“Dai, accompagnami domani, ti farò vedere dei posti bellissimi. Sono sicuro che ti resteranno nel cuore”. Quando chiudo la telefonata con Davide alzo gli occhi al cielo e sbuffo.
Lui è il mio più caro amico, oltre che compagno di scuola dalle medie al liceo. Gli voglio un gran bene, ma ha il vizio di mettersi nei guai e spesso trascina anche me nelle sue pazze avventure.
Questa volta ha deciso di farmi conoscere le bellezze del Cilento, nel salernitano. Domani dovrà lavorare nella zona di Acciaroli, nel comune di Pollica e cerca qualcuno che gli tenga compagnia lungo il tragitto.
La mattina successiva alle sette sono già pronta; nella borsa una macchina fotografica, penna e carta, acqua, cracker e cellulare. Imbocchiamo l’autostrada e dopo poco più di un’ora siamo a Battipaglia.
La direzione da prendere è quella per Agropoli, poi arriveremo a Pollica.
“Sono soltanto altri 15 chilometri” - mi informa Davide.
E’ un attimo: mentre l’auto macina curve su curve - e il mio stomaco si contorce - il paesaggio cambia completamente. Il cemento lascia spazio al verde, i cantieri che avevamo incontrato sull’autostrada sono già un ricordo, sostituiti dalla vista mozzafiato del sole che si riflette sull’acqua e crea giochi di luce incredibili.
Arriviamo nel porto di Acciaroli e lo troviamo popolato più che di persone, di barche per la pesca.
A quanto pare, l’economia marinara cilentana non si ferma neanche in pieno inverno.
Il mio amico mi dice che per lui è arrivato il momento di lavorare, perciò mi lascerà per qualche ora da sola, a contemplare la perfezione di questo luogo.
Già noto sullo sfondo una Chiesa, che dopo poco scopro essere la famosa Chiesa dell’Annunziata. Di costruzione molto antica, questo monumento fu donato da Fabrizio Poderico, signore di Cannicchio, ai Francescani, che vicino costruirono anche un convento poi soppresso.
Mi sto ancora chiedendo dove posso andare per fare un giro, quando un signore gentilissimo a cui chiedo informazioni mi spiega che tra le caratteristiche maggiori di questo territorio ci sono le stradine che attraversano il paese da punto a punto. La più famosa è la via Vecchia, ovvero il corso principale, che risale ai primi anni del Novecento.
Si racconta che la strada precedente, denominata via Pubblica, fosse di un livello più basso di quella attuale, perciò nel momento in cui fu edificata la nuova, i cittadini furono costretti a mettere delle assi di legno fuori alle abitazioni all’altezza del primo piano per poter uscire di casa.
Quello che capisco fin da subito è che Acciaroli non è solo storia. E’ arte, cultura, urbanistica, tradizione, mischiate in un’unica terra. E infatti il simpatico acciarolese, a cui preciso che sono una “straniera” in visita di piacere, ci tiene a sottolineare che non solo Ernest Hemingway, rapito dallo splendore romantico di questi luoghi vi soggiornò per molto tempo e vi trasse ispirazione per il suo capolavoro “Il Vecchio e il Mare”, ma che a lui si deve la ricetta di un delizioso cocktail particolare a base di Martini, gin, vermouth e rigorosamente senza oliva.
Sono qui solo da poche ore, e già sono incantata anche io da questo mare, insignito ogni anno dalle ambitissime cinque vele blu di Legambiente per la balneabilità, e dalla natura un po’ selvaggia, che dal Parco Nazionale del Cilento in poi domina tutta il litorale.
Ho ancora molte cose da vedere: tra le altre, la Torre Normanna (detta anche Bastione) e quella del Caleo.
A questo punto mi piacerebbe davvero che Davide non tornasse a prendermi, ma un bip bip del cellulare mi informa che sta arrivando. Peccato, avrei tante domande da fare a queste mura, tante immagini che vorrei scolpire nella mente. Per ora, però, mi rimane giusto il tempo di una sosta al bar.
Cosa ordino? Ma un Martini alla Hemingway, naturalmente!
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