7 Gennaio 2009

La mia avventura lucana

di Valentina Cavaliere (Blog Nova Siri. Racconti di Viaggio)

La carovana di Cinemadamare era già in città quando raggiunsi i ragazzi in treno a Nova Siri.
Durante il viaggio mi pervase un’incredibile curiosità, non so dirvi se fosse più legata al festival di cinema o alla lucania che prima di allora non avevo mai visto,  probabilmente erano entrambe le cose.
Ad aspettarmi alla stazione c’era il fedele Marco, amico di sempre, a cui si deve il mio coinvolgimento in questa particolarissima avventura. Lo trovai tutto assonnato, poverino, a causa dei tanti bagordi fatti la notte prima con i ragazzi del festival. Ci incamminammo verso la scuola principale adibita per l’occasione a dormitorio per i partecipanti della rassegna. Questa divenne, in breve tempo, il vero centro operativo per tutta quella banda di pazzi scatenati!

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Nova Siri

Con lui attraversai una lungo viale alberato, riuscivo ad intravedere sulla sinistra la sottile linea azzurra del mare, mi avvicinai qualche metro in più e scorsi da lontano lo scintillio abbagliante delle limpide acque dello Ionio, mi ritrovai dinanzi ad un bellissimo lembo di costa, lo stesso che ogni anno attrae centinaia di turisti in questo piccolo comune della provincia di Matera. Arrivata alla scuola fui avvolta da un entusiasmo dilagante. Ragazzi provenienti da ogni  parte del mondo erano lì tutti insieme, impegnati a scrivere sceneggiature, fare montaggi  e riprese… tante riprese.

La scuola era totalmente invasa da pc portatili, grandi microfoni, chiamati in gergo tecnico giraffe, e pannelli per la luce. I cortometraggi che sarebbero nati da questo immane caos sarebbero stati proiettati tutti i fine settimana del festival. Con una sola settimana a disposizione, dunque, il mio gruppo si mise subito all’opera.

Uscimmo in strada e con gli abitanti di Nova frastornati dal via vai di gente con macchinari strani al seguito, cominciammo a riprendere tutto ciò che di più bello la città aveva da offrire. Cominciammo con il corso principale e le sue statue in stile neoclassico, per poi proseguire con i giardini ai lati della strada. Ci allontanammo di qualche metro per un cambio scena, la nostra idea era quella di immortalare la maestosità del mare e la vellutata lucentezza della costa. Quello stesso scenario che all’arrivo aveva attirato la mia attenzione, appariva con l’allegria dei ragazzi ancora più bello. Chiedemmo a Massimo, l’attore principale del corto, di correre lungo tutta la spiaggia così da riprendere, con diverse angolazioni, non solo le limpide acque ma anche le suggestive colline e le montagne dell’entroterra lucano.

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Nova Siri

L’improbabile compagnia che ben poco assomigliava ad una professionale squadra di cineasti, ma si avvicinava più che altro ad una novella armata brancaleone, quella del grande Monicelli per intenderci, giusto per restare in tema di cinema, decise di prendersi una non proprio meritata pausa. In men che non si dica erano già stati sfoderati costumi e teli da mare. Il tempo di colonizzare il nostro personalissimo pezzetto di spiaggia ed eravamo già tutti quanti belli spaparanzati al sole.

Distesa su quel manto dorato pensavo a quanto fosse bella la lucania e a quanto importante fosse la sua storia e la sua cultura; un bagaglio di colori e folclore invidiato da tutta l’Italia; quello stesso bagaglio che avrei vissuto e goduto la sera stessa grazie all’esibizione di Eugenio Bennato all’arenile della città. Ero davvero fortunata; proprio in quei giorni si esibiva uno dei più famosi, se non il più famoso, cantautore di musica popolare italiana. Immaginavo già cosa sarebbe successo in quella piazza gremita di gente, ma la realtà andò ben oltre. Alle prime note di Mediterraneo cominciammo a saltare invasati da dionisiaci slanci di entusiasmo. Le ragazze con foulard dai colori più accessi si lanciavano in danza esotiche ed originali, senza regole né tecnica ma con il solo ritmo di percussioni e jambè a stabilirne i movimenti. L’isteria della mia compagnia  fu capace di coinvolgere con irrazionale veemenza molti degli spettatori a noi più vicini, anche quelli più timidi e impacciati!

Durò solo pochi giorni la mia avventura lucana. Non vincemmo mai nessun premio per i nostri cortometraggi è vero, ma quello che portammo a casa fu ben più importante, ovvero ricordi e emozioni di un’esperienza irripetibile, in una terra selvaggia e suggestiva.

(Foto di Valentina Cavaliere)

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