolazione attiva lavorava e lavora nel settore manifatturiero, una percentuale eccessiva se si pensa che nelle Marche siamo al 39 per cento ed in Italia al 31. Dobbiamo far crescere i servizi sia privati che pubblici, dare spazio ad un turismo che sta già mostrando interessanti progressi, alla sanità, all’assistenza, alla istruzione alta con l’ulteriore rafforzamento dell’università…

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