20 Marzo 2009

Una piccola realtà dell’Aspromonte

di Andrea Bonfiglio (Blog Bagaladi. Racconti di Viaggio)

Sono da poco scoccate le nove del mattino e sono già in viaggio alla volta di Bagaladi, in provincia di Reggio Calabria, tappa designata per una spensierata gita domenicale. Melito di Porto Salvo è ormai alle spalle e l’auto imperterrita macina chilometri.

La strada principale che mi porta verso questo borgo, popolato da poco più di mille anime, è caratterizzata da una lunga serie di dolci curve, che si fanno più tortuose man mano che il livello di pendenza diventa più impegnativo. A margine di questa estesa lingua di catrame si alternano piacevoli scorci di paesaggio “made in Calabria”, come le classiche schiere di abitazioni che si sviluppano su due file parallele, tanto ravvicinate da consentire al sole di raggiungere l’asfalto soltanto quando si trova alto nel cielo.
La caratteristica predominante di queste abitazioni è la scarsa presenza di rifiniture, che conferisce loro un aspetto di precarietà e trascuratezza già visto in altre aree della regione, capace comunque di attribuire all’insieme urbano uno strano fascino retrò.

Più avanti, invece, compaiono aggraziate mura di pietra, erette ai bordi della via maestra per contenere la straripante presenza del suolo reggino. Posso così scorgere infinite distese di terra verdeggiante, ove spiccano alti e floridi ulivi. Attorno ai loro tronchi, nella tipica quiete che contraddistingue il paesaggio rurale, giacciono enormi reti di colore arancione poste con diligente premura dai contadini addetti alla raccolta delle olive.
A fronte di una simile visione, non mi resta poi così difficile comprendere il motivo della positiva fama dell’olio locale.

Presepe vivente Bagaladi - il sito

Il sito dedicato al Presepe Vivente di Bagaladi

Proseguo il percorso in salita e, con estrema sorpresa, assisto a quella che pare davvero essere una scena d’altri tempi: un gregge formato da pecore e capre deliziose nel loro manto bianco, sotto la guida attenta di un anziano pastore del luogo, percorre il tragitto che collega l’ovile al pascolo, attraversando un tratto di strada asfaltata.
Il tutto inserito nella suggestiva cornice naturale dell’Aspromonte, il cui irto profilo contribuisce in modo determinante a fornire un tocco di magia alla scena.

Arrivato in paese, raggiungo finalmente il cuore dell’abitato e mi godo una passeggiata nella rinnovata piazza, dove la pavimentazione grigia – contornata da un luminoso orlo dalle sfumature nivee – spicca per modernità nell’antichità circostante.
Camminando nello slargo, inoltre, noto un’ampia fontana dalla vasca pentagonale e un’alta e bianca stele commemorativa che abbelliscono l’area. Dalla parte opposta, a suggellare la bellezza dello scorcio urbano, un’ariosa scalinata si mostra ai viandanti in tutto il suo lindo splendore.

Con una magnifica immagine impressa nella mente, mi avventuro poi per le vie cittadine ove l’orecchio capta i discorsi malinconici di anziane comari che si rammaricano dei moderni cibi, a loro dire inutilmente sofisticati, e dell’assenza dei veri agricoltori – oramai morti di vecchiaia – che in passato coltivavano i campi locali e producevano per tutta la cittadinanza alimenti sani e ricchi di sostante nutritive. Nulla a che vedere con i giovani delle moderne generazioni, allontanatisi dal borgo per seguire altre aspirazioni o trattenutisi mostrando però scarsa predisposizione ai sacrifici e al lavoro nei poderi.

Cosa ne sarà, mi chiedo, degli antichi saperi e della tradizioni d’altre epoche, quando gli ultimi rappresentanti delle stesse non vivranno più? Spero almeno che l’emozionante usanza invernale del presepe vivente possa ancora coinvolgere attivamente per tanti secoli la gente semplice di Bagaladi.

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