Un dolce odore di biscotti al cacao accompagnati dalla fragranza del caramello profuma l’aria del piccolo paese di Martignacco.
Il borgo dove vengono prodotti soffici dolcetti per la colazione mattutina e poi distribuiti in tutta Italia.
Che strano nome, pensai, quando sulla scatola dei frollini che mio padre aveva comprato per la colazione lessi: “prodotto e distribuito a Martignacco”.
Non immaginavo nemmeno dove potesse trovarsi e mi informai facendo un po’ di ricerche on-line. Trovai subito ciò che cercavo: paese in provincia di Udine, Friuli-Venezia Giulia.
Telefonai subito a mia zia che abita da quelle parti! Mi spiegò che il piccolo paese non era molto lontano dal suo e che, se avessi voluto, sarei potuta andare a trovarla quando volevo, mi avrebbe accompagnata a visitare il “paese dei biscotti”.
Decisi di regalarmi una vacanza, prima dell’estate, e nel mese di maggio organizzai in breve il mio viaggio. Partenza da Napoli, arrivo: i monti del Friuli!
Durante il viaggio cercai di immaginare quello che avrei trovato nei paesi del nord: fotografie e immagini di libri mi si presentavano davanti agli occhi come se tutti i luoghi di montagna fossero uguali.
Arrivata a destinazione abbracciai calorosamente mia zia che mi portò a casa sua. Già il tragitto in auto non era familiare, le strade, le piazze erano così diverse da quelle della mia città, eppure anch’esse avevano fascino.
Decisi di prendermi una giornata di riposo, aria fresca, un’ottima cena e subito a letto pronta e ansiosa di visitare il giorno seguente il paese al cacao.
Sveglia presto, colazione abbondante e pronta per la mia gita in visita al paesino che si estende lungo la valle del fiume Cormor.
Aveva ragione mia zia, la distanza non era molta. Decidemmo di fermare l’auto in Piazza Vittorio Veneto, dove ci salutò, dall’alto del suo piedistallo in marmo, il Monumento ai Caduti della Seconda Guerra Mondiale.
Mi guardai intorno e davvero l’aria sembrava profumare di biscotti. Stradine con poche auto, biciclette adagiate dolcemente alle mura delle botteghe, palazzi riscaldati dal calore del sole e panchine occupate da vecchietti intenti a raccontarsi il loro passato militare. Alle spalle delle abitazioni si stagliava un panorama da favola: le prealpi e la cima del Canin, allineate come se stessero a guardia della zona, ognuna con un’altezza diversa, le cui cime erano colorate dal verde dell’erbetta di primavera.
Percorsi il paesino sotto braccio con mia zia, meravigliandomi come fossi una bimba per ogni cosa nuova, differente da ciò che mi era così confidenziale nella mia città natale. Passeggiando vidi una grande distesa verde che cingeva il paese come fosse un cancello. “E’ il Parco del Beato Bertrando, un’oasi protetta e incontaminata”, mi spiegò mia zia. Uccelli di varie specie abitavano il parco mentre siepi e filari di gelso offrivano scenari colorati e caratteristici.
Ville signorili a più piani donavano al paesino l’aria di un’epoca antica. Villa Deciani e Villa di Prampero, sembravano in stile bizantino, con le torri ai lati. Ci passai accanto e le guardai, ammaliata dal fascino che mostravano. In un attimo mi sembrò di essere tornata indietro nel tempo: abiti d’altri tempi, feste e ampie stanze, chissà se qualcuno viveva ancora lì!
Piccole chiese, alcune anticipate da scale, sembravano richiamare quotidianamente i fedeli con il rintocco delle campane. Ecco la Parrocchiale di Santa Maria, entrammo giusto un attimo. Le panche erano occupate da anziane signore intente a recitare il Rosario, mentre l’altare barocco ascoltava pazientemente le loro preghiere. Uscimmo, la mattinata era quasi terminata, prima di tornare a casa volli fotografare il bellissimo panorama e ricordarlo come una cartolina da appendere in camera.
Girai l’obiettivo più volte per cogliere l’angolazione adatta, feci un po’ di zoom per i particolari… d’un tratto da lontano scorsi delle fabbriche, eccole, era da lì che arrivava il dolce sapore dei biscotti al cioccolato.
(Foto per gentile concessione del musicista Andrea Pittini)
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