23 Marzo 2009

La Lunigiana e l’economia del mare

di Marcello Di Sarno (Blog Provincia di La Spezia. Interviste Province)

Il Presidente della Provincia della Spezia Marino Fiasella intervistato per Comuni-Italiani.it

Quali coordinate storico-culturali disegnano l’identità del territorio spezzino?
Il nostro territorio trova molteplici riferimenti culturali e identitari: i Liguri apuani, la terra romana di Luna, i castelli e le torri medievali, le città antiche della Val di Magra e le fortificazioni napoleoniche e albertine a cinta dell’Arsenale e della città. Il 2009 è stato dedicato dalla Provincia proprio a uno di questi, alla Terra della Luna.
Due elementi racchiudono e disegnano del nostro territorio: Il mare e la montagna, costiera ed interna, che trovano nella Lunigiana storica (che tocca i comuni di Santo Stefano di Magra e Sarzana) l’elemento culturale più forte, la matrice dell’identità locale.

Marino Fiasella

Guardando alla sua esperienza nel restauro di edifici e centri storici, quanto la sua giunta sta investendo in questo campo?
Il recupero e la valorizzazione del patrimonio culturale provinciale (castelli e fortificazioni, siti ed aree archeologiche) è al centro di un programma di investimenti di importo superiore ai 10 milioni di euro, coordinato e promosso dalla Provincia a valere sui cofinanziamenti dei Fondi strutturali 2007/2013, nell’ambito del programma operativo “Obiettivo 2 FESR” della Regione Liguria.

Dal punto di vista storico c’è un momento che ha segnato la vita dell’Ente?
Una delle pagine più importanti è stata nel 1996, quando il Presidente della Repubblica Scalfaro ha conferito alla Provincia della Spezia la medaglia d’oro al valore militare per l’attività partigiana. Il contributo dato al processo unitario, in termini di morti, deportazioni, spoliazioni e distruzioni d’ogni genere, è stato altissimo.

Com’è cambiato il quadro economico del comprensorio spezzino, in questi ultimi anni?
La forte specializzazione produttiva ha favorito lo sviluppo di servizi alla produzione di grande importanza, tra di essi un polo universitario dedicato alle competenze produttive locali (ingegneria navale e nautica) e centri di ricerca di livello nazionale (che entreranno in sinergia con la realizzazione del Distretto regionale delle tecnologie marine).
Le notevoli potenzialità ambientali e culturali del territorio, inoltre, hanno sviluppato un livello sempre più articolato e competitivo di servizi, a partire dalle Cinque Terre fino al turismo diffuso della Val di Vara.

A maggio si chiude il primo biennio della sua presidenza. Quali priorità ha affrontato in questa prima parte?
Innanzitutto si è operato sul piano occupazionale. In primis con la stabilizzazione dell’occupazione all’interno dell’ente, ove erano presenti più di 80 dipendenti con un rapporto di lavoro precario, che sono stati assunti a tempo indeterminato; poi con il potenziamento della rete dei centri per l’impiego ed il sistema dei servizi per l’inserimento lavorativo.
Nel settore turistico, grazie ad una efficace attuazione delle competenze, nel primo anno di mandato i flussi turistici in provincia sono risultati in crescita, nonostante la progressiva acutizzazione della crisi economica e l’andamento non positivo del resto della regione.
Infine, l’accordo con Regione ed Enti locali per l’estensione a tutto il territorio della copertura e dei servizi in “banda larga”, per sostenere l’integrazione tra aree centrali urbane ed aree marginali.

Dalle infrastrutture al tessuto socioeconomico, come crede possa cambiare il futuro prossimo dell’area spezzina?
Il collegamento plurimodale Tirreno – Brennero rappresenta un “corridoio” strategico per il collegamento del sistema portuale tirrenico (in particolare La Spezia, uno dei maggiori porti contenitori d’Italia, ed i porti toscani tra cui Livorno) con la Padana e l’Europa.
Dopo la fase di crisi industriale dei primi anni Novanta, l’economia spezzina si è ripresa raggiungendo punte d‘eccellenza nazionale nella portualità, nella nautica da diporto, nell’offerta turistica e rafforzando le competenze nella cantieristica civile e militare. La specializzazione nell’economia del mare rappresenta uno dei più forti fattori identitari dell’economia provinciale.
Le politiche di valorizzazione delle risorse del territorio, inoltre, hanno consentito di promuovere lo sviluppo dei territori marginali, montani ed interni, attraverso il rilancio dell’agricoltura di qualità e la ricettività diffusa, l’integrazione con la costa, l’accorciamento delle filiere agroalimentari di qualità e biologiche, la promozione dei prodotti tipici (di cui la provincia è molto ricca); dopo le Cinque Terre, anche i territori della Val di Vara e della Val di Magra sono divenuti luoghi di produzione di assoluta rilevanza a livello nazionale ed internazionale.

Tra i sostenitori e i detrattori del ruolo istituzionale della Provincia, rispetto alle Regioni ed ai Comuni, come vede il futuro di questo ente?
La Provincia, in quest’ultimo decennio, ha accentuato la propria “utilità” tanto nei servizi istituzionali di tutela e manutenzione del territorio quanto nell’utilizzo degli strumenti per il sostegno alla formazione ed al mercato del lavoro, sviluppando competenze nuove sia nel campo delle politiche comunitarie e della cooperazione, sia in quello del sostegno allo sviluppo dei piccoli comuni.
Proprio i piccoli comuni, per i quali la Provincia coordina strumenti di sostegno agli investimenti cofinanziati dalla Regione Liguria, sono gli interlocutori più sensibili al ruolo dell’ente, che tra gli obiettivi di fondo ha proprio quello del riequilibrio territoriale delle opportunità di sviluppo ed il superamento delle marginalità che per decenni hanno caratterizzato le aree interne e montane del nostro territorio.

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