15 Febbraio 2009

Alla riscoperta dell’arte sacra e della religiosità popolare

di Andrea Bonfiglio (Blog Piteglio. Alla Scoperta della nostra Italia)

Uno dei maggiori vanti della comunità montana di Pistoia è senza ombra di dubbio l’istituzione, avvenuta nel 1990, del cosiddetto Ecomuseo della montagna pistoiese, ovvero un insieme di itinerari turistico-didattici fatti di percorsi all’aperto e visite a suggestivi complessi museali, volti alla promozione del territorio e della cultura locali.
Il fitto reticolato, articolato entro i confini di molteplici comuni, costituisce un vero e proprio motivo di vanto per tutti gli operatori del settore, e il numero crescente dei visitatori (34.000 nel 2008) testimonia l’elevato gradimento da parte del pubblico.

Uno dei cardini di questo successo “made in Tuscany” è certamente il comune di Piteglio, cittadina appenninica popolata da poco più di 1.500 anime, che propone ai suoi visitatori l’interessante itinerario dell’arte sacra.

La pagina su Popiglio sul sito del comune

La pagina dedicata a Popiglio sul sito del comune

Per godere appieno di questa particolare proposta culturale è sufficiente raggiungere la frazione di Popiglio, sede del Museo Diocesiano e del Polo Didattico dell’Arte Sacra.
Il primo è allestito in parte all’interno della Sacrestia della Pieve di Santa Maria Assunta e in parte nella prospiciente Compagnia del SS. Sacramento, mentre il secondo si trova nei locali sottostanti lo storico edificio ottocentesco che ospita anche il grazioso teatro comunale Mascagni.

I cimeli che è possibile ammirare tra le mura dei due complessi religiosi sono molteplici, basti pensare alle pregiate opere donate nel XVI secolo dalla famiglia popigliese dei Vannini, all’epoca residente nella capitale, che rappresentano un raro esempio di barocco romano.
Un insieme di statue, arredi e oggetti di culto che riesce davvero a emozionare anche gli appassionati dell’ultima ora, non solo gli intenditori.

Nel Polo Didattico, invece, è possibile osservare principalmente dei paramenti sacri, ma anche un pregiato polittico trecentesco. Qui, inoltre, si è attivamente coinvolti in una serie di attività – come ad esempio quella della tessitura, svolta mediante un antico telaio da tavolo – che permette di comprendere al meglio alcuni degli aspetti peculiari delle tradizioni popolari e della cultura locale di un tempo.

Lasciando l’Ecomuseo è poi possibile scoprire altri punti di notevole interesse come il Ponte di Castruccio, struttura composta di una sola arcata in pietra di altezza pari a dieci metri, oppure le due torri di origine medievale che dominano la verdeggiante valle bagnata dal torrente Lima.

Chi vi giunge in primavera, inoltre, ha l’opportunità di assaporare il folklore contadino, esibito con orgoglio durante i tradizionali festeggiamenti del Cantar Maggio.
La sera del 30 Aprile, difatti, cantori e musicanti vari si riversano nelle aie e nelle vie del borgo per inneggiare gioiosamente alla bella stagione e auspicare al contempo un ricco raccolto.

Una buona “scusa” per gustare del buon vino e assaggiare le numerose prelibatezze della cucina locale, tra le quali occupano indubbiamente un ruolo di primo piano i necci (dessert a base di farina di castagne, tipico dell’area montana di Pistoia) e gli sfiziosi biscotti di Popiglio, dolcetti inventati nei secoli addietro dalle monache domenicane residenti nel convento ubicato in questo remoto angolo del pistoiese, al confine con Lucca.

Una vincente sinergia tra ambiente, cultura e tradizione che fa di Piteglio una meta tutta da vivere.

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