6 Novembre 2008

Una “fonte” ancestrale che sgorga sulla valle del Trigno

di Marcello Di Sarno (Blog Salcito. Interviste Sindaci)

Il Sindaco di Salcito Ugo Adduocchio intervistato per Comuni-Italiani.it

Salcito e il territorio. Come si vive?
Per molti Salcito oggi potrà essere una noia: pochi abitanti, quasi tutti anziani, con poche risorse lavorative.
Le dico, invece, che ci sono ancora persone che sentono un qualcosa di ancestrale, un qualcosa che li fa sentire saldamente legati alla propria terra.
È un piccolo borgo dove la vita scorre lentamente con i ritmi legati alla natura: inverni freddi e nevosi, tiepide primavere, estati senza tramonti, autunni piovosi.

Ugo Adduocchio

Siete un po’ di più di 600… sempre così pochi?
Dall’anno Mille fino ai primi del novecento, Salcito ha sempre avuto un saldo demografico positivo.
Nel periodo tra le due guerre, la miseria si è fatta sentire con tutta la sua forza nel nostro territorio.
Così i salcitani partirono alla volta degli Stati Uniti, del Sud-America e soprattutto verso la capitale.  A Roma in tanti trovarono lavoro nelle stalle dei vetturini, perché capaci di svolgere le mansioni di stalliere.
Piano piano alcuni riuscirono a divenire vetturini, chiamando a lavorare presso di loro i compaesani.
Negli Anni ‘50 le automobili sostituirono i cavalli, trasformando i vetturini in “tassisti”. Di conseguenza le mogli con i figli raggiunsero i mariti, portando allo spopolamento del paese.
Ma l’amore per il luogo natio - quel sentimento interiore presente in ogni salcitano -ha impedito ai “nuovi romani” di dimenticare Salcito , luogo “povero” ma “ricco di emozioni forti”, segno che contraddistingue tutti gli abitanti del posto.

Le “emozioni” per chi viene dall’esterno dove sono?
Sicuramente nella possibilità di soggiornare in un ambiente tranquillo, tra gente ospitale e generosa, e  nel voler proporre le proprie tradizioni (farchie natalizie, falò di fine anno, ricorrenze religiose, fiere e mercatini).
Poi ci sono le emozioni riservate al palato, con la possibilità di gustare la genuinità di svariati prodotti tipici: “sopressata”, “cicerchiata”, “taralli con il naspro”, “sagne tric-tric”, …
La cornice di questi momenti è una natura incontaminata, ricca di boschi, sorgenti e tratturi.

Per quale aspetto della sua gente va personalmente fiero?
La naturale ospitalità: chiunque è venuto a conoscenza del nostro paese e ha potuto soggiornare da noi - anche per breve tempo - è rimasto positivamente colpito dall’ospitalità e dalla generosità degli abitanti.
In una poesia locale intitolata “La Cannelluccia” ci sono dei versi che raccontano di una fontana, luogo di incontro dei giovani innamorati, che così recita:

E’ un acqua tanto prodigiosa,
che attira ogni forestiero.
Se è giovane viene fatto prigioniero,
rimane a Salcito è poi si sposa
”.

Quale futuro per Salcito?
Un futuro senza dubbio difficile.
Viviamo in un territorio dove manca molto: le infrastrutture, il lavoro, i moderni mezzi di comunicazione (la connessione è di 56 KB!!!).
Non c’è interesse per questa terra, parlo del Molise: in tanti non sanno neanche dove esso sia!!
Nonostante tutto, ritengo che per questa regione e per Salcito si possa e si debba parlare di futuro.

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