28 Gennaio 2009

Bach e l’amore per le lettere lungo il fiume Sesia

di Marcello Di Sarno (Blog Vercelli. Interviste Giornalisti)

Quando parla di Vercelli Gloria Pozzo non teme smentite. Da quando ha varcato, per la prima volta, la “fatale” soglia del mondo giornalistico, non ha smesso di raccontare le cronache culturali e mondane del capoluogo padano, insieme alle quali non ha tralasciato temi scottanti come quello dell’inquinamento atmosferico.
La sua avventura giornalistica l’ha vista collaboratrice del bisettimanale La Sesia dal 1997 al 2006, con un intervallo di oltre due anni all’ufficio stampa di un’importante casa editrice.
Da tre anni fa parte della redazione vercellese de La Stampa.
Arte, musica e letteratura sono protagoniste dell’intervista rilasciata per Comuni-Italiani.it

Il suo approccio col giornalismo. Com’è nato?
E’ nato dall’amore per la scrittura, e forse anche da un precoce dono della sintesi. Il piacere di ascoltare, osservare, scoprire e poi raccontare è arrivato dopo. E si è lentamente trasformato in necessità.

Il ruolo di Vercelli in quest’approccio?
Fondamentale. Ho sempre lavorato a Vercelli e mi sono sempre occupata di cultura e cronaca locale, prima per lo storico bisettimanale cittadino, La Sesia, e poi per La Stampa.

Gloria Pozzo

Una pagina indelebile tra i suoi esordi giornalistici “vercellesi”.
La mia gavetta è iniziata con le pagine di spettacolo. Seguivo la stagione teatrale e intervistavo attori e cantanti. Ogni incontro è un ricordo speciale, a partire da quello con Fabrizio De Andrè.  Ma sono anche molto legata al primo reportage sulla situazione della Valledora, territorio tra vercellese e biellese violato da cave e discariche.

Anche dopo ha continuato a occuparsi d’inquinamento. Come stanno le cose nella città, stando alle recenti statistiche, tra le più trafficate del Piemonte?
Purtroppo la città riveste da tempo la maglia nera in fatto di questioni ambientali, con la minore percentuale di raccolta differenziata e dati poco confortanti sulla qualità dell’aria. Pare che nell’ultimo anno la situazione sia lievemente migliorata e l’amministrazione comunale ha sempre contestato i metodi di rilevamento dei dati, che non sarebbero equiparabili a quelli utilizzati negli altri capoluoghi.

Eppure Vercelli gode di un considerevole patrimonio naturalistico. A quali luoghi è sentimentalmente più legata?
Non riesco a focalizzare un luogo in particolare. Ma ricordo con piacere le pedalate lungo il fiume Sesia da bambina, e le quotidiane passeggiate nel centro storico.

Dal Museo Borgogna all’ex Chiesa di San Marco. Dove si nasconde la sua città d’arte?
In realtà basta passeggiare per la città e guardarsi intorno. Il museo Borgogna è la seconda pinacoteca del Piemonte. La duecentesca basilica di Sant’Andrea è uno dei più begli esempi di gotico-romanico che esistano in Italia. Molto bella anche l’ottocentesca sinagoga, e gli affreschi di Gaudenzio Ferrari all’interno della chiesa di San Cristoforo.
Il recupero dell’ex chiesa di San Marco, al cui interno si stanno tra l’altro scoprendo straordinari affreschi coperti da secoli, ha poi portato Vercelli nel circuito delle città d’arte con le mostre allestite dalla Fondazione Peggy Guggenheim (i surrealisti lo scorso anno, Pollock e la nuova pittura americana in questi mesi). E le iniziative artistiche e culturali non mancano.

Il fascino della parlata vercellese. Un’espressione che ama ripetere.
Ho sempre trovato simpatica l’espressione con cui i vercellesi consolano l’interlocutore dicendogli di non preoccuparsi: “Sagrïnti nen”.

Un assaggio, secondo lei, dal sapore indiscutibilmente vercellese.
I suoi dolci tipici, bicciolani (biscotti alla cannella) e tartufata (torta ricoperta di scaglie di cioccolato), sono irresistibili.

Il suo amore per la letteratura, localmente che stimoli trova?
A Vercelli esiste una sezione molto attiva dei Presìdi del Libro. Da quattro anni, ad esempio, organizza il “Bookcrossing più grande del mondo!”, iniziativa unica in Italia nella quale vengono “liberati” in un solo giorno migliaia di volumi. Gli amanti della lettura arrivano ormai da tutto il Piemonte, e non solo.

Evento imperdibile è il “Viotti Festival”. Un’esperienza che non può dimenticare.
Una vissuta da spettatrice: è stata la più emozionante! L’assegnazione del Viotti d’oro al violoncellista russo Misha Maisky. Un’esecuzione delle suite per violoncello di Bach indimenticabile.

Da convinta fruitrice della Rete, come vedi il futuro della professione giornalistica guardando in particolare al rapporto con internet e alle nuove forme di giornalismo partecipativo?
Sfogliare un quotidiano per me è come girare le pagine di un libro. Un piacere insostituibile. Ma se gli ebook non eclisseranno mai l’editoria classica, non sono altrettanto sicura che il discorso valga per l’informazione, che già oggi viaggia su internet molto più velocemente e con molti più utenti rispetto alla carta stampata. A questa resterà probabilmente il compito di approfondire.

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