25 Febbraio 2009

Stromboli, “Iddu” e la magia del fuoco

di Maria Salerno (Blog Lipari. Alla Scoperta della nostra Italia)

Isola di Stromboli

Isola di Stromboli

A darti il benvenuto, non appena metti piede sulla terra ferma c’è subito “Iddu” - come lo chiamano quelli che sono cresciuti alla sua ombra - imponente e maestoso, lo Stromboli, ovvero sua maestà vulcano cui la splendida isola deve il nome.

Quella di Stromboli - che amministrativamente appartiene al comune di Lipari - è, senza dubbio, tra le Isole Eolie quella che più di tutte ha mantenuto il suo fascino primigenio da terra selvaggia, primitiva, quasi incontaminata. E per chi come me è abituato a passeggiare di notte in città unicamente su strade illuminate da lampioni, percorrere le viuzze di questo puntino in mezzo al Mar Mediterraneo rappresenterà un’esperienza affascinante e piena di magia.

Sono solo le stelle, infatti, e la pioggia di lapilli fuoriuscenti dal vulcano che erutta così di frequente (all’incirca ogni dieci minuti) a guidare i passi di noi turisti e il suo gorgoglio sordo è finito per diventare parte integrante del paesaggio di cui si impara a godere durante la visita.

Fino a qualche anno fa, a Stromboli mancava persino l’elettricità e quest’aspetto, lungi dal rappresentare un handicap, costituiva invece la sua attrattiva principale, soprattutto per gente che vede nella permanenza su un’isola la possibilità di godere di un autentico contatto con la natura, lontani dall’artificioso e caotico ritmo che la civiltà impone.

Nonostante l’elettricità sia arrivata anche nella “terra di Dio” - come la battezzò Roberto Rossellini in un suo celebre film - l’isola di Stromboli è riuscita a mantenere con la natura un rapporto privilegiato, quasi un legame ancestrale, forse proprio per via del fuoco che costantemente fuoriesce da “Iddu”.

L’incandescente incanta, ipnotizza, fa paura, ma allo stesso tempo non si può fare a meno di sentirsi irresistibilmente attratti da esso. La comunità isolana da sempre convive col fuoco, che negli anni ha finito per determinarne il carattere, forgiarne lo spirito, renderla orgogliosa della sua unicità. Per chi entra in contatto con gli isolani questo è palpabile.

L’isola poi - durante la mia visita - è stata teatro di uno spettacolo unico con al centro nuovamente il fuoco. Artisti, giocolieri, funamboli e danzatori si sono esibiti su un palcoscenico naturale tra i più belli della Sicilia regalando emozioni uniche, tirando fuori da ognuno un sentimento che troppo spesso si finisce per dimenticare: lo stupore, il disincanto, il cuore che ha un sussulto.
Guardare per ore i fuochi volteggianti, aggraziati corpi femminili muoversi sinuosamente fra cerchi infuocati, sguardi attenti indirizzarsi lungo una traiettoria fiammeggiante e sullo sfondo il vulcano, sulla testa milioni di stelle, all’orizzonte il mare nero, acque di cui non si intravede il fondo.

Chi visita Stromboli non può fare a meno di concedersi una gita in barca fino a Ginostra, sempre nel comune di Lipari: un piccolo borgo abitato da una cinquantina di anime (muli compresi) da cui si può godere di uno dei tramonti più spettacolari offerti dalla natura.
Non si odono i fastidiosi trilli dei cellulari a Ginostra: la ricezione è quasi assente e le comunicazioni col mondo esterno sono garantite unicamente da una cabina telefonica pubblica. Per cui chi difficilmente riuscirà ad astenersi dal fare una chiamata consiglio caldamente di munirsi della ormai superata scheda telefonica!

Questo è Stromboli: terra da gustare, mare da abbracciare, memoria da conservare e portare dentro di sé, per sempre.

(Foto di Denis Barthel in Licenza GFDL)

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