20 Dicembre 2008

Il ricordo delle tradizioni e la ricerca del nuovo

di Sofia Riccaboni (Blog San Casciano in Val di Pesa. Interviste Scrittori)

Alessandro Raveggi

Alessandro Raveggi

San Casciano in Val di Pesa, un paese antico dalle origini etrusche situato a pochi chilometri da Firenze, è la città natale di Alessandro Raveggi.

Un artista, innamorato della musicalità delle parole, che lotta tra il “ricordo delle tradizioni” che lo legano a questa cittadina toscana e la “ricerca del nuovo e del caotico” che lo porta ad allontanarsi.
Un paese che ha segnato, per moltissimi aspetti, le sue scelte e il suo cammino di scrittore.

Lei è scrittore e poeta, amante dei libri, della poesia e del teatro. Ma chi è realmente?
Una domanda difficile a cui riesco a rispondere soltanto in un modo: una persona ossessionata dalla scrittura, dal suono e di ciò che questi riescono a produrre negli altri.

San Casciano in Val di Pesa è il suo paese d’origine, dove ha trascorso l’infanzia. Com’era allora la piccola città?
Vent’anni fa, era un piccolo comune alle porte del Chianti dove gli inglesi andavano a bere il vino e i bambini a comprare la schiacciata. Era il luogo in cui, per la mia testolina di bambino, si decidevano le cose, si serbavano i segreti e dove gli insegnanti erano cattivi e giganteschi rispetto alle mie insegnanti elementari di paese, un po’ mammine. Poi sono arrivate le “terribili medie”: un’esperienza di ferocia inaudita per me che ero sempre figlio di cittadini trasferitesi in campagna. I ragazzi parlavano un’altra lingua, fatta di piccole astuzie, ruberie, senza più sogni.
Le ragazzine erano indecifrabili come le marmitte degli scooter che i miei compagni cambiavano, modificano, smontavano e rimontavano ogni giorno.

Crede che il paese si sia evoluto negli anni?
Noto un certo stallo emotivo, di crescita e sviluppo, nella Provincia di Firenze come in Italia in generale. Questo va di pari passo con la crisi della sinistra italiana; sta implodendo dopo anni un sistema di gestione, di affinità. Forse è un bene, ma il potenziale di insoddisfazione nelle persone che per anni hanno seguito quel sistema mi preoccupa. E San Casciano non è da meno.

Cosa c’è di tipicamente toscano in questo paese?
Beh che dire: c’è il vino e poi la tipica e classica parlata, come quella di Ugo Chiti.
Ma io che ho scritto “Per Farla Finita col Teatro di Vernacolo“, non sono forse la persona più adatta a parlare di tradizioni, anche se la mia costante voglia di distaccarmene può essere vista come una autentica voglia di riappropriazione.

San Casciano è un paese tristemente famoso. Questo ha influito sul turismo? Esistono anche qui i tour dell’orrore, come in quel di Cogne, o riesce a resistere e a farsi ricordare per altro?
Per fortuna - è macabro dirlo - la gente in Italia si ricorda del “mostro di Scandicci” e non del “mostro di Mercatale”. Non esistono tour, ma potrebbe essere un buon spunto per un racconto.
Comunque la cittadina è famosa per i suoi vini e perché è una delle prime roccaforti fiorentine venendo da Siena, per essere luogo in cui Machiavelli soggiornava e per gli importanti eventi di arte contemporanea.
Inoltre, per la sua posizione strategica, San Casciano è un capoluogo fecondo ma credo che, ritornando alla politica, nessuno di quelli che l’ha amministrata negli anni abbia capito questo valore.
Come si fa, per esempio, a non organizzare un festival letterario in una città il cui santo patrono, da cui anche il nome, è il protettore degli scrittori?

Perché ha scelto di andare via da qui e spostarsi a Firenze?
Un’ottusità illuminata anche se avrei preferito un’ottusità genuina, radicata nelle tradizioni.
Credo in realtà che per un ragazzo di quattordici anni, trascorsi tutti in campagna, cambiare sia fondamentale. Magari fra venti anni quello stesso ragazzo decide di ripensarci e ritornare a San Casciano. Chissà!

Firenze, Città del Messico, San Casciano: le sue città preferite. Quale preferisce tra queste?
Al momento la seconda perché è incantevole, pur nelle sue mille contraddizioni. Ha enormi spazi verdi, mille gallerie d’arte, teatri, centri, librerie. Vorrei vivere là, nonostante mi faccia un po’ paura.
D’altronde ho passato un mese nella città da turista e da innamorato - la mia ragazza è di lì- e non vorrei avere una visione falsata di questo mostro gigantesco “ombelico della luna”.

Torna spesso a San Casciano perché ci sono ancora i suoi genitori. Farebbe crescere lì i suoi figli?
Non saprei soltanto perché non vorrei vivessero troppo in un mondo così ovattato. Ci dovrei pensare bene prima di fare una scelta simile.

  • Segnala su: Inserisci nei preferiti del.icio.us segnalo OKNOtizie Google YahooMyWeb Facebook Technorati

Scrivi un commento

Per inviare un commento devi fare il login.

Articoli nei Comuni Vicini: Scandicci (1), Montespertoli (1), Firenze (7), Lastra a Signa (1), Signa (1), Bagno a Ripoli (1), Campi Bisenzio (1), Sesto Fiorentino (1), Fiesole (1), Montelupo Fiorentino (1), Certaldo (1), Poggibonsi (1)