2 Gennaio 2009

Nel capoluogo sardo, dalla cattedrale al Museo Archeologico

di Verusca (Blog Cagliari. Alla Scoperta della nostra Italia)

Cagliari, capoluogo della Sardegna, è adagiata in una felice posizione su alcuni colli a specchio del mare, nel magnifico golfo che porta il suo stesso nome o, anche, il più gentile e leggendario nome di “Golfo degli Angeli”.

Nel cuore dell’antica città alta c’è il popoloso e pittoresco Rione Castello, formato da un dèdalo di strette e tortuose viuzze in salita, qua e là ricoperte da archi, le cui case - di tipo spagnolo - conservano un caratteristico aspetto medioevale.

Cattedrale di Cagliari

Cattedrale di Cagliari

Qui si erge la Cattedrale, risalente al secolo XIV, con la sua maestosa facciata più volte rifatta e conciliante gli stili romanico e pisano, con la bella torre campanaria e con bei portali d’ingresso, fra cui quello della parte destra preziosamente ornato.

L’interno, rinnovato in linee barocche nel secolo XVIII dal genovese Domenico Spotorno, custodisce opere di notevole fattura. Appena entrati ai lati della porta principale, appaiono i due magnifici pulpiti, che il maestro Guglielmo da Pisa scolpì nel secolo XII per la Cattedrale della sua città, e che in seguito furono donati a Cagliari. Un tempo, questi due pulpiti poggiavano sui quattro leoni, che adornano oggi il recinto marmoreo dell’Altar Maggiore.

Oltre che ammirevole per le decorazioni in stucco e in marmo delle tre cappelle, la cripta è veneranda per le reliquie dei santi e dei martiri sardi - conservate in numerose nicchie dentro le cappelle - e per le tombe di illustri personaggi di Casa Savoia. Presso la sacrestia si trova il Museo Capitolare, che raccoglie interessanti opere di oreficeria e il bellissimo “trittico” del pittore fiammingo Gerard David.

Da visitare è il prestigioso Museo Archeologico Nazionale dove si potranno ripercorrere, di sala in sala, le tappe del lunghissimo cammino che la Sardegna ha compiuto dai remoti primordi della sua civiltà. Da ogni parte dell’isola, infatti, da caverne e da nuraghi, da templi e da tombe delle necròpoli puniche di Nora, Kàralis, Sùlcis, Bithia o Thàrros e da altre località, sono qui pervenuti gli innumerevoli oggetti che danno vita a questa straordinaria raccolta, unica al mondo.

Asce, accette, macine, punte di freccia, monili, ciotole ed altri oggetti di pietra documentano l’oscura vita dei cavernicoli così come armi, lampade, utensìli e vasi quella dell’Età del ferro e del bronzo. qui sono custoditi anche i famosissimi “bronzetti”: le magnifiche sculture che, in centinaia di stupendi esemplari, esprimono la misteriosa vita dei nuraghi.

E ancora iscrizioni, maschere, amuleti, gioielli, monete, stele e ceramiche che sono vivaci testimonianze dei secoli in cui Fenici e Cartaginesi si avvicendarono nel dominio dell’isola e infine, a ricordarci Roma, statue e sarcofaghi, pietre militari e mosaici.

Al piano superiore del Museo, poi, l’interessante Pinacoteca mostra, con pregevoli opere, le varie fasi della pittura sarda durante i secoli XIV e XV, sotto l’influenza ora della pittura toscana e ora della pittura spagnola.

(Foto di Giova81 in Pubblico Dominio)

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