3 Febbraio 2009

“Quel ramo del lago di Como”…

di Emanuela De Fazio (Blog Bellagio. Racconti di Viaggio)

veduta di Bellagio

Veduta di Bellagio

Stavo conducendo in direzione dei laghi. Non sapevo bene dove andare, o meglio, volevo andare a fare una passeggiata a quello di Lecco , a un certo punto, avrei anche svoltato a destra se non avessi visto il cartello che indicava Bellagio.

Incuriosita dai ricordi dei racconti che ne fa il padre del mio ragazzo, ho deciso di proseguire e di visitare questa graziosa cittadina situata all’estrema punta dell’ideale Triangolo Lariano, che ramifica in due il lago in quello di Lecco e in quello di Como, che suggerì a Manzoni la sua celeberrima opera “I promessi sposi”.

Dopo una serie di tornanti che avvolgono il territorio sono giunta a Bellagio e ho parcheggiato la macchina più o meno davanti a una grande e abbandonata residenza. Fino agli anni Cinquanta, questa dimora, era famosissima: era l’Hotel Bretagne che al suo interno ospitava sia un famoso casinò trasferito poi a Campione d’Italia e divenuto l’ormai noto Casinò di Campione, che una rinomata scuola alberghiera, venduta anch’essa agli inizi del duemila.

Oggi l’edificio si presenta decadente; in una parte dell’area della facciata ho notato delle impalcature che mi hanno fatto pensare a un imminente restauro dell’edificio ma, parlando con una ragazza del luogo, ho scoperto che anche quei ponteggi sono ormai dismessi. Un gran peccato per l’imponenza del luogo.
Mi assale un po’ di malinconia, ma non mi perdo d’animo e continuo a passeggiare per Bellagio.

Il lungo lago è stupendo; davanti a me si aprono montagne innevate che incorniciano il lago e la cittadina che si affaccia versi i monti sembra che ne ammiri le bellezze.
Anche il suo centro è molto carino. Ci sono diverse stradine con altrettanti gradini che portano fino in cima, nella parte alta del paese. Qui si può ammirare la Basilica di San Giacomo, risalente al XII secolo e all’interno si possono contemplare degli splendidi mosaici e una suggestiva Deposizione di Cristo posta dietro l’altare.

La cosa che più mi ha colpito visitando gli interni della basilica è stata che per arrivare all’altare “si va in salita”. Sembra bizzarra questa espressione, ma è realmente così. La chiesa non fu costruita in “piano”, ma trovandosi su una altura, anch’essa ha dovuto seguire le linee del terreno.
Perciò, quando si entra, si ha l’impressione di “raggiungere una cima”, il che si sposa perfettamente con l’ambiente religioso, perché nella parte alta c’è l’altare ed il fedele per arrivare ad esso compie una sorta di pellegrinaggio.

Stradine del borgo

Stradine del borgo

Percorrendo le vie di Bellagio non ho potuto fare a meno di notare la moltitudine di negozi presenti nel paese e ciò perché il turismo è la principale risorsa economica del luogo.
Infatti, fu una delle prime località turistiche italiane per via del suo paesaggio e delle splendide ville che la caratterizzavano. Tra queste ho potuto ammirare Villa Serbelloni che si affaccia sul ramo nord del lago di Como ed è raggiungibile attraverso l’omonima scalinata che giunge dal porto, denominata “salita Serbelloni”.

All’approssimarsi a Bellagio si nota subito un immenso parco: Villa Melzi.
Personalmente non sono riuscita a entrarci, ma so per certo che è possibile visitarne la cappella, il museo e il parco che la circonda.

E’ molto rilassante passeggiare per le vie del borgo e la primavera è il momento ideale perché è ricca di fiori che le danno colore e il sole che si riflette sul lago rende ancora più armonico e romantico il borgo.
Consiglio, inoltre, vivamente di andare a Punta Spartivento che si trova a pochi minuti a piedi dal centro e ammirare i tre rami del lago nonché le Prealpi che si specchiano in esso.

  • Segnala su: Inserisci nei preferiti del.icio.us segnalo OKNOtizie Google YahooMyWeb Facebook Technorati

Scrivi un commento

Per inviare un commento devi fare il login.