Quello che scopriamo, avventurandoci nei boschi che circondano Petralia Sottana - fra querce e castagni - è una Sicilia assolutamente diversa da quella a cui siamo abituati a pensare, anzitutto perché il viaggio nel cuore delle Madonie non è una vacanza nel senso comune del termine, ma una vera e propria esperienza. Una di quelle che resteranno scolpite nella memoria, per sempre.
Chi vive in città ritmi frenetici, costantemente scanditi dal tic tac dell’orologio, finisce per dimenticare cosa significa far spaziare lo sguardo tra il cielo e la montagna fino a farlo smarrire. E chi lascia il mare alle spalle, inerpicandosi su un massiccio poderoso a quota mille metri dove si trova il comune madonita, all’improvviso se ne ricorda. E’ proprio qui, fatta eccezione per l’Etna, che si trovano le cime più alte della regione.
Il colore che domina è il verde in tutte le sue tonalità e, anche in estate, avvertiremo l’esigenza di un coprirci con giubbotto perché l’aria è frizzantina. Qui, poi, non sentiremo mai fino in fondo la mancanza del mare, perché lo possiamo sempre ammirare affacciandoci da un’altura.
Già nei primi del novecento il letterato Borgese definì Petralia “la Parigi delle Madonie” perché disponeva di un numero davvero elevato di servizi per quei tempi.
Nel 1908 era il secondo comune in Italia ad avere l’elettrificazione, sia pubblica che per usi privati, grazie allo sfruttamento di una centrale idroelettrica che, un secolo più tardi, si appresterà a diventare postazione-museo delle energie rinnovabili.
Lo splendore di cui godette la cittadina montana è senza dubbio da attribuire alle dominazioni illustri che sul suo territorio si avvicendarono dai Ventimiglia agli Aragona, dai Moncada ai Griseo. Fu proprio merito dei baroni di quest’ultimo casato se Petralia dispose di un teatro, uno dei primi delle alte Madonie e che ha avuto il grande merito di avere ospitato, negli anni, importanti compagnie artistiche.
Nel tempo lo splendore si è trasformato in sviluppo. Piano Battaglia, frazione cittadina, oggi è la seconda stazione sciistica siciliana, dopo quella etnea. Questo ha fatto sì che via via sorgessero strutture ricettive a dismisura.
E’ un posto Petralia dove cultura fa rima con natura e chi vi soggiorna, anche per un breve periodo, non può fare a meno di avvertirlo.
E non è solo per le prelibate olive con la mollica che la zì Pina ci fa assaggiare che scrivo questo, ma per l’autentica aria da borgo rurale che ancora promana: dal quartiere chiamato San Salvatore, oggi quasi del tutto disabitato, a quello medievale della Provvidenza caratterizzato da stradine strettissime a ridosso della Chiesa Madre intitolata all’Assunta, edificata approssimativamente nel XVII secolo e che reca ancora oggi preziose testimonianze barocche e neoclassiche.
Come tutte le località permeate di storia e tradizioni anche a Petralia certi riti sono assolutamente sentiti e partecipati, tra questi le processioni della Settimana Santa.
Ma chi optasse per un week end di fine estate da trascorrere tra i paesaggi madoniti non dovrebbe assolutamente perdersi il divertentissimo ballo della cordella. La tradizione antichissima ha origini contadine e intende essere un ringraziamento per il raccolto, accompagnato da un rinnovato augurio di fecondità. I ballerini, che indossano coloratissimi costumi tradizionali danzano intorno ad un palo intrecciando dei fili (cordella) su ritmi allegri quasi da tarantella siciliana, intervallati da invocazioni salaci e indicazioni spiritose su come dirigere la danza.
Se assistete allo spettacolo preparatevi ad essere tirati nella mischia, nessuno può rimanere inerte di fronte al trionfo della natura!
Scrivi un commento
Per inviare un commento devi fare il login.