19 Dicembre 2008

Il Museo Faggiano fra recupero e burocrazia

di Giampaolo Nanula (Blog Lecce. Interviste Musei)

Cappella

Cappella del monastero

Nel cuore della Lecce barocca, in un antico palazzo, a poca distanza dalla celebre piazza Sant’Oronzo, c’è il Museo Faggiano.
Anni prima, dalla perdita di un tubatura, la sensazionale scoperta di tracce di storia risalenti a 2000 anni fa. Ecco allora che una abitazione privata si trasforma in un sorprendete percorso nella millenaria storia del Salento.
Luciano Faggiano, direttore responsabile nonché proprietario del museo, intervistato per Comuni-Italiani.it

Come è iniziata quest’avventura?
Tutto è nato veramente per caso circa dieci anni fa, quando si ruppe una tubatura del sistema fognario all’interno di una casa di nostra proprietà. Dati i problemi di umidità dovuti alla presenza di molto terreno sotto al pavimento, decidemmo di rimuoverlo e provvedere alla rottura della perdita di acqua.
Mentre scavavamo, iniziarono a riaffiorare “cose” strane che non riuscivamo nemmeno a capire cosa fossero. Da qui, iniziarono, i primi problemi: sospensione dei lavori di ristrutturazione, l’intervento della Soprintendenza dei Beni archeologici di Taranto e la supervisione dell’Arc.
Quando finirono i lavori di scavo emerse, proprio sotto casa nostra, una parte di un monastero databile al periodo che va dal 1000 al 1600 e numerosi reperti risalenti all’epoca messapica.

Come si articola la visita al museo?
Il museo consta di due piani. Il piano terra è dedicato alle scoperte archeologiche vere e proprie con testimonianze che vanno dai messapi - avendo trovato il banco roccioso originale - ai romani, con testimonianze di una strada sotterranea e la scoperta di materiale ceramico risalente al periodo.
Si continua ammirando la vecchia struttura del monastero, con la presenza di due cisterne di acqua piovana con i relativi canali in pietra per lo scolo; queste sono visitabili grazie a una scala che permette di scendere giù fino a 5 metri.

Cosa riserva poi il piano terra?
Si continua visitando l’antica cappelletta di questo monastero, dove è stato riportato alla luce l’antico ossario. Poco distante da un silos per la macina del grano, risalente a un periodo precedente, si può osservare l’antico letto dell’Idume - fiume sotterraneo di Lecce che sfocia 10 km dopo in mare a Torre Chianca - da un pozzo trovato sotto quello che era in precedenza il giardino di casa.
Inoltre è stata rinvenuta una grande tomba comune, al cui interno sono stati ritrovate diverse ceramiche di vari periodi e un antico sigillo vescovile.
La visita al piano terra si conclude visitando una stanza sotterranea - 6 metri sotto il livello stradale - dove si può ammirare un buco scavato nella roccia, usato in epoca medievale come essicatoio di morti con annessa cisterna.

Parte di un'antica epigrafe

Parte di un'antica epigrafe

Continuando, invece, al piano superiore?
Qui è stato recuperato una piccola parte dell’antico dormitorio delle suore; un ampio salone con la presenza di un volto d’angelo in pietra leccese risalente all’anno mille; una scritta in latino scolpita su un blocco di pietra, pezzo di epigrafe posto originariamente all’ingresso del monastero e, per concludere, un antico solaio arricchito da circa 600 vasi in terracotta.
Il secondo piano è stato concepito anche come luogo di sosta per i visitatori, avendo ritagliato un piccolo spazio adibito a ristoro e per la degustazione di prodotti tipici locali. Qui c’è anche l’esposizione di opere in cartapesta del maestro artigiano, nostro socio, Luigi Baldari.

Quali difficoltà incontra un privato nel valorizzare un bene archeologico?
Se il privato è un noto personaggio, credo che trovi tutte le strade spianate; se invece è una semplice e comune persona, come nel mio caso, le cose cambiano!
Di problemi se ne incontrano abbastanza - dal lato economico a quello legale - soprattutto a causa di quegli enti preposti alla salvaguardia e al recupero del patrimonio archeologico.
Comunque, dal mio punto di vista, credo che il miglior modo per valorizzare un bene storico sia capirne l’importanza e recuperarlo nel più profondo rispetto della sua storia.

Avete potuto usufruire di finanziamenti pubblici?
Purtroppo no e né ho potuto decurtare le spese di ristrutturazione: tutti i costi degli scavi, prima e dopo il restauro, sono stati pagati solo da me.

Riferimenti:
Museo Faggiano
Via Ascanio Grandi, 56 -73100 Lecce
Telefono: 0832-300528
Indirizzo email: info@museofaggiano.it
Sito web: www.museofaggiano.it

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