3 Febbraio 2009

Il paese dietro la Costa Smeralda

di Monia Melis (Blog Arzachena. Alla Scoperta della nostra Italia)

La vista da Monte Moro

La vista da Monte Moro

In li Monti di Mola la manzana un’aina musteddina era pascendi. In li Monti di Mola la manzana un cioano vantarricciu e moru era sfraschendi ” (Sui Monti di Mola la mattina presto un’asina dal mantello chiaro stava pascolando. Sui Monti di Mola la mattina presto un giovane bruno e aitante stava tagliando rami) - Monti di Mola, Fabrizio De André.

Non tutti sanno che Monti di Mola è il nome originario della Costa Smeralda: un angolo di Sardegna e della Gallura citata soprattutto d’estate dalle cronache rosa e dai paparazzi, sinonimo di bella vita, divertimenti e lusso.

Una realtà distante dall’identità sarda che dura il tempo di una stagione, esclusivamente estiva. Ma chiusi gli alberghi e i locali, partiti gli yacht cosa rimane in questo tratto di costa “magico”?
Dietro le piazzette e i negozi di lusso della frazione di Porto Cervo c’è una cittadina poco conosciuta: Arzachena. Ricade infatti principalmente nel suo territorio quello che è diventato il sogno di vacanza di tanti italiani.

Arzachena è posta su un’altura al di sotto di un grosso masso granitico a forma di fungo, in sardo: Su monti incappidau. Dal punto di vista naturalistico la sua baia è molto interessante: alla foce del Rio San Giovanni vi sono stagni e un’intera area paludosa, quella della frazione Cannigione.
Qui nidificano più di cento specie di uccelli tra cui l’airone rosso, il falco di palude e il pollo sultano.
E per godere di un panorama mozzafiato sul mare e verso l’interno l’ideale è una visita a Monte Moro.

Il territorio è poi ricco di testimonianze archeologiche tra rocce modellate dal maestrale e la rada macchia mediterranea. Si può iniziare dall’originale Nuraghe Albucciu, costruito a ridosso di un enorme masso granitico e raggiungibile anche dalla strada per Olbia. A poca distanza vi è il tempietto nuragico di Malchittu, risalente al secondo millennio a.C., la cui struttura termina con un’abside semicircolare, insolito per una costruzione nuragica, e davanti vi è il temenos, uno spazio sacro per i fedeli.

Interessanti le Tombe dei giganti, monumenti funerari preistorici; tante sono integre come quella di Li Longhi, posta sulla sommità di una collina, la cui stele è costituita da due lastre di granito sovrapposte.
Unica testimonianza della Cultura dei Circoli di Arzachena, è invece la Tomba dei giganti Li Muri: a terra si vedono i resti dei sepolcri di forma circolare, con attorno delle piccole cassette di pietra, sorta di urne votive. Ancora interessante per le sue dimensioni la Tomba dei giganti Coddu Vecchio, la sua stele principale è alta ben quattro metri. I reperti trovati in questo sito sono conservati nel museo archeologico Sanna di Sassari.

La cittadina di circa diecimila abitanti, è cresciuta soprattutto grazie alla fortuna del distretto turistico. La sua storia è legata alla scoperta della Costa Smeralda o meglio della sua invenzione.
Prima dell’avvento del turismo d’élite l’economia agropastorale, di sussistenza, ruotava attorno agli stazzi (sorta di fattorie isolate), poi col tempo sono cambiati i destini d’uso dei terreni costieri e la stessa economia.

Negli anni ‘60 il principe israelita Karim Aga Khan si innamorò del paesaggio aspro, delle calette isolate e delle acque trasparenti di fronte alla cittadina tanto che creò, insieme a un gruppo di finanzieri internazionali, il Consorzio Costa Smeralda; gli investitori man mano acquistarono i terreni dai proprietari locali e ribattezzarono l’area da Monti di Mola a Costa Smeralda.

Negli anni per competenze e risorse gli uomini del consorzio dettarono i ritmi di crescita e costruzione fino a fare della frazione una sorta di enclave “extraterritoriale”, con regole proprie.
Per tutte le costruzioni, ad esempio, c’è il regolamento interno al Consorzio, tanto che le ville, le piazzette sono riconoscibili per il loro “stile smeraldino”.
Tra i servizi l’unico che manca è quello funebre: manca il cimitero, perché nel mondo delle vacanze non c’è posto per la morte, per l’altra faccia della medaglia della vita quotidiana.
Adesso il principe Aga Khan è rimasto soprattutto come una figura simbolica, tutta la frazione è in mano all’americano di origine libanese Tom Barack.

Ma al di là  di chi ne è proprietario, questo angolo della Sardegna merita davvero di essere scoperto e vissuto per lasciarsi affascinare dalle meraviglie della natura.

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