David di Luca, giornalista e blogger intervistato su Livorno per Comuni-Italiani.it
Ci parli del suo mestiere e del suo legame con il territorio.
La mia attività fondamentale è quella di giornalista ed è sempre più o meno in questa veste che ho lavorato sul territorio. Dapprima direttamente a Radio Flash e, per un breve periodo, nella redazione locale de “La Nazione”. Oggi che il lavoro mi ha portato a Roma, ho pensato di aprire un blog sulla mia città, che si chiama Notizie da Livorno. Questo è dedicato più che altro agli aspetti economici e sociali, dal momento che cronaca e sport vengono coperti più che bene dai quotidiani.
Per lei qual è il luogo più bello di Livorno?
In assoluto le scogliere di Calafuria, all’estremo sud della città, molto suggestive, sovrastate da un’antica torre. Poi il quartiere della Venezia, nel centro cittadino; ridotto a un mucchio di ruderi dopo l’ultima guerra, nel tempo è stato riqualificato e adesso è una location vip, con tantissimi locali caratteristici.
Bellezze artistiche e monumentali di Livorno: quali sono secondo lei le più importanti?
A parte le due citate in precedenza, il Santuario della Madonna a Montenero, dove tra l’altro sono esposti molti ex-voto anche di discreta qualità artistica. Poi il Museo Giovanni Fattori, che ospita molte opere di questo grande esponente del movimento dei Macchiaioli. E, infine, il Duomo, la Terrazza Mascagni e in genere tutto il Lungomare, la Chiesa dei Greci in via della Madonna e il Borgo di Antignano.
Cosa la rende più orgoglioso della sua città?
Sicuramente l’ottimo clima meteorologico. Qui è difficile che faccia troppo caldo o troppo freddo.
Poi la facilità con cui si si instaurano i rapporti umani. Anche tra persone che non si conoscono le formalità sono ridotte al minimo.
C’è un piatto particolare che le fa pensare alla sua città?
Senz’altro il cacciucco, vale a dire la zuppa di pesce e molluschi, nato come piatto povero e cucinato con gli avanzi del mercato. Adesso, invece, nei ristoranti è diventata una pietanza da buongustai.
Ma anche la torta, ovvero la farinata di ceci: in genere la si mangia dentro il pan francese, con un pizzico di pepe. Alcuni aggiungono anche le melanzane sotto il pesto.
Cosa vorrebbe che rimanesse inalterato nel tempo?
In primis il clima di apertura e di accoglienza nei confronti di tutti: da noi il razzismo praticamente non esiste.
E poi la capacità di prendere la vita con grande ironia; specchio di questo atteggiamento è il teatro popolare in vernacolo.
Poche righe per dirci cos’è che, invece, vorrebbe che fosse diverso.
Vorrei che i miei concittadini avessero un tantino di spirito imprenditoriale in più.
Dopo la scomparsa quasi totale della cantieristica e della grande industria, la città è ancora alla ricerca di una sua dimensione, che a mio parere potrebbe trovare nel terziario avanzato più che nel turismo, per il quale non siamo molto tagliati.
Quali sono le iniziative da sottolineare?
Tra quelle istituzionali, sicuramente “Effetto Venezia” che si tiene nel mese di agosto, una dieci giorni che richiama pubblico anche da fuori città, con spettacoli e mercato all’aperto.
In luglio l’”Italia Wave“, festival rock nato altrove ma ormai radicatosi nella nostra città.
Poi, ce ne sono migliaia a livello un po’ più underground: tantissimi i musicisti, gli artisti, i cultori di letteratura e teatro.
Quale fatto storico, legato alla vita livornese, ne ha condizionato lo sviluppo?
A livello storico, il fatto di essere stata la prima città a sperimentare il porto franco, voluto dal Granduca di Toscana. Spirito questo che sopravvive tutt’oggi.
A livello economico, l’epopea del Cantiere Navale Orlando, acquisito e gestito per lungo tempo da una cooperativa di lavoratori, con ottimi risultati.
A livello di costume, la beffa delle false teste di Modigliani, che ha avuto risonanza planetaria.
Quali altre sorprese riserva Livorno?
La presenza di uno dei giornali più “strani” nel panorama editoriale italiano. Si tratta del mensile “Il Vernacoliere“, scritto quasi completamente in dialetto livornese.
Dalla sua redazione sono usciti autori e disegnatori di grande spessore, come ad esempio alcuni autori di “Striscia la Notizia”.
(Foto panoramica di Lucarelli in Licenza GFDL)
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